Home Attualità Ancora una volta si discute di chiusura del Centro Storico, i pochi commercianti si ribellano

Ancora una volta si discute di chiusura del Centro Storico, i pochi commercianti si ribellano

da Cosimo Saracino
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La discussione sulla chiusura del centro storico alle macchine è come un mantra che si ripete sempre negli ultimi giorni di luglio. Era successo ancora lo scorso anno quando l’allora assessore ai Lavori Pubblici, Palma Librato, aveva paventato l’idea della Zona a traffico Limitato (lo avevamo scritto in questo articolo). E’ accaduto anche quest’anno con le dichiarazioni di Antonio Licciulli che vedrebbe in futuro un blocco alla circolazione delle macchine nel cuore antico. E ogni volta i commercianti fanno fronte unico per cercare di spiegare le loro ragioni del loro dissenzo a chi non vive la quotidianità delle chianche di questo quartiere. Nessuno però si azzarda a discutere di questo argomento da settembre in poi quando iniziano le giornate piovose e fredde, forse perchè ognuno vorrebbe entrare nei negozi a bordo della propria auto?

Tony Stefano visibilmente inalberato per l’ipotesi di chiusura sostiene a gran voce di essere pronto a mettere un blocco al traffico solo se “il centro sotrico si riempie di attività commerciali. Non è possibile pensare di imporre una chiusura a danno di cinque/sei imprenditori che ancora rimangono con le saracinesche alzate”. Un po’ più avanti gli fa eco Raffaele Dell’Atti, che gestisce la pescheria di via Albricci, raggiunto dalla signora Maria Carmela della Macelleria: “Nei giorni in cui chiudono l’accesso alla Porta Grande per lavori o per altre ragioni il centro storico diventa un deserto – dicono all’unisono”. “E’ impensabile che l’Amministrazione comunale prenda una decisione di questo tipo senza prima consultarci. Qui facciamo la fame ogni giorno, se chiudono anche l’accesso sarà la morte”. Il nostro centro storico, purtroppo, non ha ancora la forza attrattiva di altri siti per rimanere chiuso alle auto durante il giorno. Durante le sere d’estate i vicoli si riempiono di famiglie e avventori dei vari ristoranti e pub, ma di giorno sono poche le persone che decidono di fare spesa nelle vie principali del centro. Bisogna studiare una strategia economica che porti uffici pubblici, studi privati e nuove attività per aumentare l’attrazione. Altro che chiusura!

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