Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Giuseppe Florio sul caso che ha visto coinvolti i consiglieri Ture e Orsini:
“Il consigliere comunale Fernando Orsini è persona rinomatamente bene educata. Durante l’ultima seduta di consiglio comunale ha destinato una citazione di Oscar Wilde (“A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio”) al consigliere Omar Ture, in qualche modo tacciandolo di stupidità. Ora, anche se qualcuno avesse la certezza che Ture sia realmente stupido, dirglielo esplicitamente durante una occasione pubblica è segno di buona o cattiva educazione? Per quanto mi riguarda, conoscendo e volendo bene a Fernando da molti lustri, penso che non abbia sbagliato (perché di sbagliare ha sbagliato) con dolo, ma per vanità, per uno sfoggio di erudizione (neppure troppo raffinato) inappropriato e inopportuno. Il PD non rileva né la pecca di educazione, né l’inadeguatezza della sortita di Orsini. Mi piace immaginare una scena a parti invertite, Orsini che pronuncia quella frase durante un direttivo del suo partito e la indirizza ad uno qualunque dei dirigenti: non ce li vedo ad applaudire o a ringraziarlo per la carineria. Ture non sarà Malagodi, certamente, ma non mi pare che il PD sia affollato di Berlinguer o Iotti, così come le tribune della minoranza rumorosa che una volta progettava Mesagne non sono popolate dai De Gasperi ed io non somiglio a Giorgio Bocca. Ma ciascuno dei protagonisti della vita pubblica merita rispetto, anche e soprattutto perché suffragato dal voto popolare. E comunque il rispetto dovrebbe essere alla base dei rapporti tra le persone, qualunque sia il titolo di studio o la preparazione. Certo, poi si potrà discutere su quale impellente necessità ci fosse di diramare una nota stampa firmata dalle forze politiche di maggioranza contro Orsini, il cannone per sparare al canarino, ma questo è un discorso laterale. Il punto è che Fernando, magari per una volta, ha sbagliato. Doveva e poteva chiedere scusa già in consiglio. Ci sta che lo stesso Ture o qualcuno dei cosiddetti avversari, con molto o nessun garbo, in assenza di quel piccolo gesto di contrizione, le pretenda.
Poi si potrebbe affrontare il tema della pacificazione civile, occasione mancata da tutte le parti in causa, almeno in questi primi 12 mesi di governo cittadino. Ma ciò meriterebbe ben altro spazio di riflessione”.
Giuseppe Florio