Riceviamo e pubblichiamo: Nei giorni scorsi è infuriata sui social la polemica sulla via Oliviero Maja, devastata dalla “sistemazione” con tappetino di asfalto al centro della carreggiata e marciapiedi virtuali ai suoi lati. Alto si è levato lo sdegno di tanti cittadini davanti a quel disastro; in molti hanno ricordato che la nostra cittadina voleva essere una capitale della Cultura, un tempo…Come sempre c’è stata la levata di scudi in difesa dell’amministrazione da parte di chi tifa a prescindere per questa. Il sindaco, indignato ed offeso per le critiche, ha affermato che le chianche residue sono state numerate e messe da parte. Più istituzionalmente poteva fare un breve comunicato per rassicurare i cittadini indignati, ma ha preferito affidare le sue dichiarazioni all’eterno presente dei social, dove tutto viene dimenticato il giorno dopo.
La ragione è nella foto che vediamo: quelle chianche sono state scientemente distrutte per fare presto, stendere velocemente il tappeto di asfalto e correre di gran carriera verso un altro appalto. Non esiste un deposito dove le chianche giacciono amorevolmente numerate, come vorrebbero farci credere i propalatori del sogno mesagnese, quelli dell’umana meraviglia. Questa è solo l’ennesima favoletta “ad usum cretini”.
Siamo di fronte ad una amministrazione che quotidianamente si fregia di star rinnovando Mesagne con tanti lavori ed investimenti ma, purtroppo, la quantità di questi non si accompagna con la dovuta qualità. Lo abbiamo visto con i lavori per le nuove fogne, dove gli scavi cedevano per l’inconsistenza dei materiali di riempimento usati, lo vediamo oggi con queste strade antiche brutalmente sfregiate con indecenti tappetini di asfalto. C’è solo la fretta di fare presto e approssimativamente quanti più lavori possibili. Non credo che la nostra città, candidata a Capitale della Cultura, cosa che a quanto pare è piaciuta a molti concittadini, perlomeno come orizzonte di dignità e bellezza, meriti questo tipo di lavori.
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