TORRE SANTA SUSANNA – Sono stati identificati i due aggressori che nella giornata di venerdì 21 febbraio hanno aggredito, prima sferrandogli un pugno, e poi colpendolo con un’asta di ferro in testa, il 22enne del Mali che cercava lavoro nelle campagne di Torre Santa Susanna: si tratta di un padre e figlio, il primo già noto alle forze dell’ordine perché condannato nel 2014 per associazione di tipo mafioso e nel 2019 per riciclaggio.
I carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, guidati dal capitano Gianluca Cipolletta, allertati dai medici del 118 si erano recati, sabato mattina, all’ospedale Camberligno della Città degli Imperiali accogliendo la denuncia del ragazzo, ospite di una comunità di Torre Santa Susanna, che, tuttavia non aveva fornito elementi utili all’identificazione dei suoi aggressori. Ma raccontato che, invitato da padre e figlio a entrare in casa, era stato poi aggredito con un pugno e con un colpo in testa che gli aveva provocato una ferita lacero contusa guaribile in 20 giorni.
Nella giornata di ieri, dopo esser stato dimesso, i carabinieri hanno percorso in compagnia del ragazzo la strada che l’aveva condotto in una villetta di campagna dove padre e figlio stavano lavorando in un’abitazione in costruzione. Così, identificati i suoi aggressori, sono stati denunciati alla Procura di Brindisi per i reati di lesioni e sequestro di persona.
Sit-in della Casa del popolo: in piazza sabato 29 febbraio
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’associazione la “Casa del popolo” relativo all’aggressione del ragazzo di 22 anni del Mali
L’associazione di Torre Santa Susanna condanna l’aggressione criminale, che poteva avere conseguenze ancora più gravi, ai danni del ragazzo maliano, verificatasi venerdì mattina nel nostro comune.
Il clima di odio e di razzismo che si è venuto a creare in Italia è frutto di politiche securitarie e fasciste, dal decreto Minniti-Orlando ai due ultimi decreti sicurezza di Salvini.
Quello verificatosi a Torre è l’ennesimo episodio in Italia che vede un ragazzo di colore vittima di aggressione. Un episodio vergognoso e da condannare anche con i fatti. Ci auguriamo che il Comune in un eventuale procedimento penale si costituisca parte civile.
Abbiamo intenzione sabato 29 febbraio , insieme alla Comunità africana di Brindisi, di ritrovarci davanti al Siproimi Sadaka per esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza al ragazzo. Nei prossimi giorni comunicheremo i dettagli del sit-in. Invitiamo tutti gli esseri umani non razzisti a partecipare.