Questa mattina, in Brindisi, personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi e del Gruppo Forestale di Brindisi ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dott. P. MONTINARO, ponendo agli arresti domiciliari due persone del luogo, PANSARDI Roberto e Chiara, rispettivamente padre e figlia per furto aggravato di numerosi esemplari di avifauna, ricettazione di fauna selvatica ed esotica, maltrattamenti di animali (per aver cagionato lesioni e deterioramento delle condizioni fisiche di esemplari di avifauna).
L’operazione di p. g. scaturisce da un’indagine attivata dal Nucleo Investigativo per la denuncia per lesioni aggravate commesse nei confronti dei fratelli di PANSARDI Roberto, i quali avevano riportato sintomi di avvelenamento da “tallio”. In tale contesto, il monitoraggio tecnico nei confronti di PANSARDI Roberto, pur non confermando l’iniziale impianto accusatorio, ha fatto emergere l’esistenza di un sistema ben organizzato, con la complicità a vario titolo di altri n.4 soggetti indagati, dedito al traffico illecito di avifauna esercitato prevalentemente all’interno del Parco naturale Regionale Salina di Punta Contessa di Brindisi, zona tutelata ed interdetta a qualunque tipo di attività e/o prelievo venatorio. La zona è stata istituita dal Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare con D.M. del 04.02.2000 ed è considerata “Oasi di Protezione” per lo stazionamento della fauna selvatica stanziale e migratoria, la cui apprensione e/o detenzione è vietata perché patrimonio indisponibile dello Stato, in area naturale protetta ai sensi della legge-quadro 394/91, nonché della fauna esotica per la quale esiste una rigida normativa che fa riferimento al CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) che tutela il commercio di flora e fauna in via di estinzione, il cui possesso è soggetto a permessi certificati.
In particolare, l’indagine, condotta da ottobre 2018 fino ad aprile 2020, ha permesso di accertare, che Roberto e Chiara PANSARDI:
ü privi di licenza di caccia, predisponevano mezzi vietati per legge per la cattura/furto della fauna, mediante sistemi fraudolenti, quali richiami acustici riproducenti il verso degli uccelli, trappole a scatto e varie reti da uccellagione, per cui molti esemplari morivano imbrigliati per effetto del vento, del freddo e dell’annegamento, e con procedimenti violenti, quali tarpatura delle ali, taglio delle penne remiganti e recisione delle prima falange, comportando sofferenze e alterazione delle caratteristiche etologiche, col fine di impedirne l’involo;
ü procuravano sia animali vivi da vendere poi ad allevatori del centro e nord Italia, e/o per implementare un personale allevamento per realizzare una “fattoria didattica”, sia animali morti da imbalsamare essendo PANSARDI Roberto pratico di tassidermia;
ü approntavano possibili giustificazioni per cosa dire in occasione di eventuali controlli antibracconaggio e durante le uscite si portavano dietro della canne da pesca o la macchina fotografica per fingersi pescatori o vigilanti AIFAO (Amatori Italiani Fagiani e Acquatici Ornamentali) per il controllo della migrazione di specie selvatiche, oppure tenevano nel veicolo in uso un berretto con scritta “Corpo Forestale” da indossare in presenza di osservatori indesiderati.
In particolare nel corso dell’attività:
ü 06.05.2019 cedevano, al fine di trarne un ingiusto profitto, n.45 esemplari di fauna selvatica ed esotica provento di furto, sottoposti a sequestro a seguito del rinvenimento in Pezze di Greco di Fasano nelle disponibilità dello stesso 66enne, che li trasportava a bordo del proprio autocarro;
ü 31.05.2019 sono stati sequestrati nel corso di una perquisizione domiciliare nell’abitazione dello stesso PANSARDI n.92 esemplari di fauna selvatica ed esotica provento di furto;
ü 22.04.2020 sono stati arrestati PANSARDI Roberto e la figlia Chiara in flagranza di reato per il reato di furto aggravato, allorquando nel doppio fondo ricavato con una scatola artigianale appositamente costruita in legno, nel veicolo in loro uso, venivano rinvenuti quattro esemplari di avifauna, dagli stessi illecitamente catturati, essendo sprovvisti di autorizzazione venatorie.
Contestualmente all’ordinanza in esecuzione alla misura cautelare reale ai sensi dell’art. 321 c.p.p. sono stati sottoposti a sequestro preventivo 45 esemplari tra specie erotiche ed acquatiche di cui 24 sono state liberate, 9 esemplari erano deceduti e 12 specie sono stati consegnati al centro recupero fauna selvatica di Bitetto(BA). E’ stata inoltre rinvenuta e sottoposta a sequestro amministrativo una rete da uccellagione.