Erano le ore 16,00 di 40 anni fa, il 19 maggio 1980, quando sulla superstrada Taranto-Brindisi, un pulmino che trasportava 15 braccianti agricole tentò il sorpasso ad un camion che sostava sul bordo della strada. Probabilmente sbandando, andò a finire con la fiancata destra sul camion. Tre ragazze sedute da quel lato del pulmino trovarono la morte. Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 anni e Donata Lombardi di 23 anni. Tutte e tre di Ceglie Messapica.
In quelle ore, oltre ai corrispondenti dei nostri giornali locali, La Gazzetta del Mezzogiorno e Quotidiano, arrivarono a Ceglie, per seguire le vicende successive a quel drammatico incidente, i giornalisti dei quotidiani nazionali. Ricordo gli inviati di Paese Sera, de l’Unità, de Il Manifesto, de L’Ora di Palermo. Tg2 Dossier inviò il compianto giornalista Giuseppe Marrazzo che allora seguiva importanti reportage sulla criminalità. Su Ceglie Messapica, per alcune settimane, si concentrò l’attenzione dell’Italia. C’era molta tensione. Durante la preparazione della manifestazione sindacale organizzata in risposta a quelle tragiche morti del lavoro vi furono molte provocazioni da parte dei caporali. Sfidavano apertamente lo Stato e la legalità.
Il giorno dopo l’incidente, accompagnammo la segretaria generale della Federbraccianti, Donatella Turtura, a fare visita alle tre famiglie delle lavoratrici. Il dolore era impenetrabile! Quelle morti erano state causate da condizioni di lavoro ingiuste. Al funerale partecipò con intenso dolore e commozione l’intera cittadinanza. La manifestazione unitaria del Sindacato si svolse dopo tre giorni. Parteciparono, con i gonfaloni, molti sindaci, i partiti politici, i consigli di fabbrica, le scuole ed associazioni. In quei giorni, Rita Mastantuono, poetessa cegliese,scrisse una bella poesia dedicata alle tre giovani donne.
“Non si può morire a 18 anni, ad interrompere la corsa sul prato appena iniziato. Non si può morire a 18 anni in un giorno radioso di maggio”…. Non si può morire a 18 anni, con l’odore dell’erba sul viso, alla prima nota d’un canto spiegato per quel pugno di fragole rosse rosse nel più rosso del sangue!…
Donatella Turtura in Piazza Plebiscito a conclusione del comizio aveva detto: “questa società è così ingiusta, paga un calciatore tanti milioni e dà poche decine di lire a chi suda e lavora nei campi.”
Dopo 40 anni, tale riflessione è ancora attuale. Soltanto dopo tante lotte ed anche dopo che si sono consumate altre vittime di caporalato, finalmente ad ottobre 2016 è stata approvata dal Parlamento la legge 199, contro lo sfruttamento e il caporalato.
Una legge che prevede una rete di qualità nel territorio per l’avviamento al lavoro, pene più severe per chi utilizza i caporali, un trasporto più adeguato.
Il fenomeno del caporalato oggi è ancora forte e presente, soprattutto nelle fasi delle stagioni di raccolta della frutta e verdura.
Il problema riguarda anche le migliaia di lavoratori extracomunitari che vivono nelle campagne e sono molto spesso assoggettati ancora alle condizioni dettate dai caporali.
E’ necessario vigilare perché sia attuata la legge.
A 40 anni di quel tragico 19 maggio, anche così si onora e si rispetta Lucia, Pompea e Donata.