A pochi giorni dall’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, nel segno della riflessione sul valore della storia e della memoria, la Scuola secondaria di primo grado “A. Moro” ha rinnovato l’invito ad un’ospite di eccezionale competenza e di alto profilo umano: la dott.ssa Katiuscia Di Rocco, direttrice della Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” di Brindisi, una delle più antiche biblioteche in Italia, da lei ampliata e modernizzata.
Attraverso le foto dei suoi nonni, Ida e Giuseppe, di cittadinanza italiana e di razza “ariana”, come risultava dalla loro carta d’identità, i ragazzi e le ragazze delle classi terze sono stati trasportati nei tempi più bui della nostra storia, una pagina tragica del nostro Paese, quando non appartenere a questa categoria di “eletti” significava non poter frequentare la scuola, non poter lavorare negli esercizi pubblici, non potersi sposare per ben tre generazioni.
Opporsi al regime significava essere catturati e imprigionati, come documentato dal Museo Storico della Liberazione in via Tasso a Roma, che raccoglie e conserva i documenti originali, i cimeli, i giornali e le iscrizioni sui muri di nomi, dei giorni di prigionia e delle violenze perpetrate ai danni dei poveri condannati a morte, spesso vittime di delazioni, ai fini di un vile compenso. Non furono risparmiati neanche i militari italiani che si rifiutarono di continuare a combattere di fianco alle truppe tedesche; consegnate le armi furono internati nei campi di concentramento, da dove spesso non fecero più ritorno.
La dottoressa Di Rocco, nelle vesti di esperta nella ricerca storica, ha indotto le ragazze e i ragazzi a guardare in faccia la realtà, se pur spiacevole, perché bisogna sempre fare i conti con il proprio passato, se si vuole costruire un futuro migliore. Durante l’emozionante intervento, il silenzio è sceso nell’auditorium e tutti i presenti hanno appreso di quanta crudeltà sia capace la specie umana. L’incontro si è concluso con un‘ultima foto, simbolo di speranza, che esaltava il valore della conoscenza ai fini della tutela del più grande dei diritti, recante la scritta “Studiate per la libertà”.