(di Mattia Dellomonaco) – La mia permanenza nella scuola superiore?
Non saprei davvero da dove iniziare. Potrei parlarvi, per esempio, delle quasi 290 ore “sprecate” ogni anno. Oppure di tutti quei pomeriggi dedicati allo studio. Potrei anche illustrarvi lo spettacolo che va in scena alle 6:55 di ogni mattina, con la sveglia che suona a destra, mia madre che grida a sinistra e io che rimango fermo nel mio letto a pensare quanto è bella la vita di chi può svegliarsi quando vuole. Potrei parlarvi di tutti quei sacrifici, di tutte quelle rinunce e di tutti quei desideri rimasti appesi al voto del compito di matematica.
E come dimenticarsi delle interrogazioni, di quei momenti romantici e drammatici allo stesso tempo, in cui il volto della tua professoressa o del tuo professore sembra così vicino a te quasi da far paura. E come dimenticarsi poi delle versioni, in cui gli animali volano, le persone esplodono e il libro di latino si trasforma in un libro di fantascienza, soltanto per la traduzione sbagliata di una congiunzione, che equivale ad un bel segno rosso sul foglio.
E le equazioni? I logaritmi? E vogliamo parlare dei corsi di “arricchimento dell’offerta formativa” (tono ironico)?
Insomma…avete capito bene? State per iniziare qualcosa di meraviglioso e vi auguro di vivere tutto ciò che sto vivendo anche io.
Tutto quello che vi ho detto fino ad ora, l’ho pensato, e forse continuerò a pensarlo ogni giorno.
Ma questo vuol forse dire che domani inizierete un percorso fatto di noia e di sofferenza? Ovviamente no. E vi spiego subito perché.
A fare la differenza saranno quelle figure che vi accompagneranno durante il vostro percorso, che come capirete non è un semplice periodo scolastico, bensì un cammino che da alunni vi trasforma in veri cittadini. Queste persone sono, appunto, i nostri professori.
Loro hanno il potere di cambiare e di trasformare la noia, l’ansia e le paure in sete di conoscenza. Per comprendere meglio il loro ruolo in questo periodo della vostra vita consentitemi di paragonarli a dei tecnici che assistono al vostro spettacolo da dietro le quinte. Siete voi a stare sul palco sì, ma da loro dipende la buona riuscita della vostra esibizione. Un ruolo apparentemente secondario ma di fatto fondamentale.
E quindi voglio rivolgermi proprio a voi, figure del dietro le quinte, che potete salvarci da qualcosa di tanto automatico quanto fatale. Aiutateci a superare i nostri limiti, trasformate le vostre lezioni in una continua scoperta del mondo. Le vostre parole sono l’unica arma contro la nostra indifferenza. Ognuno di voi può creare qualcosa di meraviglioso.
Aiutateci ad essere prima di tutto dei buoni pensatori, spiegateci la bellezza del ragionamento e sbloccateci dal nostro torpore. Svegliateci con la vostra tenacia. Diteci che stiamo per iniziare un viaggio all’interno della vera libertà. Ripetete ogni giorno che la conoscenza rende davvero liberi. Parlateci degli uomini, delle donne e delle loro conquiste, delle loro grandi imprese, è di questo che abbiamo bisogno. Insegnateci a non fermarci davanti agli ostacoli. Sfidate la nostra noia, e distruggetela ogni giorno come solo voi potete fare.
Insegnateci l’arte dell’oratoria, diteci che la matematica è la costituzione della natura che ci circonda. Spiegateci che la storia non è l’insieme di date storiche da ricordare, bensì delle imprese che ci hanno portato fin qui. Aiutateci a scoprire la forza delle azioni e dei gesti. Convinceteci che i voti sono soltanto dei numeri e che non costituiscono l’identità di una persona.
E suggeriteci su cosa dobbiamo costruire il mondo del futuro. Parlateci degli errori commessi in passato, affinché nel nostro avvenire non si ripetano. E soprattutto parlateci dei diritti, perché possiamo comprenderne a pieno il valore.
E noi studenti proviamo ogni giorno ad essere come lespugne, che assorbono saperi e conoscenza. Procediamo con il desiderio di diventare non necessariamente studenti eccellenti, bensì cittadini del mondo.
E adesso vorrei dare un ultimo consiglio proprio a voi, che state per compiere un passo importante: non fermatevi innanzi alle prime difficoltà, ma imparate ad affrontarle e anche se non sarà semplice all’inizio, ne varrà la pena, anche perché è proprio dall’alto che si ha l’opportunità di scorgere i paesaggi più belli.
Non posso che darvi il benvenuto in questa che non chiamerete certamente casa, ma che un giorno ricorderete come il luogo in cui si coltivano i valori, e, soprattutto, dove nascono gli uomini e le donne del futuro.
1 commento
Bellissimo discorso Mattia, complimenti! Penso che i ragazzi affronteranno questa avventura con una grande spinta e molta più voglia in più di imparare, e magari i professori guarderanno con occhi diversi le loro “spugne”!!
in bocca a lupo a tutti!
Commenti chiusi.