A una settimana dagli eventi è tempo di bilanci e allora, se una cittadina è letteralmente invasa da diverse migliaia di visitatori, che restano in piazza ben oltre gli usuali orari notturni dell’estate, e se il primo parcheggio utile per godersi la festa è in aperta campagna a qualche chilometro dal centro, non c’è dubbio: si è stati protagonisti della XXIII edizione del «Festival del Fico mandorlato di San Michele Salentino». La kermesse è stata promossa dal Comune di San Michele Salentino e da Puglia Hortus, con i patrocini dalla Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Camera di Commercio Taranto-Brindisi, Gal Alto Salento e con la partecipazione dei Comuni aderenti alla Rete delle Città del fico – Ficus net.
Questa edizione del Festival – a detta dei non pochi aficionados che non ne hanno persa una dalla maglietta «I love ficamandorlata» in avanti – si è rivelata la più bella fra quelle fin qui realizzate e tutte di notevole qualità, sia che si pensi solo al tema principale del Festival, sia che si guardi alla qualità sul versante dello spettacolo. In casi ordinari, quando il programma di un giorno di festa viene reso irrealizzabile dalla pioggia e dalle intemperie cosa si fa? Si pensa a ciò che potrà realizzarsi nel giorno successivo… A San Michele no: dopo il riuscito fuori festival di venerdì 29 agosto e lo stop forzato di sabato 30, domenica 31 agosto si è fatto il miracolo di sommare – spettacolo dopo spettacolo – tutto quanto era stato previsto. «E questo grazie agli artisti e soprattutto grazie all’opera di quanti hanno trascurato tutto pur di raggiungere l’obiettivo che era quello di realizzare una manifestazione il più inclusiva possibile e che contemperasse ogni genere di spettacolo», dice il presidente di Hortus Puglia, Pierangelo Argentieri.
Già, perché quest’edizione del «Festival del Fico mandorlato di San Michele Salentino» non ha rinunciato a nulla di ciò che era programmato né sul fronte degli eventi legati alla cultura, né sul fronte di quelli legati allo spettacolo. «Non è per piaggeria, ma meritano davvero di essere citati uno per uno i giovani “fighetti” Chiara Arpino e Federica Urgese, Valeria Ligorio e Giulia Cardone, MariadoloresApruzzi e Siria De Carlo, con Giuseppe Gigliola e Noemi Pascariello, Alessandra Caliandro e Daniela Terrume – dice Argentieri -. E poi ancora: Raffaella Palumbo e Bertrand Barletta, con Marco Caliandro e Luigi Cappelli, Federica Lorusso e Francesca Nisi e Mino De Donno e vanno ringraziati uno ad uno gli artisti, che hanno consentito davvero una “full immersion” nel pianeta della nostra “pizzica”. Grazie quindi a Mina Vita e Fabrizio Nigro, a Salvatore Galeanda e Giù di Meo, a Gianpaolo Saracino e Vito De Lorenzi, a Fabio Zurlo e Mario Esposito, a Ciccio Barletta e a Peppo Grassi e a Simone Carrino, mentre Roy Paci e Aretuska hanno fatto sì che l’intera piazza e dintorni non restasse ferma nemmeno per un attimo. Questo senza ovviamente dimenticare l’impegno dell’Amministrazione comunale con il sindaco Giovanni Allegrini e l’assessore Tiziana Barletta. Disponendo l’apertura straordinaria della Pinacoteca, hanno resto ancora più speciale questa edizione».
«Stanchi ma felicissimi – conclude Argentieri -. La kermesse è diventata “tradizione”, lo dimostrano due elementi: l’essersi affermata senza soluzione di continuità nel novero degli appuntamenti estivi pugliesi; l’aver messo solide radici nella comunità, tanto è vero che, con un sano gioco di squadra intergerazionale, sono adesso “I fighetti”, che davvero ringrazio nuovamente perché ad esempio sono stati efficacissimi nella comunicazione social, a curare gli aspetti della manifestazione».