“Mai come al giorno d’oggi siamo profondamente convinti che la comprensione del presente ha bisogno della conoscenza del passato, che la memoria va coltivata, perché un popolo senza profondità storica diviene arido e superficiale, che la conoscenza di alcuni fenomeni va perpretata nel ricordo affinché non si ripetano gli errori e gli orrori del passato. Tuttavia ancora troppo poco si è fatto per far conoscere al mondo, e in particolare alle nuove generazioni, l’assurdità di una delle più tremende stragi che l’Umanità conosca, il cui ricordo non può e non deve essere dimenticato. Il 27 gennaio è il giorno dedicato in quasi tutti i paesi europei al ricordo della Shoah, è il “Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. È questo un momento di riflessione, cordoglio espiazione, una tappa in più a disposizione dell’Umanità per dare un altro corso alla storia che verrà.
Ma, come afferma J.F. Forges, “la rapidità con la quale gli esseri umani piombano nelle barbarie è terrificante, ed è solo “la forza giusta che può proteggerci dal ritorno di Auschwitz”.
È doveroso, quindi, far riflettere i giovani sulla funzione della memoria: ricordare serve a cercare un vaccino che impedisca all’Umanità di ripiombare in quella follia collettiva che è stata la Shoah, serve a tenere sempre vigile la memoria che deve necessariamente diventare collettiva, grazie anche alla conoscenza e alla valorizzazione di luoghi, monumenti, opere d’arte, musei, libri.”
Con queste parole la Prof.ssa G. Pennetta, docente di lettere della Scuola Materdona-Moro, Mesagne, illustra il progetto che hanno realizzato i ragazzi della 3AA della Scuola Materdona,
Attraverso la lettura di un libro è nata l’idea di realizzare un e-book, a conclusione di un percorso iniziato con la lettura del romanzo “Questa sera è già domani” di Lia Levi. (link e-book: http://svel.to/10up). Le attività svolte hanno portato a una riflessione storica e culturale degli eventi del passato per ricordare le leggi razziali del 1938, la persecuzione e deportazione degli Ebrei nei campi di concentramento nazisti con la finalità di integrare “i saperi” in una prospettiva di promozione umana e culturale. La tematica della Shoah è stata presentata anche come chiave di lettura per capire e affrontare vari problemi del presente: dal rispetto dell’altro al rifiuto di ogni forma di discriminazione.
Riflettere è necessario perché solo così si sollecita la formazione dell’esercizio della responsabilità, dei valori democratici, della loro dimensione etica e religiosa e tiene desta la coscienza del presente. Riflettere in classe con i ragazzi su una delle pagine più atroci della nostra storia ha voluto significare farne conoscere le vere dimensioni, far acquisire la consapevolezza del passato, affinché nel bagaglio culturale e spirituale delle giovani menti possano formarsi, solidi ed efficienti, “i necessari anticorpi” contro il virus dell’intolleranza, dell’indifferenza e delle tentazioni autoritarie, che ancora oggi vanno diffondendosi tra le comunità più avanzate e civili.
È questa la “forza giusta” di cui i ragazzi della 3AA si sono fatti promotori, con lo sguardo rivolto alla solidarietà e al rispetto dell’altro … senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Soddisfatta anche la dirigente scolastica, Prof.ssa Mina Fabrizio, nel promuovere questa interessante iniziativa di grande valore, che i ragazzi e la docente hanno portato a termine.