(di Mauro Pasimeni)- Brutte notizie in casa Mesagne Calcio. Proprio alla vigilia della difficile trasferta sul campo della capolista Gravina, in programma oggi alle ore 15:30, è stato notificato al tesserato Carlo Denisi, una comunicazione di avvio di procedimento D.A.Spo., se il giudice dovesse ritenere punibile quanto gli è stato notificato, il calciatore non potrebbe partecipare ed essere presente a nessuna manifestazione sportiva, per il tempo stabilito dalla sentenza.
Il capo di accusa è quello di essersi reso responsabile di un comportamento censurabile nei confronti di un dirigente del Bitonto.
I fatti risalgono alla gara giocata lo scorso 22 novembre, vinta in campo dal Mesagne per 3 reti a 2.
A fine partita un dirigente del Bitonto colpì con un pugno il giocatore Denisi, fatto sta che il giudice sportivo condannò il Bitonto a pagare 800 euro di multa per persone estranee presenti nella zona antistante gli spogliatoi, e riconducibili alla società barese.
Denisi reagì a tale provocazione, infatti il suo gesto fu visto dall’arbitro e nella domenica successiva il giocatore fu squalificato.
Adesso le cose si sono complicate, perché non sarà più un arbitro o un giudice sportivo a giudicare, ma sicuramente il giovane calciatore dovrà difendersi in Tribunale, e dimostrare che quanto accaduto, non era un fatto premeditato o voluto, ma solo una reazione a caldo di un giovane ragazzo, in seguito ad una palese provocazione di un uomo molto più grande di lui.
Denisi avrà 20 giorni di tempo per ricorrere contro il procedimento avanzato dalla Questura di Brindisi.
Tutti i tifosi e la società sono vicino al ragazzo, non solo ha dimostrato nonostante la sua giovane età, di essere un titolare inamovibile, tanto da attirare le attenzioni di diverse squadre importanti, tra cui il Barletta, ma chi lo conosce può sottolineare l’educazione e la serietà di un ragazzo che sta lottando tra mille sacrifici affinchè possa ritagliarsi un ruolo importante nel futuro panorama calcistico. Un provvedimento del genere, molto raro da vedere applicato su un giocatore, di solito sono o i dirigenti o soprattutto i tifosi ad essere colpiti, potrebbe risultare una vera mazzata verso chi ancora ha da perseguire un sogno e una passione, quella cioè di giocare a calcio.