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Comune di Mesagne, fuoco e fiamme tra due dirigenti

da Redazione
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COMUNE Di-mesagne1Non è educato sbirciare nella corrispondenza altrui, men che meno in quella di due signore. Quando le donne in questione, poi, sono due autorevoli funzionarie del Comune di Mesagne, le missive andrebbero maneggiate con maggiore cautela. Se però lo scambio epistolare ha una risonanza pubblica, allora forse è il caso di comunicarlo.
La vicenda nasce da un argomento minimo, quello dell’organizzazione – un po’ farraginosa – del centro estivo con la coop Libera Terra. Come talvolta accade, il sassolino rischia, rotolando, di acquistare energia diventando una valanga. Le lungaggini burocratiche, la difficoltosa comunicazione tra uffici comunali, i tempi che si dilatano ad un certo punto richiedono una (garbatissima) sollecitazione dell’interlocutore di Libera Terra che appena qualche giorno addietro scrive: «Mi permetto di  far presente che il primo invio del flyer/locandina risale alla fine di aprile, che le scuole stanno per chiudere e che, in ultimo, la promozione rischia di non essere efficace come si era programmato, con possibili ripercussioni sul numero di iscrizioni».

La mail viene girata dalla responsabile dell’ufficio Cultura Alessia Galiano a Concetta Franco, responsabile dei Percorsi di Legalità che, in modo effettivamente spiccio, replica: «Vi prego di interrompere questo tormentone, per rispetto del lavoro di tutti e delle altrui intelligenze. Per me va bene tutto, basta che si lavori…e si chiuda con questo avvio, per la mia parte mi scuso con la cooperativa che meriterebbe altri interlocutori…».
Apriti cielo, la reazione della Galiano è rovente, tanto da protocollare una articolata lettera indirizzandola al sindaco, al presidente del consiglio comunale, ai consiglieri capigruppo, agli assessori, al segretario generale, al responsabile delle risorse umane, al responsabile del contenzioso. Oggetto: «denuncia comportamento lesivo dott.ssa Franco».
«Con la presente evidenzio, non senza rammarico, il deteriorarsi del sistema di relazioni e il mancato rispetto delle regole base finora mai registrati ai livelli attuali dopo quasi 20 anni di servizio», esordisce. Le «doglianze» nascerebbero dal «tono sbeffeggiante» adoperato dalla Franco in «mail istituzionali e non ad uso interno», fattori che evidenzierebbero tanto «un comportamento sbagliato», quanto «una mancata conoscenza di procedure amministrative».
Così, per la Galiano, mentre «si può accettare di non condividere con i colleghi metodologie di lavoro, tempi di realizzazione, competenze e senso di responsabilità o persino regole di buona educazione, non si può accettare offese alle persone ed alle professionalità, rilievi circa presunte inconcludenze, accuse circa presunte negligenze, commenti personali riportati a soggetti esterni all’amministrazione in modo sciatto e verbosamente viscido (sic!)».
E ancora: «Tale comportamento risulta palesemente censurabile perchè lede l’immagine dell’Ente verso l’esterno. Tali manifestazioni di onnipotenza provengono dal funzionario preposto ai Percorsi di legalità, condizione paradossale dal momento che legalità per un ente locale non può significare solo impegno per occasioni di parata ma deve insistere nel DNA di ogni dipendete pubblico ed esplicitarsi nella prassi quotidiana».
Per concludere: «Con questa mia non mi aspetto una composizione bonaria, non chiedo di ricevere scuse, giacchè nella questione non esistono parti, non sono in gioco rapporti personali ma, forse, un sistema valoriale che purtroppo si stenta a riconoscere sempre più nel Comune di Mesagne».
Chi avrà il coraggio di provare ad appianare la querelle tra queste due donne intelligenti e capaci ma certamente dalla forte personalità?

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1 commento

Uno curioso sabato, 11 Giugno 2016 - 8:03

Egregio direttore, “curioso” questo fatto qui sintetizzato: se ho ben capito, una funzionaria mette le mani avanti nei confronti della sua possibile prossima dirigente! Come dire: non c’è feeling; perciò… “attenzione!”. Tuttavia, pare che la funzionaria abbia espresso anche una certa nostalgia per “un sistema valoriale che purtroppo si stenta a riconoscere sempre più nel Comune di Mesagne”. C’era una volta…
E qui, l’Amm.ne attuale non può tacere, mi pare… C’è davvero un tale degrado? E se c’è, chi lo determinato? E chi lo ha tollerato?
Al di là di questo aspetto (curioso), penso che nell’articoletto da lei pubblicato, direttore, manchi la descrizione del fatto, appena accennato. Si legge che c’è un rimpallo di responsabilità, ma ai cittadini sarebbe utile sapere qual è il fatto scatenante; qual è l’inadempienza? Personalmente non l’ho capito.

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