Il Comune di Mesagne si costituirà parte civile nel processo penale che vede alla sbarra diversi mesagnesi arrestati in occasione dell’operazione “The Beginners”. L’operazione fu messa a segno dalla Polizia all’inizio di quest’anno, era il 23 febbraio scorso.
Il prossimo 10 gennaio, nell’aula bunker del Carcere di Lecce, partirà il processo nei confronti di quelli che furono definiti “gli esordienti” della Sacra Corona Unita.
Il 22 dicembre scorso la giunta comunale ha deciso di tutelare l’immagine della città poichè “gli imputati – si legge nel testo della delibera n. 276 – si sono resi responsabili di gravissimi reati ledendone l’immagine del Comune di Mesagne e del suo patrimonio territoriale ed ambientale” per questo è stato dato mandato all’avvocato Anna Luisa Valente di costituirsi in giudizio.
Ma per ricordare le fasi salienti dell’operazione vi riportiamo di seguito un articolo apparso su antimafiaduemila.com con la ricostruzione della vicenda.
di Antonio Nicola Pezzuto
“The Beginners”, questo il nome dell’operazione di polizia che ha assestato un duro colpo alle nuove leve della Sacra Corona Unita. “Gli esordienti” sono finiti al centro delle indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Alberto Santacatterina e dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Brindisi, Valeria Farina Valaori. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP Antonia Martalò, ha colpito 35 persone: 26 gli arrestati e 8 gli indagati a piede libero, uno di questi con l’obbligo di firma presso la Questura di Brindisi. Nella maggior parte dei casi si tratta della prima contestazione per reati di mafia, da qui il nome del blitz “The Beginners”, ovvero gli esordienti. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamenti, detenzione di armi, reati aggravati dal metodo mafioso.
Tutto ha inizio il 5 aprile 2013 quando a Brindisi veniva arrestato Andrea Reho per reati in materia di stupefacenti ed evasione.
I colloqui che il Reho intratteneva con i suoi visitatori presso la Casa Circondariale di Brindisi venivano intercettati ed emergeva subito l’operatività sul territorio brindisino di un sodalizio gravitante intorno alla figura di Luca Ciampi, caratterizzato da un modus operandi tipico delle organizzazioni mafiose.
Le indagini eseguite dalla Squadra Mobile di Brindisi hanno appurato l’esistenza di due clan, uno con a capo Tobia Parisi e l’altro, operante principalmente nella città di Brindisi, facente capo a Luca Ciampi.
“Il compendio delle indagini consente di poter affermare l’esistenza di un sodalizio dotato di una struttura tutt’altro che elementare, caratterizzato da un organigramma preciso, arricchitosi nel tempo con formali affiliazioni di nuovi soggetti ed elevazioni di grado dei sodali già appartenenti al gruppo”, si legge nell’ordinanza.
Una realtà che viene comprovata da intercettazioni telefoniche e ambientali e da alcune lettere sequestrate in carcere.
Questa operazione di polizia testimonia l’evoluzione della Sacra Corona Unita che, nonostante sia stata colpita duramente dal lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine nel corso degli anni, riesce sempre a rigenerarsi, non più sorretta da una struttura verticale e verticistica come in passato, ma da un’organizzazione reticolare che consente una spartizione del territorio, come affermato dalla Commissione Parlamentare Antimafia in visita nel Salento proprio in questi giorni. All’interno della Scu è sempre stata forte la presenza del cosiddetto gruppo dei “Mesagnesi”, capeggiato negli ultimi anni da Antonio Vitale, Massimo Pasimeni, Ercole Penna (prima di diventare collaboratore di giustizia) e Daniele Vicientino, la cui longa manus è rappresentata da Tobia Parisi. In questo contesto nasce l’operazione “The Beginners” che ha portato alla luce un’organizzazione strutturale di uomini e mezzi così forte da esercitare una significativa forza di intimidazione sul territorio beneficiando di condotte omertose che hanno favorito il suo operato.
Dalle indagini è emersa la preoccupazione dei sodali di garantire alle famiglie dei detenuti sostentamento economico, sia attraverso la dazione di denaro consegnato settimanalmente, sia con altre utilità. Si è riscontrata anche una “qualificata assistenza agli associati liberi”, un aiuto previsto dai “doveri” solidaristici per le necessità dell’intera consorteria.
Molto importante il ruolo assunto dalle compagne di vita dei leader dei clan al centro delle indagini: Veronica Girardo per il Parisi e Tamara Niccoli per il Ciampi. Le due donne, forti di autonomi poteri decisionali, garantivano i contatti tra i loro uomini detenuti e gli affiliati in libertà, verbalmente o tramite “pizzini”. Si preoccupavano di intrattenere i rapporti tra i due gruppi e fornivano sostentamento economico ai sodali detenuti e ai loro familiari.
Gli esordienti della Scu cercavano di mettere le mani sulle varie attività economiche. Dalle intercettazioni emerge come il clan Parisi gestisse in condizioni di assoluto monopolio i parcheggi delle discoteche “Aranceto” di Rosa Marina di Ostuni, “Mashad” di Pantanagianni di Carovigno e “Poison” di Mesagne ricorrendo a minacce nei confronti dei titolari di queste attività.
Dovevano pagare tutti, anche i vip come Alberto Tomba. Lo dimostra un’intercettazione del 10 agosto 2013 durante la quale la Girardo comunica al marito che la domenica precedente si era recato al Mashad il famoso sciatore. Franco Di Mastrodonato, un altro indagato, aveva comunque preteso due euro per il parcheggio.
“Tomba.. Franco dice 2 euro…e lui dice ma lo sai chi sono?…si dice 2 euro… come? dice lui… Alberto Tomba si ma sempre due euro sono… anche se sei Alberto Tomba sono sempre due euro… (ride)… andò al Mashad”.
Nel settembre del 2008, il clan Parisi riusciva a impossessarsi di una villa ubicata in agro di Torre Santa Susanna costringendo il proprietario, debitore di una significativa somma di denaro riconducibile ad una precedente compravendita di autovetture usate intercorsa proprio con Tobia Parisi, a trasferire la proprietà dell’immobile ad un prestanome dell’associazione mafiosa, Carlucci Giuseppe. Questa abitazione, in seguito, è stata utilizzata come rifugio da Daniele Vicientino, uno dei leader della frangia dei “Mesagnesi”, durante la sua latitanza del 2010/2011. L’immobile è stato sequestrato nel corso del blitz dalla Polizia insieme a 39 autovetture appartenenti a Giuseppe Carlucci, titolare dell’autoconcessionaria Carlucci Car sita in Carovigno. Le nuove leve della Scu cercavano di esercitare il loro dominio sul territorio non solo imponendo le estorsioni ai commercianti, ma intromettendosi in alcuni dissidi tra privati. È quel che accade la sera del 6 agosto 2013 quando viene incendiato un garage di pertinenza di un condominio per inviare al proprietario un chiaro segnale intimidatorio. In questo caso, ad agire, è il gruppo di Luca Ciampi che vuole fare un favore all’amica della sorella di un affiliato, Antonio Grassi. Un atto finalizzato ad acquisire prestigio e considerazione, facendo valere le ragioni di comuni cittadini a loro rivoltisi per ottenere “giustizia”.
Il 29 luglio del 2013, grazie ad alcune intercettazioni, veniva sequestrato un fucile a canne mozze appartenente al gruppo di Luca Ciampi. L’arma risultava rubata nel 2008 a Bologna. Era stata avvolta in un telo giallo e nascosta nel cassone di un autocarro in disuso.
Tra il 27 e il 30 agosto 2013, nei giorni della festa patronale di San Teodoro, venivano estorti i giostrai presenti in città che si vedevano costretti con metodi mafiosi a consegnare al sodalizio numerosi biglietti per le attrazioni. Biglietti che venivano distribuiti tra i sodali e i loro familiari.
Tra le attività principali del clan di Luca Ciampi vi era il traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, marijuana e hashish. Così l’associazione mafiosa si rafforzava economicamente e consolidava il proprio potere di controllo sul territorio.