Home Politica Ambito Br/4, Molfetta: “Vogliamo cambiare rotta. Nessun decisionismo autoritario”

Ambito Br/4, Molfetta: “Vogliamo cambiare rotta. Nessun decisionismo autoritario”

da Cosimo Saracino
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sindaco_molfettaPer quel che mi consta, in questa consiliatura, il Comune di Mesagne non si è mai sottratto agli obblighi di informazione e di consultazione dovuti alle normali relazioni sindacali e alle leggi vigenti. Anche sul tema della Programmazione 2016, relativa all’ultima annualità del Piano Sociale di Zona 2014/2016, il Comune ha sentito preliminarmente le organizzazioni sindacali così come impone la norma.

Premesso questo è bene chiarire che le scelte politiche sono prerogativa del Coordinamento Istituzionale – in rappresentanza dei Sindaci dei nove comuni appartenenti all’Ambito – mentre le attuazioni tecnico- amministrative spettano all’Ufficio di Piano. Non decide né il tanto vituperato Sindaco di Mesagne ma neanche le organizzazioni sindacali.

La situazione dell’Ambito BR/4 – che la nuova compagine del Coordinamento Istituzionale ha ereditato da poco più di un anno – evidenziava alti livelli di conflittualità e diffidenza interna, presentava una condizione di dissesto economico finanziario (con debiti fuori bilancio non ancora del tutto ripianati), una debole struttura tecnica (Ufficio di Piano) e vecchi retaggi legati ad una gestione del welfare molto approssimativa.

I servizi si svolgevano quasi sempre in regime di proroga di contratti scaduti, i costi di gestione superavano di gran lunga i capitolati di gara ed i contratti iniziali (con la conseguente costituzione di «fuori budget»), spesso si replicavano gli stessi servizi di assistenza, il bisogno sociale non veniva adeguatamente “filtrato” dagli organismi di controllo cosi che l’assistenza, in tempi di vacche grasse, si è iper espansa  anche per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali nelle cooperative di servizio. Tutto questo in un contesto generale di forte, progressiva, contrazione delle risorse nazionali e regionali dedicate alla spesa sociale.

Nel nuovo Coordinamento Istituzionale stiamo tentando, fra mille difficoltà, di rimettere in sesto questo sistema attraverso alcuni atti di indirizzo condivisi e adottati. Per esempio abbiamo condiviso che non si programmano più servizi che non siano preventivamente coperti da risorse accertate, che bisogna predisporsi sempre ad assegnare i servizi ad evidenza pubblica (ovvero fare le gare), che bisogna sforzarsi di armonizzare l’intervento dei Comuni con quello della ASL e della scuola e chiamare tutti alla corresponsabilità.

Sulla base di questi presupposti – e tenuto conto che rispetto allo scorso anno abbiamo un terzo di risorse residue dedicate all’integrazione scolastica non avendo quest’anno la premialità d’Ambito ottenuta il 2014 – abbiamo deciso di rimodulare il servizio poiché seguendo il vecchio modello organizzativo (2/3 ore ad utente) avremmo finito i soldi già a metà ottobre. Abbiamo chiesto alla ASL ed ai direttori didattici di venirci incontro utilizzando le proprie risorse in modo flessibile, in modo da costituire un pool di operatori coordinati dal servizio scolastico, cosi come prevedono le nuove linee guida emanate di recente dalla Regione.

Stiamo monitorando il sistema in ogni singolo plesso scolastico, sostenendo con misure integrative i casi in cui si palesano le maggiori difficoltà. Abbiamo già deciso di implementare le risorse destinate all’integrazione scolastica con ulteriori 40.000 euro rastrellati da finanziamenti d’Ambito destinati a servizi che sono più in “salute” ed alcuni Comuni hanno già manifestato la disponibilità ad integrare ulteriormente con risorse proprie. Mercoledì faremo un’altra ricognizione e vedremo di ripartire adeguatamente queste risorse aggiuntive ed ascolteremo le proposte che emergeranno.

Io sono persuaso che la strada segnata sia quella giusta, che sconteremo mille difficoltà ma che insieme e con grande senso di responsabilità, riusciremo a garantire un servizio adeguato ottimizzando le poche risorse disponibili. Naturalmente sono ammessi ripensamenti dell’ultima ora con cui ci confronteremo democraticamente.

Restano molti nodi da risolvere ma non credo che si possa parlare di “macelleria sociale”, di comportamento antisindacale, di decisionismo autoritario, di scarsa sensibilità umana e medica.

Pompeo Molfetta – Sindaco di Mesagne

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