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Diego Belardi: da Bologna a Mesagne in bici

da Redazione
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Anche quest’anno, giunto l’inizio dell’estate, ricorre puntuale la fatidica domanda: “dove vai in vacanza?”. I più, si sa, rispondono elencando le famose mete estive. Diversa è stata la risposta di Diego Belardi. Diego, originario di Mesagne, residente da diversi anni a Bologna, dove si è laureato in giurisprudenza e dove oggi lavora come consulente, spinto dalla voglia di fare qualcosa di diverso e superare i propri limiti, comincia a confidare ad alcuni amici l’idea di voler rientrare in Puglia in bici. Nell’incredulità generale la sua risposta è tra quelle che stenti a crederci, per la difficoltà ed originalità dell’idea. Ma non tutti conoscono la tempra di Diego, e quella che sembrava una provocazione invece, era un progetto che preparava da tempo. La passione per il ciclismo e la natura erano ben note, grazie a storie condivise sui social nei weekend, durante le uscite in bici sui colli Bolognesi.

Ma i chilometri percorsi in una gita fuori porta non si potevano paragonare ai circa 900 che doveva fare per realizzare il suo rientro in grande stile a Mesagne. Diego, detto “lu nero”, nome d’arte ereditato con orgoglio dal papà Carmelino, rispettabilissimo arbitro di calcio, comincia a prepararsi all’impresa. Si documenta sulle strade da percorrere e sui camping dove fermarsi a riposare. Chiede informazioni ai vari ciclo-viaggiatori influencer e soprattutto equipaggia la sua bici di tutto ciò che poteva essere necessario per un viaggio così lungo e faticoso. Arrivato il giorno della partenza purtroppo, Diego incontra la prima difficoltà, la pioggia. Ma la sua voglia di libertà e di intraprendere un’esperienza unica nel suo genere non lo fanno demordere. Continua quindi a pedalare e a godersi i paesaggi meravigliosi che incontra.

Percorre tutta la ciclovia adriatica, tra soste e ripartenze nei posti più belli d’Italia, da Rimini a San Benedetto del Tronto, dalla foresta umbra al Gargano, da Polignano a Mare a Torre Guaceto. “Arrivavo la sera stremato ma l’incoraggiamento dei miei amici mi dava la carica per non mollare”, ci confida Diego. Valore aggiunto a questa avventura, l’aver conosciuto tante persone, tra cui altri ciclo-viaggiatori, con cui ha condiviso non solo tratti di strada ma una vera e propria esperienza di vita. Dopo 13 giorni l’impresa è compiuta. Diego arriva nella sua città natale Mesagne, che ha tatuato sulla sua pelle. Accolto da parenti e amici come un eroe, con un urlo liberatorio realizza con soddisfazione che ha coronato un sogno, e che per lui più nulla è impossibile. Rubino Mauro

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