Sembrava un freezer l’aula del Consiglio comunale nella riunione di ieri sera. E non per la temperatura mite di questi giorni di settembre, ma per gli atteggiamenti glaciali tra il Sindaco e la sua maggioranza. Il piccolo manipolo di consiglieri a sostegno di Molfetta che hanno preso parte ai lavori della massima assise cittadina, poco hanno fatto per riscaldare il dibattito che ne è nato dopo le comunicazioni del sindaco sulle problematiche del Bilancio e le lettere della Corte dei Conti. Lo stesso primo cittadino ha volutamente abbassato il manometro della pressione minimizzando su una condizione generale dei conti pubblici piuttosto preoccupante. Freddo e attendista l’intervento dell’avvocato Orsini, gruppo “Pd-Io ci credo”, che ha rimandato il problema alla maggioranza a causa di un probabile “balletto di responsabilità interno”. Quasi a dire è un problema vostro, adesso vedetevela fra di voi.
Chi si attendeva fuoco e fiamme dal dibattito è rimasto deluso e a tratti piuttosto preoccupato. Forse è mancato l’intervento del coordinatore Toni Matarrelli, a Bari per un incontro con Emiliano, che avrebbe certamente riscaldato gli animi ponendo dei seri dubbi sull’attività di gestione dei conti comunali. Dichiarata inammissibile la domanda di attualità sul tema dei numeri presentata in mattinata dal consigliere Dimastrodonato, il presidente del Consiglio ha dato la parola al Sindaco per le comunicazioni. “Dopo che tutti hanno parlato di bilancio, adesso parla il sindaco”. Dihiarazione di guerra che poteva portare ad uno stravolgimento dei lavori. Invece, Molfetta approfittando del momento ha sciorinato numeri, raccontato eventi e disarmato volontà bellicose di chi avrebbe gradito un dibattito più lungo sulla calendarizzazione di un ordine del giorno o sulla stessa domanda di attualità. Sembrava un francescano ad un incontro di economisti. “Ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti e tempo per sistemare i conti”. E’ questa la sintesi di un intervento tecnico, che riportiamo in calce a questo articolo, pronunciato dal sindaco con lo sguardo rivolto per il 90 per cento del tempo verso il capogruppo del PD Ninni Mingolla. Ma di tempo forse le casse del comune non ne hanno così tanto, visto il continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria.
Primo dei consiglieri di maggioranza ad intervenire è stato Gino Vizzino che ha evidenziato una rottura di dialogo con il sindaco rispetto alla scelta di utilizzare le Comunicazioni per parlare di Bilancio. Vizzino, con un atteggiamento molto sommesso e preoccupato, ha rimandato l’argomento ad un approfondimento in maggioranza aprendo di fatto una crisi politica. Il consigliere di maggioranza ha espresso le sue perplessità sul bilancio perchè ha detto: “potremmo consegnare una situazione economica di lacrime e sangue alle future amministrazioni comunali”. Il resto del dibattito ci è sembrato rigido nella forma. Cosimo Saracino
Intervento del Sindaco nel Consiglio Comunale del 26/sett.
La Corte dei Conti (sez. Regionale di Controllo per la Puglia) è un tribunale civile decentrato che, per c
onto del Ministero degli Interni, esamina l’andamento dei conti pubblici di tutti i comuni di Puglia, valuta la legittimità dei documenti contabili ed il buon andamento della finanza locale. Ha un Giudice Istruttore che esamina gli atti, istruisce le pratiche, chiede chiarimenti ed integrazioni ed un Collegio Giudicante che li giudica e assume i provvedimenti conseguenti. Sulla base dei rilievi posti o delle illegittimità eventualmente riscontrate, la Corte può assumere una serie esponenziale di provvedimenti che vanno dalla semplice indicazione dei meccanismi di autocorrezione dei conti, ai provvedimenti sanzionatori ( interdizione/ preclusione di programmi di spesa non sostenibili: blocco delle assunzioni, delle consulenze, delle spese di rappresentanza ecc..) fino al così detto “ dissesto guidato” con la segnalazione in Prefettura e la richiesta di commissariamento dell’Ente.
Gli atti che produce la Corte sono indirizzati al Sindaco in quanto rappresentante legale pro tempore dell’Ente e per esso al dirigente degli uffici finanziari e al Collegio dei Revisori del Comune. Si tratta quasi sempre di atti molto complessi che richiedono una buona conoscenza delle leggi e delle procedure contabili e che impegnano lungamente gli uffici finanziari i quali sono chiamati a rispondere alla Corte nei tempi richiesti e a derubricare in un linguaggio comprensibile il senso di missive spesso criptiche per i non addetti ai lavori.
Il Comune di Mesagne è sotto inchiesta dal 2015 ed ha ricevuto una serie lunghissima di atti, di richieste di integrazioni e di spiegazioni riferiti ai consuntivi del 2012-‘13 e soprattutto al consuntivo 2014. Questa lunga istruttoria non si è conclusa con le nostre risposte epistolari ma ha portato il Comune di Mesagne a giudizio in adunanza pubblica il 5/10/2017. A questa fase dibattimentale, cui ha partecipato il sindaco, il segretario generale oltre al responsabile dei servizi finanziari, ha fatto seguito la trasmissione deliberazione n° 139/2017 in cui la Corte esplicitava gli elementi di criticità dei bilanci esaminati e imponeva l’obbligo per il Comune di rispondere in Consiglio Comunale, entro i 60 giorni successivi, assumendo impegni stringenti per una radicale correzione di rotta. Quali le criticità strutturali segnalate in delibera dalla Corte?
1) reiterato ricorso all’anticipazione di tesoreria e deficit strutturale di cassa
2) scarsa capacità di riscossione soprattutto sul fronte delle entrate tributarie
3) mancato contenimento della spesa corrente
4) violazione del parametro deficitario n4 (aumento sovra soglia 40% dei residui passivi provenienti dal titolo 1° delle entrate correnti rispetto agli impegni previsti nella spesa corrente)
5) ritardo nella tempestività dei pagamenti
I primi tre punti rappresentano invero l’ossatura su cui si incardina una crisi strutturale della gestione finanziaria del Comune che parte dal 2013 e perdura stabilmente fino ad oggi. Non entro nel merito di questi punti su cui vi è stata una ampia e approfondita discussione in sede di Consiglio Comunale.
Il Consiglio C.le risponde alla Corte approvando la famosa delibera n° 5/2018 dell’11/1/2017 nella quale sostanzialmente recepisce tutte le osservazioni poste dalla Corte e annuncia una serie di provvedimenti correttivi che mirano a correggere nel tempo quelle anomalie sopratutto attraverso:
• l’esternalizzazione ad Agenzia delle Entrate della riscossione volontaria delle entrate tributarie.
• l’aumento della capacità di riscossione generale dell’ente con una serie di provvedimenti specificati
• un piano di alienazione del patrimonio immobiliare
• un piano di razionalizzazione della spesa che impone altresì di rientrare nella regolarità contabile del parametro n° 4 e di garantire la tempestività di pagamento dei debiti regolarmente esigibili.
Eravamo a questo punto a gennaio u.s. poi la discussione è ancora proseguita sulle stesse traiettorie in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo 2018 ( marzo) e consuntivo 2017 (giugno).
Il 12 luglio u.s. il magistrato inquirente della Corte dr.ssa DeCorato avvia l’istruttoria sul rendiconto 2015 e chiede seguenti chiarimenti e integrazioni su:
• Risultato di amministrazione: chiede di dettagliare sul metodo di calcolo dei fondi di accantonamento rischio crediti e chiede perché non sono rendicontati i contenziosi ancora in essere e gli accantonamenti ad essi riservati.
• Flussi di cassa: evidenzia uno squilibrio di cassa per la parte corrente dovuto all’anticipazione di tesoreria che continua ad esser elevata soprattutto per la bassa riscossione delle entrate tributarie e delle entrate da trasferimenti correnti sia in conto competenza ed in conto residui.
• FPV: chiede conto della quantificazione e della gestione FPV ma sopratutto della mancanza dei crono programmi e delle rispettive fonti di finanziamento per opere pubbliche programmate in conto capitale
• Evoluzione FCDE e gestione dei residui: chiede quale metodo gli uffici finanziari seguono nel calcolo del FCDE in fase di riaccertamento ordinario dei residui attivi 2015 e straordinario dei residui 2014, chiede elenco e motivazioni per cui vengono stralciati i crediti ormai inesigibili.
• Contrasto all’evasione tributaria nelle fasi di accertamento e riscossione: chiede di sapere se gli impegni presi in delibera sono stati rispettati e qual è la situazione aggiornata sulla riscossione dei ruoli ordinari e di evasione delle entrate tributarie
• Rapporto sulla tempestività dei pagamenti se e quali debiti sono stati onorati e se vi è stato un adeguamento della struttura organizzativa per far fronte al pagamento delle opere e delle forniture ancora esigibili
• Chiede inoltre conto :debiti fuori bilancio – Somme per accensione di mutui- Atti di transazione
Il Comune di Mesagne, entro il termine ultimo fissato e cioè entro il 15/9/18, risponde alla Corte con una nota PEC a firma congiunta del dirigente e del sindaco ed invia una serie di allegati di natura tecnico-contabili, compresa la relazione dei Revisori che licenziava con parere favorevole il rendiconto 2015 come peraltro tutti i rendiconti su cui si è fin qui espressa . Sia la nota di risposta sia gli allegati richiesti sono naturalmente atti pubblici che ognuno può visionare e su cui io non mi soffermo. Questo lo stato dell’arte. Nessuna ulteriore convocazione a giudizio, nessun decreto di dissesto o di pre-dissesto (almeno fino ad oggi).
Ma esiste un rischio default seppur potenziale ? E cosa sta facendo il Comune per scongiurare questa ipotesi? Il Comune sta cercando faticosamente di attuare i correttivi che il Consiglio Comunale ha licenziato ma la strada è lunga e faticosa, riguarderà questa legislatura e quelle che seguiranno .
• E’ stata avviata la esternalizzazione della riscossione volontaria dei tributi maggiori, ma i frutti non possono registrarsi in così breve tempo anche perché il dato congiunturale di crisi economica del paese non si è modificato per cui c’è tanta gente che non può pagare e non pagherà all’Agenzia così come non ha pagato al Comune. I dati SIOPE relativi all’entrate tributarie compresi i fondi perequativi dello Stato fatte registrare nel 2016 e nel 2017 si equivalgono (13,3 – 13,9 ml di euro) mentre nel 2018 siamo intorno ai 7 ml di euro fra competenza e residui incassati in linea con lo storico. In particolare: IMU 1.7 ml, TASI ( fra abitazione principale e fattispecie diversa) quasi 700.000 , TARI 1 ml circa, IRPEF quasi 900.000 euro mentre dal fondo perequativo dello Stato abbiamo incassato già 2,2 ml. Possiamo dire in conclusione che vi è un trend consolidato delle entrate tributarie e contributive che in competenza si attestano in genere sul 60% del carico previsto
• Sul fronte dell’accertamento evasione ruoli anni pregressi non vi sono ne lacune ne ritardi. Ad oggi dai prospetti risulta per es. che sul recupero evasioni ICI/IMU anni pregressi abbiamo incassato circa 1,2 ml mentre 2,7 sono le somme in conto residuo. Sul recupero TARSU anni pregressi abbiamo incassato circa 900.000 euro mentre circa 500.000 sono a residuo
• Abbiamo mappato gli immobili da alienare implementando il piano triennale delle alienazioni, ma i beni più potenzialmente redditizi cioè Masseria Belloluego e Convento dei Domenicani non hanno ad oggi mercato. Per cui poco sta entrando dalle alienazioni. Sul patrimonio c’è il monitoraggio costante e l’emissione di atti conseguenti per il recupero di morosità nel pagamento degli affitti, così come c’è il monitoraggio delle concessioni commerciali e di aree pubbliche con l’invio di sanzioni che però, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono a ruolo e non sono tempestivamente riscossi.
• Abbiamo invece irreggimentato il controllo delle utenze e almeno per le utenze AQP abbiamo rendicontato debiti per 4 mila euro a fronte dei 80.000 richiesti. Stiamo per mettere a regime la telefonia ed abbiamo in animo di realizzare un progetto di risparmio energetico con la sostituzione a led delle lampade dell’illuminazione pubblica. Stiamo per rivedere il costo degli oneri di costruzioni anche se è improbabile che si possano fare degli aumenti consistenti su un fronte quello dell’edilizia che faticosamente stenta a ripartire..
• Abbiamo inviato ordinanza ingiunzione di pagamento ai comuni dell’ambito per morosità nel pagamento delle quote di cofinanziamento e fuori budget anni pregressi. Il comune di Latiano si è opposto e si sta approfondendo davanti al giudice il merito delle richieste economiche, mentre i comuni di Torre e Torchiarolo non si sono opposti nei tempi previsti. Sia chiaro che la partita è ancora lunga ma è stata avviata e sarà proseguirà perché le morosità continuano e si mantengono ad oggi intorno ai 700.000 euro. Abbiamo riscosso i crediti da altri comuni per le rette ricovero cani, e le somme dovute per occupazione del sottosuolo pubblico da impianti fotovoltaici.
• Abbiamo ridotto di gran lunga i tempi di attesa per il pagamento delle fatture arretrate e ci siamo tolti gran parte del debito accumulato negli anni
• Persiste invece immutato il ricorso all’anticipazione di tesoreria (ultimo dato rileva che siamo intorno ad uno scoperto di circa 5,5 ml) che certamente non si riuscirà a ripianare entro l’anno finanziario in corso. Non c’è un piano organico di razionalizzazione della spesa corrente, un adeguato controllo di gestione e i tagli alla spesa improduttiva si sono determinati estemporaneamente per interventi puntiformi non organici (riduzione spesa del personale per cessati o pensionamento, taglio delle spese di rappresentanza, tagli nell’uso del parco mezzi, dismissione locazioni immobiliari inutili, ecc..)
La messa in atto di queste misure non è semplice e presuppone un cambio culturale radicale a 360° che deve coinvolgere tutti: dal sindaco ai suoi assessori che sono il primo imput a nuovi e magari non programmati impegni di spesa, agli uffici finanziari che debbono costantemente coordinare e monitorare i centri di costo, alla struttura tecnica che deve uniformarsi al cambiamento imposto dall’armonizzazione e che deve imparare a produrre un monitoraggio costante delle entrate e delle spese di settore per dare contezza agli uffici finanziari della situazione in tempo reale. Naturalmente c’è bisogno di tempo, perché vi sono condizioni oggettive che frenano la ripresa economica e finchè c’è la contrazione dei trasferimenti correnti ed il mancato introito delle tasse non ci può essere alcun risanamento. Né il risanamento può essere affidato alla riduzione della spesa corrente poiché questa oltre un certo limite non può andare se si vuole governare in condizione di pace sociale. Pensate a cosa vorrebbe dire se noi adottassimo in maniera drastica le linee guida regionali per i servizi rivolti ai disabili o agli anziani o ai diseredati scoppia la rivoluzione sociale e l’amministrazione muore soffocata dall’opposizione sociale prima che da quella politica. Quindi i tagli o i sacrifici richiesti debbono essere graduali e non colpire acriticamente tutti come si potrebbe fare magari aumentando su tutti la pressione fiscale o introducendo nuovi balzelli.
Per onore di verità gran parte delle criticità che si rincorrono nel tempo io li ho segnalate in tutte le sedi proprie molto prima della sentenza della Corte. Li ho segnalate in C.Cle e nelle commissioni consiliari in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2016-18 e dei consuntivi 2015/16/17 ed in ogni occasione d’incontro con le istituzioni pubbliche. Li ho comunicati all’intera cittadinanza nella festa patronale 2016 ed in ogni altra occasione utile. Credo di aver rappresentato, per la prima volta senza infingimenti, la gravità di una situazione che se non adeguatamente corretta avrebbe portato l’Ente al default. Mi rendo conto che a quel tempo sarò sembrato ai più un eretico che bisognava zittire. Costato con qualche riserva che oggi al contrario si è scatenata una sorta di frenesia collettiva o di panico a scoppio ritardato che non si spiega … o forse si.
Questa la linea politica adottata fin qui con grande fatica e con grande senso di responsabilità. La situazione economico-finanziaria dell’Ente è stazionaria, ma non siamo fuori dal tunnel perché le misure di risanamento sono parzialmente partite e i risultati si potranno giudicare solo nel medio lungo termine se persiste la determinazione e la responsabilità di tutti.
2 commenti
Quindi se capisco bene, mi corregga dott. Saracino se sbaglio, secondo la sua interpretazione , il Sindaco Molfetta, approfittando del momento, avrebbe raccontato la sua versione dei fatti, edulcorandola. A quale momento si riferisce? Lei non crede che il Sindaco avesse il diritto di dire la sua, e nell’unica sede preposta, dopo che tutti avevano detto la loro, compresi voi giornalisti, (ieri improvvisamente silenti) e nei luoghi più improbali e inopportuni? Forse l’intervento del Sindaco ha dato fastidio a quanti preferirebbero che continuasse lo show sui giornali, nei bar, in villa, anziché ascoltare dal diretto interessato il resoconto dei fatti, di cui peraltro, mi pare, i consiglieri dovrebbero essere a conoscenza. Sicuramente la presenza del capogruppo della maggioranza, consigliere Matarrelli, avrebbe favorito il dibattito e chiarito ancor più , dal momento che tutti i cittadini di Mesagne sanno che il più informato sui fatti, gravissimi a suo dire, è lui. Peccato per questa occasione persa!
Io da un giornalista serio e accorto come lei mi sarei aspettata un’interpretazione più prossima alla realtà effettuale, per dirla con Machiavelli.
Carissima Signora Maria, sulla questione del Bilancio la nostra testata dal giorno dopo l’insediamento ha dato spazio al sindaco per spiegare problemi e possibili soluzioni. Lei che è una persona molto attenta questa cosa la ricorderà. Vero? Io non ho dato nessuna interpretazione. Essendo presente ai lavori del consiglio ho solo raccontato i fatti. Grazie
Commenti chiusi.