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Cataldantonio MANNARINO e l’intervista impossibile

da Cosimo Saracino
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Mannarino_CopertinaÈ stata annunciata per oggi giovedì 8 febbraio, alle 17:30, l’intervista a Cataldantonio Mannarino, l’autore della Storia di Mesagne. Ma come sarà possibile, visto che il Mannarino morì nel 1621, quasi 400 anni fa? Tenterà di farlo Domenico Urgesi, nell’ambito della manifestazione in cui sarà presentata l’opera di Cataldantonio Mannarino,  La Storia di Mesagne.

Il volume è il secondo della collana “Fonti e documenti” della Società Storica di Terra d’Otranto, associazione che sta realizzando un progetto di pubblicazione delle fonti storiche inedite riguardanti il territorio salentino. È stato pubblicato in compartecipazione con la casa editrice mesagnese “Sulla rotta del sole-Giordano editore”.

La Storia di Mesagne è la più antica “storia di Mesagne” che si conosca. Consiste in un manoscritto, incompleto, conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli, costituito da 60 carte; esse attualmente sono numerate da 18 a 80 e mancanti delle carte 64, 65, 66. È stato denominato così per tradizione, che affonda le radici in un passato imprecisato, ma che trova attestazione in una dichiarazione di Epifanio Ferdinando il giovane (fine ‘600).

Che il ms. sia opera del Mannarino è desumibile dal contenuto; che sia stato scritto di suo pugno, è attestato da una perizia grafologica, allegata al volume.

Le parti sopravvissute del ms. trattano, per cominciare, dei Signorotti che avevano il feudo di Mesagne, in poche carte dei Beltrano e più ampiamente degli Albricci, ai quali molto probabilmente l’opera era destinata e dedicata.

Vi si trovano riferimenti puntuali ad avvenimenti contemporanei del Mannarino, a fatti, persone e luoghi da lui conosciuti direttamente; e da questo punto di vista può essere una miniera di notizie utili a ricostruire il panorama urbanistico ed architettonico della Mesagne di fine Cinquecento. A tal fine, utilissima è la “Discrittione di Misagne”, un disegno contenuto nel ms., che costituisce la più antica rappresentazione del centro urbanistico della città.

In questo ms. vi è la famosa comparazione della città di Mesagne ad un cuore, non solo per la forma ma anche perché si trova al centro del territorio della Provincia d’Otranto. Mannarino considera ottimale la disposizione delle strade, della piazza centrale, perché “cotale la desiderava Aristotele nella sua Politica, che volea, che ’l popolo tutto insieme unito possa udir la voce del banditore”. Mannarino privilegia, quindi, al contrario della città ortogonale, l’urbanistica a pianta centrale, o stellata; tema caro all’urbanistica rinascimentale.

Il ms. si sofferma poi, lungamente, sulla ubertosità del territorio mesagnese, dei suoi campi, giardini, orti, che vengono descritti molto dettagliatamente.

Si sofferma poi, nei capitoli 11 e 12, sui “sacri templi” e sulle “divotissime reliquie”; vengono elencate chiese e chiesette, alcune delle quali oggi non più esistenti: una vera messe di notizie sulle vicende inerenti quegli antichi monumenti.

La trascrizione, curata da Giuseppe Giordano, Damiano Leucci e Domenico Urgesi, è stata eseguita in maniera fedelissima, conservando l’ortografia, la punteggiatura, gli accenti, e le locuzioni originali; troviamo indicate, perfino, le abbreviazioni, numerose e consuete negli scritti umanistico-rinascimentali; una scelta che consegna al lettore il documento nella sua piena forma originale.

Tutto il manoscritto è stato corredato, a pié di pagina, da numerose note e commenti e riferimenti bibliografici, utili ad accompagnare il lettore, passo dopo passo, ad eventuali verifiche, confronti ed approfondimenti. E, come se non bastasse, dopo la trascrizione sono state pubblicate, in anastatica, le pagine originali del manoscritto.

Questo volume si giova della prefazione del prof. Marco Leone, docente di Letteratura italiana all’Università del Salento, di una breve introduzione di Domenico Urgesi, presidente della Società Storica di Terra d’Otranto, e di una nota di Enzo Poci sulle vicissitudini del manoscritto.

In conclusione, contiene una “bibliografia essenziale” di fonti e testi a stampa, che corona il lungo e poderoso lavoro. Ne è scaturito un volume di 268 pagine, in formato 29,7×21 cm., stampato su carta avoriata e con copertina in quadricromia, elementi non trascurabili, che ne fanno un libro elegante, oltre che utile.

 

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