Riceviamo e pubblichiamo: Quando dei giovani pieni di iniziativa devono guardarsi le spalle dalle imboscate dell’amministrazione comunale, la situazione diventa intollerabile.
Parliamoci chiaro, che il Salento Fun Park stesse sulle scatole al Sindaco Matarrelli è questione nota da tempo.
Non so se per vecchi rancori, come punizione per non averlo appoggiato alle scorse elezioni comunali, o per inconfessabili speculazioni politiche in atto al prossimo giro elettorale; fatto sta che, per il primo cittadino, quel posto è di troppo.
Seguite bene la storia che ho da raccontarvi, perché ha dell’inverosimile.
Il SFP altro non è che un laboratorio urbano, ossia uno spazio comunale in disuso che alcuni giovani hanno preso in gestione e rilanciato: non sto a raccontarvi quanto lavoro hanno fatto, è sotto gli occhi di tutti (almeno, per quelli che vogliono vedere).
Lo scorso anno la Commissaria prefettizia decide, proprio in virtù dell’alto valore sociale e aggregativo che riconosce a quel luogo, di prorogare la concessione fino al 2023.
Lo scorso giugno viene eletto sindaco Matarrelli e – poco dopo – la stampa a lui molto vicina annuncia l’intenzione di andare a bando nel 2020 per decidere a chi affidare detto spazio comunale.
Scoperto il rinnovo, il sindaco s’indigna e minaccia revoca dello stesso in quanto – suo dire – illegittimo; minaccia soltanto, però, perché ben presto qualcuno lo avvisa che il contratto stipulato tra il SFP e il Comune di Mesagne è valido ed efficace.
Ad un tratto, poi, l’amministrazione sembra rinsavire: il SFP non si tocca, anzi, la concessione va confermata.
Non vi nascondo che io per primo ho apprezzato il gesto del Sindaco, l’ho visto come un gesto di distensione verso la tanto decantata pace sociale a Mesagne.
Si attiva, quindi, la procedura per il rinnovo della concessione: la proposta viene portata in commissione e – con l’assenso delle opposizioni – il 30 giugno arriva in Consiglio Comunale per l’approvazione.
Al voto vi è l’unanimità, con l’esclusione del consigliere Ferraro, che si astiene per motivi formali e non sostanziali.
Solo a questo punto la nuova convenzione viene inviata ai gestori del SFP: detta convenzione è un copia-incolla della precedente, con un’unica differenza. Una singola frase.
Questa: “È espressamente vietata la vendita/somministrazione di alcolici”.
Vi starete chiedendo: e quindi?
Eh, veniamo al punto.
Il SFP non riceve un euro dal Comune di Mesagne, e i ragazzi che lo gestiscono non prendono un euro di stipendio.
Sapete come finanziano il laboratorio urbano? Col bar, con la vendita di snack, soft drink e, per l’appunto, alcolici.
Hanno lanciato serate tipo il VenerDrink, l’aperitivo del venerdì, con vendita di alcolici – sia chiaro – esclusivamente a maggiorenni.
Vietare la vendita di alcolici significa condannare il Salento Fun Park alla chiusura. Agli amministratori del posto non resterebbe altro che chiudere o autofinanziarsi.
Vi sembra giusto?
Non avremo più serate con ospiti come Ilaria Cucchi e Mimmo Lucano; non avremo più un luogo di ritrovo per adolescenti o corsi di skate per ragazzini accompagnati dai genitori.
Si dirà: ma tutto il consiglio comunale, ossia maggioranza e opposizione, ha votato il rinnovo con detta condizione.
E qui viene il bello.
Una “manina” ha aggiunto la nuova clausola senza notiziare i consiglieri comunali.
Nessuno in Commissione ha mai notiziato i componenti dell’opposizione del cambio che si intendeva fare.
Nessuno ha mai detto che tecnicamente non poteva parlarsi di proroga ma di nuovo accordo a condizioni differenti.
Certo, i consiglieri di opposizione presenti in commissione avrebbero dovuto leggersi le “carte” e non l’hanno fatto, e di ciò dovrebbero assumersi la responsabilità politica.
Si sono fidati e hanno sbagliato.
Proprio come i ragazzi del SFP: si sono fidati dell’amministrazione e non avrebbero dovuto.
Ma diciamocelo chiaramente: è come se un figlio venisse tradito dal padre.
Per fortuna del SFP c’è un accordo in essere, valido fino al 2023, che li tutela almeno fino a tale data. Perché ve lo anticipo: ove il Comune di Mesagne revocasse quell’accordo, il TAR, per giurisprudenza consolidata, darebbe ragione ai ragazzi e non all’amministrazione. Anzi, in quest’ultimo caso ipotizzato, l’amministrazione si ritroverebbe ad essere condannata, con conseguente danno erariale.
Ma al netto di tutto, vi pare normale che l’Amministrazione boicotti dei ragazzi che si impegnano per il territorio?
Il Sindaco a parole è “per i giovani”, nei fatti non lo è per nulla. Non sopporta né mai sopporterà l’indipendenza di quel posto, il fatto che quei ragazzi non abbiano nulla da chiedere.
Avete letto bene: non sopporta che quei ragazzi non abbiano nulla da chiedergli.
È l’indipendenza che dà fastidio.
Meglio sudditi, sono più facilmente controllabili.
I giovani sono il futuro? Allora bisognerà fermarli subito.
1 commento
Non lo avranno votato.. Questo è il tanto decantato sindaco… Apparenza buona
. Ma dentro… Mamma mia…. Che persone in quel comune… Ridicoli
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