In una sfida puoi vincere o puoi perdere. Sono le regole del gioco, sono le regole della vita. Il tuo avversario ti studia, ti provoca, cerca di intimorirti giorno dopo giorno, per mesi, per anni. Poi, una mattina ti svegli e decidi che adesso basta, ora vediamo chi è il più forte…”. Inizia con queste parole “Io ti sfido. Monica Priore, il delfino che imparò a volare”, il libro che racconta la vita della nuotatrice da gran fondo – prima atleta con diabete al mondo ad avere attraversato a nuoto lo Stretto di Messina nel 2007 – tratteggiata con vivacità e sapienza dal giornalista sportivo Luca Gregorio.
Il volume è stato presentato oggi a Mesagne, città natale di Monica, in un evento organizzato da Agapantos Editore grazie all’ospitalità del Comune di Mesagne, in collaborazione con il Ministero della cultura, la Biblioteca comunale “Ugo Granafei”, il Centro per il libro e la lettura, il progetto Città che legge, l’Intergruppo parlamentare obesità e diabete e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Changing Diabetes®. Vi hanno partecipato il Sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, Gianfranco Lobello, Presidente AGD Delfini Messapici, Giuseppe Traversa, Presidente coordinamento Associazioni FAND Puglia, Renato Giordano, Presidente Società Italiana di Medicina Teatrale, medico, scrittore e regista teatrale, Federico Serra, Government Affairs & External Relation Director Novo Nordisk. Nell’occasione, per la celebrazione dei cento anni della scoperta dell’insulina, è stato anche consegnato a Monica Priore il premio Changing Diabetes®.
“Monica Priore – come prosegue il libro – ha incontrato il diabete all’età di 5 anni e, da quel giorno, la sua vita è cambiata. Ne ha patito i colpi, le bordate, gli attacchi giocando sempre in difesa, arroccata intorno alle sue poche certezze: suo fratello Enzo, i suoi genitori, il medico di fiducia e soprattutto la sua voglia di riscatto. E mentre Monica cresceva e si faceva donna, le sue paure, il suo senso di inadeguatezza e la frustrazione lasciavano il posto a un sentimento di collera, sempre più insopportabile. Ed è a questo punto che qualcosa nella sua testa è cambiato: quella solitudine con cui viveva la sua condizione, non permettendole di proiettarsi nel futuro, e il rancore nei confronti del mondo che la circondava, si sono trasformati in un’energia primordiale, frutto del naturale istinto di sopravvivenza. Una rabbia costruttiva non più rivolta verso i pregiudizi, verso burocrati incompetenti, guarigioni illusorie, scarichi di responsabilità, ma rivolta unicamente contro la malattia e il suo esserne vittima.”
Quel giorno Monica ha compreso che non poteva rimanere succube del suo avversario, lo doveva affrontare. E ha deciso, così, di sfidarlo, compiendo straordinarie imprese sportive: oltre al già citato attraversamento dello Stretto di Messina, nel 2010 ha percorso a nuoto i ventuno chilometri che separano Capri da Meta nel Golfo di Napoli, ha partecipato a numerose gare nazionali e internazionali, sino al Giro d’Italia a nuoto, compiuto nell’estate 2015. Per le sue imprese, Monica Priore ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella, nel 2017, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. «Monica Priore, con la sua vita di atleta ai più alti livelli, ha dimostrato che il diabete è una malattia con la quale, proprio grazie alla scoperta di Frederick Banting 100 anni fa, è possibile convivere e condurre una vita del tutto normale, anche se la sua, probabilmente, va oltre la normalità», sottolinea Federico Serra, Government Affairs & External Relation Director Novo Nordisk. «Utilizzo le imprese estreme per dare dei segnali forti – spiega Monica Priore – ma non per questo posso lasciare tutto al caso, perché l’autocontrollo del diabete è di fondamentale importanza. Quello che dico sempre ai miei colleghi diabetici è che il diabete può essere gestito, bisogna averne cura e tenerlo sotto controllo, una volta riusciti in questo si può andare ovunque». “Un bracciata dopo l’altra, un metro dopo l’altro, un traguardo dopo l’altro”, proprio come sottolineano iconicamente le ultime parole del libro.