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Mi chiamo Andrea e ho la sindrome di Down. Sono un bambino che sta per diventare un ragazzo e ne sono consapevole ed è per questo che, arrivando alla consapevolezza di tante realtà, sono un pochino più nervoso e ansioso di quando ero piccolo. Pertanto, chiedo a tutti coloro i quali mi stanno intorno e vicino di trattarmi e di parlarmi con termini e modi adeguati non solo alla mia età ma anche alla mia situazione emotiva.
Insomma, rivolgetevi a me come ad un adulto ne ho bisogno, ho bisogno di gente intorno a me da cui prendere spunto di come si diventa grandi, di come diventare una persona migliore, perché la mia mamma mi ha insegnato che si può sempre migliorare e crescere. Ma torniamo a noi …
La mia disabilità mi porta ad avere sicuramente delle difficoltà, ma se incontro persone ostili le mie difficoltà aumentano, diventando insormontabili. Vi chiedo di avere un pochino di pazienza ma lo sforzo è minimo. Sono un bambino quasi ragazzo che ha voglia e necessità di avere a che fare con persone dotate di una certa intelligenza e la mia mamma lo sa ed è per questo che cerca in tutti i modi di allontanare da me tutte le persone che non mi aiutano nella mia crescita, ma non sempre può essermi d’aiuto. Ci sono figure che per forza di cose mi affiancano complicando la mia crescita emozionale.
In questa giornata dedicata alle persone con difficoltà motorie e psichiche ho deciso di scrivervi affinché tutti possiate leggere e riflettere su quanto ho espresso, perché purtroppo ognuno di noi pensa di non far parte di questa lista di persone, invece il problema potresti essere proprio tu che mi incontri per strada o che io incontro sulla mia strada. pensaci. Un abbraccio immenso. Andrea Dicarlo