La storia di un popolo può cambiare se cambiano i valori di riferimento e c’è l’impegno e il sacrificio di tutti. Questa verità l’abbiamo sperimentata sulla nostra pelle in poco più di trent’anni di storia. Un tempo il nome di Mesagne era accostato a criminalità, sparatorie, sequestri di persone finalizzati alle rapine, furti e coprifuoco. Poi i mesagnesi hanno alzato la testa diventando protagonisti di un cambiamento che li ha fatti considerare “un popolo che ha saputo riscattarsi”. Sono passati decenni (troppi), durante questo percorso hanno perso la vita tante persone anche innocenti, ma ce l’abbiamo fatto. Adesso Mesagne vuol dire bellezza, economia, prosperità, riscatto e speranza. Dai paesi vicini al nostro arrivano imprenditori che vogliono scommettere sulla movida estiva. Nella zona industriale aprono nuove imprese che potrebbero portare lavoro e futuro. Le televisioni nazionali sono incantate dai monumenti, parchi archeologici e musei di cui la città è colma. E allora tutti si sentono mesagnesi. Che bello! Abbiamo vinto la nostra battaglia, siamo stati forti e abbiamo dimostrato di avere una sostanza culturale che presuppone la scelta della legalità. Niente più zone grigie, come sosteneva il procuratore Cataldo Motta, niente più connivenze e stop ai soprusi. Ma mai con la guardia abbassata perchè basta poco per ritornare indietro. Questa è la strada, questi gli obiettivi da seguire tutti insieme coinvolgendo anche chi prima aveva timore di nominare il nome di Mesagne. A nostro avviso questa è la vittoria più grande, altro che Capitale della Cultura 2024. Sentirsi popolo, sdoganare la nostra storia e renderla attrattiva è la basa da cui partire per il futuro. E allora “venghino signori, venghino!” Mesagne vi aspetta.
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