Nei giorni scorsi i Sindaci dei comuni facenti parte del comprensorio dei consorzi di bonifica Arneo (Alto Salento) e LiFoggi (Basso Salento), hanno incontrato a Bari l’assessore regionale all’agricoltura ed il sub commissario dell’Arneo. Il Comune di Mesagne era presente all’incontro con il Sindaco, l’assessore Marotta e il consigliere comunale Dimastrodonato, che aveva presentato formale richiesta di partecipazione.
L’assessore regionale Leonardo Di Gioia, in premessa, ha illustrato gli elementi salienti del disegno di legge che a giorni approderà in Consiglio Regionale e che rivoluzionerà soprattutto la governance del sistema di bonifica in tutta la Regione. I quattro consorzi commissariati saranno accorpati in un’unica Agenzia che si occuperà solo di bonifica e di mitigazione del rischio idraulico, mentre ad un’altra Agenzia regionale (ARAIA) sarà affidato il controllo e la gestione delle acque per scopi irrigui in collaborazione interdipendente con AQP. La funzione irrigua, pur avendo incidenza soprattutto nelle province del centro nord della Puglia, grava comunque sul debito complessivo dei consorzi per circa il 25% quindi è un bene che sia stata stralciata e disciplinata a parte.
Esaurita questa prima fase si è passati al tema scottante del «Tributo 630» chiesto ai proprietari di immobili ricadenti nel Piano di Classifica per la presunta manutenzione ed esercizio delle opere idrauliche, non svolte, nel 2014. Di questo tributo in questi giorni stanno arrivando le cartelle esattoriale con ingiunzione di pagamento e relativa intimazione alle procedure di riscossione coattiva (pignoramento, fermo degli autoveicoli, ecc). Alcune di queste cartelle sono state spedite dalla SOGET, società incaricata a trattativa privata delle riscossioni, in palese violazione della convenzione che faceva esplicito divieto di ingiunzione per importi di entità inferiore a 50 euro. Non rari anche i casi di cartelle pervenute a chi già aveva pagato.
A questo punto è salito forte ed unanime il coro di indignazione dei Sindaci che hanno chiesto la soppressione di un balzello che è sicuramente iniquo e vessatorio e perché è oggettivamente negato il presupposto per cui è nato: cioè non si possono pagare opere che non si fanno. Su questo la controreplica del consorzio è sempre la stessa: le opere non si fanno perché i contribuenti non pagano.
In questi anni di sospensione del tributo qualcuno ha comunque pagato per il mantenimento della struttura organizzativa e per garantire i lauti compensi del personale assunto (il 45% del bilancio complessivo dell’Ente era destinato al mantenimento della struttura). Ha pagato la Regione ed ora, che questo ruolo di supplenza non può più esser più garantito per l’illegittimità evidenziata dalla Corte dei Conti, si ritorna a chiedere i soldi ai contribuenti.
Che ne sarà dunque del tributo chiesto per il 2014, 2015 e2016? Tutto dipenderà dall’esito degli oltre 4.000 ricorsi in attesa di giudizio presso la commissione tributaria di Lecce. I giudici saranno chiamati a chiarire se viene prima l’uovo (il tributo) o la gallina (le opere) e sarà l’esito di questo pronunciamento a orientare le scelte future. Se sarà maggioritario il responso a favore dei cittadini è chiaro che il tributo dovrà essere abolito perché palesemente illegittimo e si dovranno cercare altrove i soldi. Se invece il verdetto, in via maggioritaria, sarà a favore del pagamento del tributo bisognerà farsene una ragione o pazientemente cercare un’altra strada. Fino ad ora la via maestra per chi non intendesse pagare era e resta quella del ricorso amministrativo individuale presso la commissione tributaria di Lecce che almeno garantisce 60 giorni di sospensione del provvedimento di riscossione.
Nelle more del giudizio si può sospendere il pagamento delle cartelle relative al 2014 senza fare il ricorso? A questo punto l’assessore ha fatto una apertura di credito condizionata ed ha detto che sarà concessa la sospensione per i prossimi 4 mesi (fino a novembre) il pagamento del tributo sempre che gli uffici tecnici della Regione e l’Arneo ne approvino, a breve, la fattibilità. In questa prospettiva sarebbe ovviamente anche “congelato” il tributo relativo al 2015, mentre per il 2016 il problema ancora non si pone perché non è stato ancora approvato il bilancio di previsione dell’ente.
Se dunque, alla fine di questa fase, sentito il pronunciamento dei giudici tributaristi, si dovesse arrivare ad annullare il pagamento del tributo per gli anni pregressi, i Comuni si impegnano a portare nei rispettivi Consiglio Comunali un atto di indirizzo per l’approvazione di un nuovo piano triennale di interventi concordato con la nuova Agenzia. Su questo progetto la Regione Puglia metterebbe il suggello di 110 milioni di euro per fare quelle opere che in 10 anni non si son fatte e il 2017 sarebbe dunque l’anno zero, l’anno della ripartenza in cui il tributo si paga e le opere vengono fatte. Se questo non dovesse accadere e si dovesse reiterare la determinazione a far pagare ai cittadini il pregresso restano aperti tutti gli altri fronti su cui si sta accendendo la “battaglia dei Sindaci” e cioè quello di adire alla magistratura ordinaria, di investire sul tema l’ANAC, o di portare avanti una battaglia (molto più improbabile) per l’abolizione definitiva dei Consorzi.