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Fabiana Agnello, una vita declinata in versi

da Cosimo Saracino
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fabiana agnello

Bella, solare e con un sorriso inconfondibile. E’ questa l’immagine che rimane in mente dopo aver incontrato Fabiana Agnello, giovane mesagnese in procinto di laurearsi in giurisprudenza. Poi approfondisci la conoscenza e ti accorgi che le ‘Leggi e il Diritto’ sono un’altra cosa rispetto al suo amore per la poesia. “Mi sveglio all’alba con le parole tra le dita – ci dice – e, se non le butto giù di pugno, mi bisbigliano all’orecchio durante la giornata che impiego tra diritto e codici”. Da qualche tempo ha messo su un blog (www.carame.it) ed ha aperto una pagina facebook (Cara me – Poesie di Fabiana Agnello). I suoi componimenti vengono letti assiduamente da molti fans. Nelle sue poesie si legge delle vite, dei gesti e delle storie delle persone che ha incontrato, senza tralasciare il racconto del suo mondo e del rapporto di amore e odio che ha con le parole.

Da quanto tempo scrivi poesie?
ScanSe volessi darti una data ufficiale, ti direi che scrivo poesie dal 9 novembre 2002: vinsi il primo premio del concorso “Poesia Illustrata” con giudice il prof. Mimmo Tardio che, tra l’ altro, regalandomi il suo romanzo “Historietta” mi scrisse una bellissima dedica «A Fabiana, perché scriva della sua vita e sogni e immagini il suo futuro come uno straordinario lungometraggio cinematografico». Ma scrivo di emozioni da quando i miei genitori mi regalarono il mio primo “diario segreto”. Ricordo ancora il profumo di talco e iris che sprigionava sfogliando le pagine colorate. Avevo 10 anni.
Non scrivevo tutte le sere prima di andare a letto, ma quando un evento, una persona o un pensiero era così intenso da sentire il bisogno di mettere nero su bianco le emozioni e gli stati d’animo che mi suscitava. Ed ancora oggi, a distanza di anni, percepisco perfettamente leggendomi le identiche sensazioni che magari ,oggi, esprimerei con un registro più maturo e più vasto di vocaboli.
Alle elementari prima, alla medie e superiori dopo, le prof di italiano/letteratura hanno sempre elogiato i temi che ho scritto e tutte mi hanno sempre detto che in me scorre una vena poetica.
Gli auguri di compleanno: le persone care e speciali ricevono spesso dediche particolari, una delicata poesia o una simpatica filastrocca (il genere varia a secondo della personalità e del rapporto che ci lega) su carta pergamenata ( per i “più” uso anche la ceralacca) oltre al regalo, ovviamente.

Perché il blog si chiama ‘cara me’?
E’ tipo l’intestazione di una lettera che scrivo ascoltando le vibrazioni più profonde del cuore di Fabiana. cara me
Quelle che non sento nel rumore del tran tran quotidiano, ma mi urlano in piena notte. Mentre tutti dormono, compresi i miei gatti (perché se sono svegli sono gelosi del tempo che tolgo loro scrivendo), io sono lì, alla mia scrivania che impugno la matita (mi è ancora sconosciuto il motivo per cui la preferisca alla penna) a buttar giù emozioni che mi nutrono l’anima.
E quando la notte non trovo le parole giuste, mi trovano loro, svegliandomi all’alba.
Credo di dialogare con quella parte della psiche che Freud definisce Es e Super-io: l’incudine e il martello che la coscienza dell’Io cerca di mediare.

Come definiresti questa tua passione?
Una liberazione. E una dannazione. Sono vittima e carnefice del mio sentire. Liberazione perché alleggerisco l’anima quando riesco a sfogare le emozioni e gli stati d’animo. Una dannazione perché divento schiava delle parole e quando non mi bastano per descrivere le sensazioni, impazzisco.

Che cosa troviamo nelle tue poesie?
L’amore, l’attesa, la rabbia, la paura, la vergogna, l’odio, la rassegnazione, la tristezza, la gelosia, la speranza, il perdono, l’amicizia, la nostalgia, il rimorso, la delusione, la colpa, la gioia, il lutto: realtà sempre diverse che travolgono il mondo di Fabiana. Il mondo di ognuno di noi.

Come si concilia lo studio delle ‘leggi’ con l’amore per la parole?
Non si conciliano, le incastro. Sono due dimensioni completamente diverse, che scorrono parallele.

A chi ti ispiri quando scrivi?
A nessuno. Sono la Musa di me stessa. Sicuramente mi piacciono scrittori come D’Annunzio, Pavese, Petrarca, da Lentini e adoro Edgar Allan Poe e Charles Baudelaire. Ma ho uno stile mio. Scrivo spontaneamente, non ho bisogno di copiare qualcosa che non mi appartiene.
Ah, ultimamente sto scoprendo Andrea Inglese.

Com’è nata l’idea di creare un blog di poesie e come è stato accolto dai naviganti del web?
Per gioco. Non ho mai reso pubblico nulla di ciò che ho scritto negli anni. Ero gelosa di ciò che fosse Scan2profondamente mio e, sinceramente, ho avuto paura di essere giudicata per l’intensità di alcune poesie, tipo “Lussuria. Mi odierai”. Ma anche questa sono io e tradirei la mia parte che amo di più se la tenessi nascosta.
Così mi sono iscritta alla SIAE e ho aperto la mia pagina facebook, Cara Me- Poesie di Fabiana Agnello scoprendo con stupore che le mie poesie venivano condivise e alcuni loro versi citati sui profili di gente che non conoscevo e che proveniva da qualsiasi zona d’Italia.
Da lì, la creazione del blog e la scoperta, grazie all’analisi dello stesso, che ho accaniti fans che cliccano quotidianamente, oltre che dall’Italia, dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Russia, dalla Germania, dal Canada, dal Giappone, dagli Emirati Arabi e dall’Egitto. Quotidianamente.
Ricevo e-mail da uomini e donne che si identificano nelle situazioni e nelle emozioni che descrivo, come “Conflitto. Contractor” che ha scatenato in alcune mogli/compagne di uomini appartenenti alle forze armate la necessità di confidarmi i loro problemi, le loro paure, le loro preoccupazioni.
Si, è iniziato tutto come un gioco nel settembre del 2015 ed ora tutto questo fa parte della mia vita.
Perché scrivo? Per me, ma soprattutto perché chi ha incrociato e attraversato la mia strada possa leggere la traccia che mi lasciato.

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