“Aspetto da venti giorni che la Asl ci chiami per il tampone a mio figlio. Adesso non so più a chi rivolgermi” Dall’altra parte del telefono c’è una mamma disperata che in questi giorni ha fatto i conti con la burocrazia del Covid. Il figlio, sette anni, al secondo anno di una scuola elementare di Mesagne agli inizi di ottobre ha avuto la tosse. Il pediatra, in via cautelativa, gli ha chiesto di rimanere a casa e di aspettare la Asl per effettuare il tampone.
“Sono venti giorni che aspettiamo e nessuno si è fatto sentire – dice arrabbiata al cronista -. Ho inviato mail, telefonato al dipartimento di prevenzione, chiamato il 1500 ma nessuno ancora riesce a risolvere questo problema”. Una burocrazia che rallenta il contact trading e che blocca in casa una intera famiglia. Questa famiglie si trovano in una bolla dove nessuno riesce ad aiutarli.
“Quando chiamo mi rispondono dai Call center e tutti mi invitano a pazientare perché arriverà la chiamata. Mio figlio ha perso venti giorni di scuola e non credo sia corretto. Come me ci sono altri genitori, ce lo dice il pediatra che è un problema comune a tante famiglie mesagnesi. Abbiamo contattato anche il sindaco, ma ancora nessuna novità”. Anche questa è una emergenza da non sottovalutare.