(di Mauro Pasimeni)- Dalle parole del campo, si è passato alle parole sui social.La partita di mercoledì pomeriggio giocata al “Vicino” di Gravina, tra la formazione di casa ed il Mesagne Calcio, conclusa sul risultato di 1 a 1, ha lasciato aperte diverse discussioni.
In casa Gravina hanno contestato pesantemente l’arbitrato del signor Carrer di Barletta.
Sui social i tifosi lamentano un arbitraggio non all’altezza della situazione, e soprattutto non è piaciuta ai tanti appassionati del Gravina la designazione di un arbitro proveniente dalla sezione di Barletta, diretta concorrente per la vittoria del campionato.
Il Gravina ha concluso la gara in 9 uomini, e con ben sei ammoniti.
In casa Mesagne, dopo l’insperato punto preso in un capo difficile come quello di Gravina, le attenzioni si sono spostate al post gara.
Da Mesagne erano partiti per assistere alla partita circa una ventina di persone, tra cui alcune donne e ragazzi minorenni.
Purtroppo al triplice fischio finale, i pochi mesagnesi presenti si son sentiti offesi e minacciati, da alcuni tifosi che non hanno accettato come è maturato il risultato del pareggio.
I giocatori del Mesagne sono stati accusati di aver inscenato una partita farsa e teatrale, pensando principalmente a non giocare a calcio. Infatti nel tunnel che collega il campo con gli spogliatoi, alcuni giocatori del Mesagne, hanno ricevuto dei “doni regalo”, corrispondenti a pugni e calci.
Sicuramente Gravina rimane non solo la capolista del girone, ma anche un esempio per tante realtà sportive. Ogni domenica, quando il Gravina gioca in casa, allo stadio sono presenti minimo 3 mila persone. Numeri importanti non solo per questa categoria, ma da campionati superiori, dispiace che da una città, che si è unita intorno alla propria squadra di calcio, con un seguito notevole di sponsor e famiglie, esca poi una immagine come quella vista ieri pomeriggio.
Il campo penserà a placare e calmare gli animi, il Gravina con molta probabilità raggiungerà il traguardo ambito della serie D, se non sarà con il primo posto, passerà o dalla coppa o dai play off; il Mesagne invece farà di tutto per ottenere una salvezza, in un campionato difficile come questo.
La squadra del Mesagne lo ricordiamo, che 4 anni fa giocava in terza categoria, e pur non contando tra le sue fila nomi altisonanti, ogni domenica scende in campo e suda la maglia, perciò nel calcio ci sta che il principe azzurro, subisca uno sgambetto dal brutto anatroccolo.
Queste sono le dichiarazioni del presidente Todisco, prese dalla pagina di Facebook: “A Mesagne 300 persone allo stadio, 30 poliziotti, a Gravina 3000 persone, 3 poliziotti.Si dice che non è mai successo niente a Gravina; è logico se si vince. Scusate se ci siamo permessi di pareggiare in casa della capolista .Ieri eravamo 20 persone, tra noi donne e bambini. Vi siete permessi di aggredire un ragazzino.E voi siete quelli che volete togliere le barriere. Vi auguro un sereno e felice Natale, a tutte le persone brave di Gravina, che erano in molti.A te caro avvocato, dovresti dare l’esempio, non devi fare il boss”.
Questo è invece il comunicato della società del Gravina:
“La dirigenza e tutta la società della FBC Gravina formula le scuse più vere e al contempo sincere al Mesagne Calcio per lo stato di nervosismo che ha accompagnato la fase finale del confronto disputatosi mercoledì pomeriggio tra le due compagini. La giornata era iniziata all’insegna del massimo rispetto reciproco tra le due realtà con le due tifoserie disposte nello stesso settore.
A volte capita di sbagliare. Non è nell’etica di una società come la nostra che può vantarsi di avere un pubblico tra il più colorato d’Italia assumere comportamenti non consoni ai valori dello sport e della lealtà agonistica. Pertanto si rinnovano gli attestati di stima e di mea culpa nei confronti dell’intera realtà del Mesagne Calcio.
Al contempo si sottolinea però come una società sportiva come quella della FBC Gravina ha offerto e offrirà sempre il massimo rispetto e la più cordiale accoglienza alle compagini ospiti e chi è stato a Gravina può attestarlo. Chi scende in campo, ad ogni modo, deve anche manifestare la vera etica sportiva perché sono i giocatori il primo esempio dei sani valori dello sport”.