Home Politica CERANO, RINVIO DELLA CHISURA OPPORTUNITÀ PER IL LAVORO E LA CONCRETA ATTUAZIONE DEI NUOVI INVESTIMENTI. RIVALUTARE CON ATTENZIONE LA POSSIBILE RICONVERSIONE A TURBOGAS 

CERANO, RINVIO DELLA CHISURA OPPORTUNITÀ PER IL LAVORO E LA CONCRETA ATTUAZIONE DEI NUOVI INVESTIMENTI. RIVALUTARE CON ATTENZIONE LA POSSIBILE RICONVERSIONE A TURBOGAS 

da Redazione
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Riceviamo da Carlo Perrucci, Segretario Regionale Uiltec Puglia e Coordinatore di Brindisi, e pubblichiamo: L’ipotesi del rinvio di alcuni anni della data di chiusura definitiva per la Centrale Enel di Cerano ha rimesso in circolo la solita girandola di pareri e prese di posizione ideologiche. Ancora una volta la Tutela dell’Ambiente è vissuta più come un vangelo laico e green piuttosto che come un obiettivo di metodo e di merito su cui lavorare gradatamente, per passi successivi e con giudizio. Molti continuano a far finta di ignorare che ogni cambiamento ha una conseguenza non solo sull’Ambiente ma anche – e soprattutto – sul destino di centinaia di famiglie del territorio.

L’Industria è vecchia, sporca e deve sparire. Questo è il convincimento che rischia di diventare – o è già diventato – l’assunto ideologico di alcuni partiti – ma anche Organizzazioni Sindacali – che un giorno si appellano al Governo per chiedere che impianti del Petrolchimico non più sostenibili rimangano in funzione ed il giorno dopo si rivolgono allo stesso Governo per chiedere che una Centrale ancora ritenuta strategica per il Fabbisogno Nazionale come Cerano sia definitivamente spenta al più presto. Lasciamo a chi legge ogni commento.

La UILTEC-UIL di Brindisi, al contrario, ha sul tema da sempre una posizione coerente e chiara: tutela dell’ambiente come condizione necessaria ma al centro il lavoro ed i lavoratori ovvero le persone ed il futuro del territorio. 

I combustibili fossili vanno gradualmente dismessi, non vi è dubbio alcuno, ma questo non comporta dismettere assieme ad essi la presenza Industriale, il suo indotto ed i posti di lavoro che rappresenta. Serve gradualità, serve guardare in faccia la realtà, serve garantire la sicurezza energetica nazionale e non i cronoprogrammi burocratici e frettolosi. 

Da anni la UILTEC-UIL promuove l’ipotesi di conversione a Turbogas dell’impianto di Cerano. Un percorso che permetterebbe di lasciarsi alle spalle il Carbone per un combustibile più sostenibile ed al contempo mantenere attivo un sito strategico per il Paese e di forte peso per l’occupazione in Terra di Brindisi. Oggi l’ipotesi di conversione a Turbogas è ancora più plausibile se si considerano due importanti scenari del territorio: la possibile presenza di una nave rigassificatrice nella vicina Taranto ed il via libera al raddoppio delgasdotto TAP. Perdere questa occasione storica sarebbe illogico.

Il rinvio della chiusura della Federico II è pertanto una positiva opportunità, non un pericolo. L’opportunità di conservare a Brindisi centinaia di posti di lavoro diretti e dell’indotto, la possibilità di avere il tempo e le risorse per rendere concrete ed operative le diverse proposte di investimento per la Centrale e l’area di Cerano, fino ad oggi solo belle idee su carta. La possibilità che vi sia continuità di lavoro fra le attuali maestranze della Centrale e le nuove che verranno senza «vuoti temporali» che significano più o meno lunghi periodi di disoccupazione, Cassa Integrazione, mancata crescita umana e sociale.

Solo chi, come il Sindacato, guarda in faccia ogni giorno i lavoratori evive le loro ansie e preoccupazioni può comprendere quanto occorra maggiore cautela rispetto al fervore di dismettere tutto ed in fretta. 

La UILTEC di Brindisi invita tutti i soggetti decisori a mettere al centro delle proprie agende il Lavoro ed a considerare l’ipotesi di conversione a Turbogas della Centrale. Un percorso che permetterebbe allo stesso tempo una graduale conversione green, il mantenimento in esercizio di un impianto nazionale strategico e la tutela di lavoro ed indotto. 

Lavoro ed Ambiente possono e devono essere una priorità alla pari. Guai a mettere le persone ed il lavoro al secondo posto: avremmo un mondo più green ma senza futuro. Ed a Brindisi, di futuro, c’è voglia e bisogno.

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