Ore 01:47 Vincono il Festival di Sanremo Mahmood&Blanco
(3° posto: Gianni Morandi; 2° posto: Elisa)
Tre generazioni sul podio dell’Ariston!
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Da piccola, di ritorno da Lecce, nella 128 azzurra, noi quattro facevamo un gioco.
Quando ad altezza di Brindisi, all’uscita dalla Superstrada, sulla destra, iniziavano a sbucare altissimi condomini grigi, con piccole finestre illuminate che lasciavano intravedere le vite degli altri, noi inventavamo le loro storie.
Davamo i nomi agli abitanti di quelle stanze, cucivamo addosso ad ognuno di loro i nostri incubi o le nostre speranze.
L’ultima puntata di Sanremo 2022 si apre con la gioiosa Banda della Guardia di Finanza e nei miei occhi si stagliano tutti i condomini d’Italia con le lucine delle finestre accese ed un’unica colonna sonora: l’Inno di Mameli.
Il Festival di Sanremo di quest’anno è riuscito, per cinque serate, a riunire tanti minuscoli pezzetti di mondo in un’unica Storia collettiva, quella di un Paese claudicante, che cerca disperatamente di rialzarsi.
E per uscire dal dolore sceglie l’ARTE.
L’ARTE, in tutte le sue manifestazioni, è l’unica vera vincitrice di questo Sanremo: i movimenti sinuosi della danzatrice Elena D’Amario; la forza espressiva dell’attrice Drusilla; l’ironia teatrale della Giannetta; la comicità dissacrante di Zalone e quella leggera di Fiorello; il duetto memorabile di Morandi e Jovanotti; la voce registrata di Raffaella Carrà; le parole della poeta Mariangela Gualtieri e del poeta Franco Arminio; la grazia e l’abilità delle Farfalle Azzurre; l’essenzialità degli abiti di Valentino e l’eleganza di quelli di Armani; la MUSICA tutta, italiana, straniera, melodica, di ieri, di oggi, con auto-tune e senza auto-tune.
Vince il Festival di Sanremo 2022 la LIBERTA’ di essere, di esprimersi, di amarsi o anche solo di volersi bene così come è, come si vuole, come si sente, come si crede.
Vince la LEGGEREZZA, il desiderio spasmodico di non pensare al brutto, al triste, al pericolo. Non è ancora arrivato il momento della sedimentazione, della riflessione e dell’analisi. Abbiamo bisogno di evadere e questo Sanremo, nonostante tutto, è riuscito a raccogliere frammenti del nostro dolore, spazzandoli via con una mano di musica leggera, tanto da farci domandare: quale sarà la nostra comfort zone da oggi?
📍CONDUTTRICE
“Accetto tutto! Ma non mi toccare la Ferilli!” mi scrive Qualcuno (con la Q maiuscola!) su whatsapp con fare minaccioso.
Ma la Ferilli, a parte le palline di botulino sugli zigomi, non merita affatto di essere maltratta.
Anzi!
E’ disinvolta, simpatica, a suo agio, sobria (sfoggia due soli abiti che non concedono niente alle forme), si districa perfettamente sul palco, entra nei nostri soggiorni con la naturalezza di quelle zie che non vedi l’ora di avere a pranzo la domenica per spettegolare, parlare del mondo, della società, della politica, ricominciando poi a riderci insieme.
Parla così bene al cuore che mi verrebbe da chiederle di tenere qualche lezione privata di empatia ed umanità a Letta, giusto per scongelarlo un po’.
Sabrina è qualunque Donna, non una Donna qualunque.
Alle 22:10 esordisce con: “Io non ho monologhi, perché in questi due anni, ce ne siamo fatti anche un po’ troppi!”.
E chiosa con un efficacissimo, romanissimo “Ma la presenza mia dev’esse pefforza legata an problema?”.
E poi, seria, chiude pronunciando le due parole più belle e meno usate di questi nostri anni bui: “COMPETENZA E TENACIA che accompagnano tutte le donne del mondo”.
Grazie Sabrina, hai parlato per Noi tutte, senza paternalismi e costruzioni, ma con “credibilità”, come tu stessa hai detto.
Si chiude con Te il cerchio di queste cinque serate in cui, come sempre, le Donne sono state relegate in un angolino dal quale, insieme a Drusilla e Maria Chiara, sei riuscita a tirarti fuori con la sola forza della tua personalità.
Perché le Donne sono costrette ancora a metterci il doppio della fatica per parlare, per lavorare, per guadagnare, per sopravvivere, per emergere, per dirigere.
Di fronte alla misoginia, a volte anche inconsapevole di alcuni, mi verrebbe voglia di abbracciare l’omino di turno per ricordargli che la sua arroganza è solo paura delle nostre competenza e tenacia.
📍LE CANZONI IN GARA
A prescindere dal podio, attendo impaziente l’arrivo dell’estate per cantare a squarciagola le canzoni de La Rappresentante di Lista e di Dargen D’Amico, i tormentoni che ci terranno compagnia quando il sole brucerà e questi mesi di freddo, gelo e paura saranno finalmente lontani.
📍SUPEROSPITI
Mengoni e Filippo Scotti (il giovanissimo e bravissimo attore del film “La mano di Dio”) suggeriscono di praticare gentilezza contro gli odiatori da tastiera.
Poi Filippo recita le parole di Franco Arminio che preferisco su tutte (che emozione!): “A un certo punto devi capire che il dolore che hai subito non lo devi subire all’infinito. Mettiti in vacanza, la povera vita adulta non può pagare a oltranza i debiti dell’infanzia”.
All’1:05 Mengoni canta, ma mentre si esibisce io penso solo: <<Che dentatura perfetta!>>
📍MENZIONE D’ONORE
La menzione d’onore dell’ultima serata del Festival va al ricordo di Lucio Dalla e Raffaella Carrà.
In particolare alla mia, alla nostra biondissima e spregiudicata Raffaella, che appare lontanissima, in piedi e di spalle sulle scale dell’Ariston, sfocata come un fantasma. Intanto vibra nell’aria la sua vera voce registrata, squillante e sorridente, ed il corpo di ballo si diverte al suono della sua musica.
Risentire la voce di chi non c’è più è un malinconico anestetizzante della mancanza.
Ecco la forza dell’Arte: rendere eterna la musica, la voce, la scrittura, le parole, il pensiero, il dipinto, il copione, la danza dell’artista.
Farlo rimanere per sempre nel mondo.
📍MENZIONE D’ONORE DA CASA
Menzione d’onore da casa a chi, in questi giorni, ha letto i miei post, fingendo di non farlo e a chi non li ha letti, fingendo di averlo fatto.
A Mario che mi ha sponsorizzata, a QuiMesagne che mi ha sUpportata, ad A. che mi ha sOpportata, a Fernando che vuole farmi il test antidoping, a Cosimo che è preoccupato per la mia salute e mi chiede di riposare, a Maria che “vola alto”, a Giampiera e Paolo che si sono impensieriti quando ho pubblicato il commento alle 7:02, al “Signor Qualcuno” che si sarà emozionato quando Sabrina Ferilli ha incastonato nel suo décolleté il viso imbarazzatissimo del piccolo Josè, figlio di Amadeus.
Ai tutti i miei gruppi whatsapp, lì dove si dipana ormai lo scorrere quotidiano delle nostre vite asociali, ma molto social.
E soprattutto menzione d’onore speciale alle piccole e dolcissime Carlotta, Emma, Livia e Sveva che hanno seguito attentamente tutte le puntate di Sanremo, cantando, votando, ballando e regalandomi giovani e freschi punti di vista.
********Dormono le note frizzanti delle canzoni italiane.
Alle ore 01:55 si chiude il sipario sul Festival. Dormono ora i fiori colorati. Dormono gli orchestrali. Dormono le note frizzanti delle canzoni italiane.
Dormono lustrini e tacchi alti, messe in piega e ombretti luccicanti.
Resta sola e triste la Città di Sanremo, orfana dei riflettori che nascondono le ombre ed illuminano solo il bello.
Prima di andare a dormire anche io, “Non posso far finta di niente 5 – Last Blood (=ultimo sangue!)”.
Fabio Fazio ospiterà stasera, a “Che tempo che fa”, il PAPA, senza dare un minimo spazio alla notizia che Mesagne è candidata al titolo di CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2024: lesa maestà! Speriamo almeno che il Papa possa mettere una buona parola per Noi, a Roma! Alla prossima!