Il Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi invita i cittadini a mantenere alta l’attenzione sul botulismo alimentare, una malattia poco frequente ma potenzialmente grave, causata dalla tossina prodotta dal Clostridium botulinum.
“Questo microrganismo – spiega Stefano Termite, direttore del Dipartimento di Prevenzione – può essere presente sotto forma di spore, cioè forme dormienti e particolarmente resistenti, diffuse comunemente nell’ambiente. In particolari condizioni, come l’assenza di ossigeno all’interno di contenitori sigillati, queste spore possono contaminare gli alimenti, soprattutto conserve e semi-conserve domestiche, preparate senza adeguati trattamenti termici o processi di acidificazione, come l’uso dell’aceto. La nostra tradizione gastronomica è una risorsa preziosa, ma deve essere salvaguardata attraverso pratiche di preparazione e conservazione sicure e corrette”.
Il botulismo alimentare può colpire soggetti di tutte le età e non si trasmette da persona a persona. La sintomatologia compare mediamente nell’arco di 24-72 ore dopo il consumo dell’alimento contaminato; in genere, quanto più rapida è l’insorgenza dei sintomi, tanto più severa sarà la malattia. Tra i segnali più comuni si possono osservare annebbiamento o sdoppiamento della vista, dilatazione delle pupille, difficoltà a mantenere aperte le palpebre, difficoltà nel parlare o nel deglutire, secchezza della bocca, stitichezza, ritenzione urinaria, debolezza muscolare. Nei casi più gravi, può insorgere insufficienza respiratoria, con rischio di esito fatale. Il sintomo caratteristico del botulismo si manifesta con paralisi flaccida, ovvero una perdita di tono muscolare. La sintomatologia può variare da forme lievi, che si risolvono spontaneamente, a quadri clinici molto severi. La tempestività nel riconoscere i sintomi è determinante per avviare un intervento medico rapido ed efficace.
In Italia, le conserve domestiche più frequentemente associate a casi di botulismo sono olive nere in salamoia, funghi sott’olio, conserve di cime di rapa, conserve di carne e di pesce, in particolare tonno. “È importante ricordare – aggiunge Termite – che la tossina può essere presente anche in alimenti dall’aspetto, odore e sapore perfettamente normali. Non bisogna mai abbassare la guardia né affidarsi alle sole impressioni sensoriali”.
Per ridurre il rischio di contaminazione è essenziale adottare scrupolosamente corrette pratiche igieniche, sanificando accuratamente ambienti, utensili e superfici impiegati nella preparazione degli alimenti. Si raccomanda di privilegiare l’uso di prodotti che possano essere acidificati o trattati con sale o zucchero, elementi fondamentali per inibire lo sviluppo del batterio.
Si invitano i cittadini a consultare le linee guida per una corretta preparazione domestica delle conserve, disponibili al seguente link:
Il Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi resta a disposizione per fornire informazioni e chiarimenti tramite i propri canali istituzionali.