Home Cronaca Addio al professore Angelo Smedile

Addio al professore Angelo Smedile

da Cosimo Saracino
1 commento 363 visite

 

E’ stato maestro delle scuole elementari per diverse generazioni di mesagnesi. Oggi è morto il prof. Angelo Smedile, messinese di nascita, ma mesagnese di adozione e per amore. Tanti lo ricordano per la sua passione nei confronti delle tradizioni locali e per la personalità affabile e generosa. Vi riportiamo i ricordi di due persone che gli hanno voluto molto bene. Alla famiglia del prof. Smedile arrivino le condoglianze della redazione di QuiMesagne

Fernando Orsini scrive:  Sapevo già che nonostante la sua forte tempra, stavolta non ce l’avrebbe fatta. E nonostante ciò, aver appena saputo dalla figlia Annamaria che il professore Angelo Smedile non c’è più, è stato lo stesso un momento di profonda tristezza, ancor più per non avere la possibilità di salutarlo per l’ultima volta. Angiolino è stato apprezzatissimo insegnante di varie generazioni di ragazzi mesagnesi, profondo conoscitore delle nostre usanze pur provenendo dalla sua amata Messina. Padre e nonno tenerissimo, guida morale ed intellettuale per tutta la famiglia, sono stato onorato della sua amicizia e del suo sorriso sino a qualche giorno prima del fermo forzato. Serberò il ricordo di un uomo generoso e dolce e di lui mi mancheranno le ricche conversazioni di un’amabilità che non dimenticherò. Abbraccio fraternamente nel suo ricordo tutti i familiari che lo hanno amorevolmente vegliato sino alla fine. Ciao professò, ti verrò a trovare appena possibile. Ti sia davvero lieve la terra”

Giuseppe Florio lo ricorda con queste parole: “I primi due ricordi sono così tanto sfalsati nel tempo. Nel primo lui è seduto su uno dei divani in pelle rossa che provavano ad abbellire il salotto di casa nostra e mi porge con aria sorniona un regalo, l’enorme – enorme per un bambino di 6 anni – volume delle “Avventure di Tom Sawyer”. Nel secondo, sarà stato non più di dieci anni fa, una sua lunga telefonata per chiedermi di andare a trovarlo: vuole sottoporre alla mia attenzione alcuni suoi quadernetti di scritti, su Pascoli, Manzoni, ma anche riflessioni sulla vita, vergati a mano con grafia leggibile e ordine esemplare.
Non credevo che potesse morire il mio maestro elementare, il “professoresmedile” (chi avrebbe mai osato staccare il ruolo educativo dal suo cognome? O levargli un titolo così accademico?). E non perché a quasi cent’anni non sia giusto o naturale lasciare questo mondo. Ma perché io l’ho sempre visto (e cioè rappresentato nella mia mente) uguale a se stesso, immarcescibile, né giovane né vecchio, impettito con quella lieve lordosi che ne accentuava la nobiltà del passo, con l’aria sapida che solo i siciliani (“Ma di Messina!”, rivendicava) possono permettersi, con il sorriso appena abbozzato che faceva da apripista a battute argute e normalmente un po’ démodé, con la montatura degli occhiali appena calata su un lungo naso meridionale. Anche come insegnante è stato atipico. Apparteneva a quella generazione di educatori temuti e temibili, che avevano usato la “bacchetta” come metodo punitivo; ma lui aveva anche saputo emanciparsi, mescolando ai vizi dell’ancient regime pedagogico inusitati filoni di modernismo: fino a chiedermi di dettare ai miei giovani colleghi e correggere i loro dettati!
Il “professoresmedile” è stato, a 6 anni così come a 40, una figura onnipresente nel presepe della mia vita.
Mi aveva voluto bene, come si vuole bene ad un nipote e non ad uno degli alunni prediletti, mi aveva voluto bene anche quando era venuto in negozio – io già adulto – soltanto per rimproverarmi, vecchio paternalista di un altro secolo da cui prendevo di buon grado le rampogne. Mi aveva voluto bene tanto da farmi conoscere e frequentare la sua bella famiglia, l’amabilissima moglie (impossibile scordare lo spumeggiare del suo sorriso), le adorabili figlie Annamaria e Marisa, il figlio Gianfranco, gemmazione pressoché perfetta del padre.
Ora mi pesa non poterlo salutare e ringraziare di tanto disinteressato affetto, mi pesa non riuscire ad abbracciare i figli, mi pesa non piangerlo senza pudori, in piedi, per onorarlo degnamente”.

Potrebbe piacerti anche

1 commento

Ottavio Martellotta venerdì, 3 Aprile 2020 - 19:37

Ricordo con dolcezza il mio professore delle elementari… Ormai 60 anni fa ❤️

Commenti chiusi.

QuiMesagne – redazione@quimesagne.it
Testata giornalistica Qui Mesagne registrata presso il Tribunale di Brindisi Registro stampa 4/2015 | Editore: KM 707 Smart Srls Società registrata al ROC – Registro Operatori della Comunicazione n. 31905 del 21/08/2018

Amministratore Unico/Direttore Editoriale: Ivano Rolli  – Direttore Responsabile: Cosimo Saracino

Copyright ©2022 | Km 707 Smart Srls | P.I. 02546150745

Realizzato da MIND