Home Cultura Il Mes spiegato da Giovanni Vecchio, alunno dell’istituto economico Epifanio Ferdinando

Il Mes spiegato da Giovanni Vecchio, alunno dell’istituto economico Epifanio Ferdinando

da Cosimo Saracino
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Il periodo che stiamo vivendo porterà uno sconvolgimento economico che verrà ricordato per sempre nella storia del genere umano; oggi più che mai veniamo “bombardati” da termini tecnici che condizioneranno il nostro futuro ma di cui spesso non comprendiamo il significato. In questa rubrica spiegheremo volta per volta, nella maniera più semplice possibile, il significato di termini quali: Mes, Coronabond, Pil, ecc.

COS’È IL MES
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (conosciuto come Mes) è un’organizzazione internazionale con sede a Lussemburgo nata come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria dell’eurozona.
Il Mes è nato durante la crisi della zona euro sulla base del Fondo Europeo di stabilità finanziaria che era stato creato nel 2010 per la Grecia. Entrato in funzione nel 2012 e diretto dal tedesco Klaus Regling, ha un capitale autorizzato di 700 miliardi di euro, di cui solo 80 sono stati effettivamente versati dagli Stati membri: l’Italia è il terzo maggior sostenitore con un contributo di 14 miliardi di euro. Versano più del nostro Paese solo Germania e Francia.
Tra il 2010 e il 2015 il Mes ha salvato cinque paesi: Grecia (tre programmi di assistenza finanziaria), Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro. In cambio degli aiuti, questi Stati membri hanno dovuto sottoscrivere un “memorandum d’intesa” e impegnarsi ad attuare una serie di riforme sotto il monitoraggio della cosiddetta “Troika” formata da Commissione, Banca centrale europea e Fondo Monetario Internazionale.
E’ uno strumento importante, un passo avanti verso l’unificazione degli strumenti fiscali, uno strumento in grado di fornire risorse a Paesi che magari rispettano le regole, sono in buona salute finanziaria ma finiscono in sofferenza per cause esterne. Si tratta di risorse comuni, utilizzate anche per la stabilità dell’euro.
Il fondo emette prestiti per assicurare assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà ma a condizioni molto severe, che possono variare dal rispetto di un programma di correzioni macroeconomiche (cercando quindi di stabilizzare l’economia evitando fenomeni negativi come l’aumento dei prezzi e la crescita della disoccupazione) al rispetto di condizioni rigorose come il Patto Di Stabilità che a sua volta mira a garantire la disciplina di bilancio degli Stati membri dell’UE per evitare disavanzi pubblici eccessivi (eccesso delle uscite rispetto alle entrate) contribuendo così alla stabilità monetaria. E’ inoltre previsto l’appoggio delle banche private nel fornire aiuto agli Stati in difficoltà e, nell’eventualità che anch’esse si trovassero in grave difficoltà, sarà proprio il Mes ad occuparsi di raccogliere le risorse necessarie per salvare banche di particolare interesse per l’UE.

La rubrica è curata dall’alunno Giovanni Vecchio, della classe VB indirizzo Informatico dell’Istituto Tecnico Economico “Epifanio Ferdinando” di Mesagne, sotto la guida del prof. Ronzini di Economia Aziendale.

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1 commento

Andrea sabato, 25 Aprile 2020 - 11:00

Leggendo l’articolo mi ha colpito la frase secondo la quale il Mes ha salvato 5 Stati. Mi chiedo se c’è sarcasmo o semplice eufemismo. Senza entrare nel merito delle colpe degli Stati nel gestire le loro finanze, mi chiedo in che modo questo meccanismo perverso di stabilità abbia salvato la Grecia. Culla della civiltà e della democrazia, la Grecia per essere “salvata” ha visto svanire la sua sovranità politica, economica e la sua libertà, finita in pasto alla famigerata troika, un mix di poteri politici e finanziari, che ha la cura per la salvezza degli Stati. Qual è il prezzo della salvezza? Ebbene questa cura nel decennio nero della Grecia ha comportato più di 40.000 suicidi, aumento del 50% della mortalità infantile, povertà diffusa, crollo dell’istruzione scolastica, più di 3.000 morti per carenza sanitaria, risparmi dei cittadini bloccati dalle banche. Ancora oggi la Grecia vive questo dramma. Tutto questo è scritto nero su bianco nel rapporto del Commissariato per i diritti umani del Consiglio d’Europa che parla per la Grecia di violazione dei diritti umani e del diritto alla salute. Tutto questo in uno Stato europeo, in mano alla troika europea. Chiudo citando testuali parole dell’ex presidente della commissione UE Juncker: “Con la Grecia abbiamo sbagliato, l’austerità fu avventata”. Caro Junker, vergogna!

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