Home Cultura Lettera aperta all’Europa – dei ragazzi della 2b della media “A. Moro”

Lettera aperta all’Europa – dei ragazzi della 2b della media “A. Moro”

da Cosimo Saracino
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Alcuni ragazzi della classe 2b del plesso “A. Moro” hanno realizzato questa lettera aperta che vuol essere una riflessione ed un invito ai paesi membri dell’Unione europea a stringerci e sostenerci tutti. Queste parole hanno un valore importante soprattutto ora, nel disagio e nella malattia. Buona lettura

Cara Unione Europa,

chi ti scrive è l’Italia, uno dei tuoi paesi membri, che, come noto, oggi vive una situazione di forte disagio e paura a causa della pandemia generata dal coronavirus, dapprima nel Nord Italia e successivamente diffusasi anche in altri Paesi dell’Unione e non solo.

Come ben ricorderai, sono stata uno dei paesi fondatori dell’Unione  Europea col  Trattato di Roma del 25 marzo 1957, in cui venne, per la prima volta, stabilito un mercato comune fra i sei paesi firmatari, prevedendo la libera  circolazione di persone, di beni e di servizi senza più barriere  nazionali.

Mi rivolgo in particolare alla Francia e alla Germania, ma anche all’Olanda, all’Austria e chiedo: “Perché tanta freddezza e ostilità nei  confronti dell’Italia? Perché nel momento della richiesta di aiuto avete alzato nei confronti del mio popolo un muro di cinismo e indifferenza?”. E ancora:  “Dov’è finito il principio di sussidiarietà tra i popoli sancito nella nostra Carta costituzionale europea?”.

Vi comportate senza il giusto rispetto, eppure il mio popolo, dopo ogni tragedia, ha sempre dimostrato, di trovare forza,  coraggio e inventiva,  tanto da rimettersi in piedi e ritornare a guardare il futuro con speranza.

Per l’ennesima volta mia cara Europa, il popolo italiano ha dimostrato di saper far fronte all’emergenza grazie alla bontà d’animo e all’ingegno di tutti i cittadini, anche delle maggiori firme del nostro made in Italy che, in un batter d’occhio, si sono riconvertite nella produzione di camici monouso, mascherine chirurgiche o di respiratori da montare nei centri di rianimazione.

Il popolo italiano  è sempre stato in prima linea nell’assicurare la solidarietà e gli aiuti economici a tutti quei paesi del mondo in stato di emergenza, ma  oggi devo ammettere, con un pizzico di amarezza, che la prontezza degli aiuti ricevuta dai paesi fuori l’eurozona quali la Cina, la Russia, l’Albania e la Grecia, avrei gradito riceverla anche dalle nazioni dell’Unione Europea.

L’unità, la solidarietà e l’armonia, simboli della bandiera dell’Unione Europea, con dodici stelle dorate sullo sfondo blu, si sono cosi polverizzate in un clima di egoismo nazionale.

Nonostante la resilienza del mio popolo si avverte oggi la necessità di essere aiutati, sostenuti e accarezzati da tutti voi membri dell’Europa.

Gli italiani vogliono poter uscire al più presto da quest’incubo, in modo da potervi accogliere ancora una volta, quando verrete come turisti nelle nostre regioni per gustare la nostra cucina, per ammirare i nostri tesori artistici e i nostri paesaggi, per respirare l’aria unica del nostro mare e delle nostre montagne.

Sono rammaricata per il trattamento ricevuto e sinceramente faccio fatica a riconoscermi in una comunità europea che a parole si definisce unita, ma che in questo momento di difficoltà, in cui  l’UE dovrebbe fungere da collante, si dimostra più individualista che mai.

Qualche giorno fa, precisamente il 7/04/2020, si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute, che  ricade in un momento buio, in cui l’intero pianeta affronta il mostro del coronavirus. Come afferma il presidente Mattarella, il valore della salute è una componente essenziale del diritto alla vita, presidio da preservare e rafforzare nella solidarietà tra i popoli.

Sono orgogliosa di questi valori e del fatto che la mia Nazione stia dando il massimo, stia lottando con le unghie e con i denti per contrastare questo mostro.

L’Italia, paese unico per i suoi colori, la vivacità della sua gente, la ricchezza della sua cucina e dei suoi monumenti, oggi combatte una battaglia dura e richiamando un’arguta favola di un famoso filosofo tedesco proprio come i porcospini noi membri dell’Europa, mentre cerchiamo di aiutarci vicendevolmente, ad un tratto sembriamo farci male per la troppa vicinanza, per cui dobbiamo prendere le distanze, per evitare qualsiasi forma di somatizzazione dei problemi dell’altro. Eppure la solidarietà in questo momento è l’unica arma che potrebbe far risorgere  l’intera umanità.

Occorre lavorare fin da subito affinché si possa realizzare l’ambizioso Obiettivo  16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile, obiettivo  finalizzato alla pace, alla giustizia e al rafforzamento delle istituzioni , esso  mira a “Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire l’accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive”. Un ruolo essenziale dunque è così esplicitamente affidato alla pace, alla giustizia e alle istituzioni responsabili. La promozione di società pacifiche, eque e inclusive, fondate su sistemi di giustizia corretti e solidi, libere dalla criminalità e dalla violenza costituisce la vera base nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze, e contribuisce al contempo al rafforzamento della stabilità, alla crescita economica e alla tutela dell’ambiente.

Cara Europa, se solo sapremo aiutarci vicendevolmente,  alleggeriremo i pesi e le ansie di ognuno di noi perché questa brutta epidemia,  purtroppo, ha messo diverse nazioni a dura prova.

Solo facendoci forza gli uni con gli altri potremo trovare una strategia comune a sconfiggere prima questo brutto mostro e se ci incoraggeremo a vicenda potremo, attraverso l’energia positiva che riusciremo a sprigionare, far tornare sulle nostre vite l’arcobaleno. Ci rialzeremo sicuramente e saremo più forti di prima!!!

Con affetto, la tua Italia.

Benedetta MURRI

Marialucia DEFAZIO

Valeria LAMARMORA

Martina MOLFETTA

Andrea SARACINO

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