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Caporalato, i Carabinieri mettono al setaccio le imprese agricole del brindisino

da Cosimo Saracino
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Nel prosieguo delle verifiche sulle aziende del comparto agricolo, nonché sulla posizione dei braccianti, attività iniziata  nello scorso mese di luglio dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi,  i  recentissimi luttuosi fatti di cronaca avvenuti nella provincia di Foggia con il decesso di 16 braccianti a seguito di sinistri stradali, hanno prepotentemente riportato alla ribalta il fenomeno mai sopito dell’intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nelle aree rurali pugliesi. In tale ottica è scaturita l’esigenza di intensificare  l’azione di vigilanza e di controllo nelle campagne,  congiuntamente ai Reparti Speciali,  i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, quale azione di verifica sul territorio battendo  sia i  principali assi stradali sia i tratturi periferici al fine di avere l’esatta percezione riguardo alla movimentazione della forza lavoro, e,  per verificare lo stato e l’efficienza dei mezzi di trasporto sui quali viaggiano i braccianti.

L’operazione è stata disposta dal Comando Provinciale  dei Carabinieri di Brindisi e dispiegata nell’ambito delle Compagnie di Brindisi, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana e Fasano, nelle giornate del 9 e 10 agosto con particolare riferimento alle primissime ore del mattino con  l’esecuzione di un servizio straordinario  di controllo del territorio ad “alto impatto” negli orari in cui si incentra il  traffico  sia in entrata sia in uscita dalle aziende agricole, con mirate azioni di contrasto  al fenomeno. Uno degli obiettivi perseguiti  è stata  la sicurezza stradale e degli automezzi utilizzati negli spostamenti  in quanto costituisce elemento di criticità  poiché  fattore importante per l’incolumità dei  braccianti che vengono trasportati nelle campagne.

Infatti, i controlli hanno riguardato il numero delle persone trasportate su ciascun mezzo, l’efficienza e la manutenzione dei veicoli, compresa la verifica della loro periodica revisione ed ancora nello specifico l’usura dei pneumatici, il funzionamento delle luci e del  sistema frenante, e la copertura assicurativa.

L’attività  nel suo complesso ha permesso di procedere al controllo  di:

·       642 braccianti risultati regolarmente assunti;

·   267  mezzi di trasporto;

·       Sono state:

·       elevate 97 contravvenzioni al codice della strada per un totale di 15.160€;

·       sequestrati 2 veicoli rispettivamente  un Ford Transit “Connect  200 S” e una fiat “Multipla” sprovvisti della necessaria copertura assicurativa da oltre un anno;

·        irrogate 24 sanzioni amministrative nei riguardi di imprenditori del settore agricolo, per  l’importo di 50.000€ per accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

·       3 cittadini extracomunitari originari rispettivamente dell’Afghanistan, del Burkina Faso e del Mali  sono stati deferiti in stato di libertà per violazione degli obblighi inerenti il soggiorno. Nel corso del controllo non hanno esibito i documenti attestanti la regolare presenza nel territorio dello Stato di cui erano momentaneamente sprovvisti: i successivi accertamenti   hanno comunque comprovato il possesso del permesso di soggiorno in corso di validità.

Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare è un esecrabile fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolato  dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente migrante ovvero proveniente da altri paesi europei. Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a  particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza. L’emersione  di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua  per la vulnerabilità e il timore delle vittime  ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante  il fenomeno è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza assume o  impiega  manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando  del loro stato di bisogno. Si tratta di una legge alquanto articolata ed innovativa poichè  ricomprende tutte le condizioni  ritenute indice di sfruttamento dei lavoratori ad es. (la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo all’aspettativa, alle ferie; le violazioni  delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro). È prevista altresì la confisca  obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità  degli autori del reato  e l’obbligo di arresto in flagranza. 

 

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