Comunicato Stampa: Il 30 dicembre si è svolta in una atmosfera gelida (in tutti i sensi) l’ultima seduta consiliare per l’approvazione del bilancio 2020-2022; c’era il gelo da parte dell’opposizione, privata di alcuni documenti importanti per poter dare un giudizio sul bilancio, privata dei tempi necessari per approfondire alcune questioni, privata del tempo normativo (20 giorni) per poter inviare le proprie controdeduzioni. E c’era il gelo di una giornata particolarmente fredda, ed una sala consiliare priva di riscaldamento.
Come da prassi, a tutti i rilievi posti dall’opposizione non c’è stata alcuna risposta, ma la solita levata di scudi, la solita professione di fede cieca ed assoluta nell’attuale condottiero sindaco.
Le forze di opposizione hanno lamentato il solito (mancato) galateo di questa amministrazione: quella di non dare tutti i documenti in tempo per una attenta analisi, per una discussione approfondita, per una pausa di riflessione, per qualsiasi cosa che non portasse alla frettolosa approvazione di un Bilancio lacunoso e privo di chiarezza.
È stata messa in evidenza l’assurdità del presentare le imposte Imu e Tasi scorporate, quando si sa bene che dal prossimo anno saranno accorpate. Si è messa a confronto l’attuale incidenza di tali imposte con l’incidenza futura, dimostrando chiaramente che pagheremo imposte più alte.
In consiglio ho avuto modo di protestare per come è stato presentato il Bilancio; in altri paesi, forse più civili, o solo più trasparenti, anche l’uomo della strada è messo in condizione di poter leggere il bilancio del suo Comune, mentre da noi rimane una pratica quasi esoterica, riservata ai sacerdoti dell’economia. E, ricordando che uno dei punti forti del programma del sindaco era quello del “bilancio partecipato” e della “trasparenza”, stante questo risultato, non possiamo che stigmatizzare questa prassi omissiva.
D’altro canto il sindaco non ha mai chiarito cosa intendesse per “bilancio partecipato”, e non ha mai parlato di “bilancio partecipativo”, che è ben altra cosa, ed è quello che i 5 Stelle propongono per coinvolgere davvero i cittadini.
Ho chiesto che almeno in futuro ci sia uno sforzo di chiarezza nel presentare documenti così importanti, che siano davvero partecipativi. Che l’indirizzo politico sia immediatamente accostato ai dati di entrate e spese, per capire quanto sia fattibile ogni proposta; in questo modo chiunque potrà esprimere un giudizio sull’azione amministrativa.
Il Bilancio di Previsione è composto da 106 pagine fitte di numeri e tabelle, con tutti i capitoli usuali e normativi fuori posto, per cui è veramente difficile ricostruire il senso e la sensatezza dei dati e darne un giudizio chiaro. Stabilita la sua cripticità, non resta, ai comuni mortali, che leggere il parere dei Revisori dei Conti. E qui viene il bello, perché i revisori nel verbale n. 20 del 20 dicembre, dichiarano testualmente: “Tenuto conto che mancando lo schema di bilancio di previsione non è possibile esprimere un giudizio di attendibilità e congruità delle previsioni contenute nel DUP (omissis) esprime parere favorevole in merito alla sola coerenza del Documento unico di Programmazione (omissis)”(!?). Alla sola coerenza? E tutto il resto? Fortunatamente, dopo solo mezz’ora, con un nuovo verbale, il n. 21, gli stessi dichiarano che tutto è a posto. Possibile che in mezz’ora abbiano avuto modo di rileggere più attentamente il bilancio, stilare un accurato Parere di 30 pagine, pieno di numeri e tabelle, e dare parere favorevole? Tanto basta per diffidare di quanto ci viene prospettato.
A qualsiasi persona di buon senso, a questo punto, nascerebbe il sospetto che questo Bilancio sia un po’ farlocco, imbastito con molte approssimazioni per poter essere approvato prima del 31 dicembre, non tanto per poter dire quanto si è bravi, ma, più sottilmente, poter avere la possibilità di spesa più ampia, e non in dodicesimi, come per le Amministrazioni che sono costrette ad andare al bilancio provvisorio in mancanza di approvazione dello stesso, nei tempi e termini procedurali. E questa possibilità, visto l’avvicinarsi delle elezioni regionali, e le numerose spese propagandistiche in programma, non è cosa da poco. Carlo Ferraro