Che eTwinning rappresenti una preziosa occasione per imparare ed arricchirsi confrontandosi con coetanei di diversi Stati è stato più volte ribadito, ma sicuramente gli alunni partecipanti al progetto “Fit for Olympics” non si aspettavano di poter riflettere sulle tematiche in oggetto insieme a un loro beniamino, il campione olimpico di Taekwondo Vito dell’Aquila. Il nostro atleta, impegnato negli allenamenti di preparazione ai Giochi Olimpici che si terranno tra pochi mesi a Parigi, ha incontrato, in videochiamata, i ragazzi della 2C del plesso “Moro” della Scuola Sec. I grado “Materdona-Moro”. Il progetto prende come spunto le Olimpiadi per portare gli alunni dei paesi partecipanti (Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Slovacchia) a considerare e sviluppare vari aspetti del tenersi in forma e del viver sano, mettendo anche in evidenza la bellezza e i valori che lo sport porta con sé, fondamentali per la formazione umana e personale e per la convivenza civile. Una delle tante attività del progetto prevede l’intervista a un personaggio sportivo locale. Il pensiero dei ragazzi è andato subito a Vito Dell’Aquila, modello per la nostra comunità non solo di professionalità e integrità sportiva, ma anche di grande disponibilità e umiltà, qualità che rendono i campioni speciali. Guidati dalle Professoresse Antonella De Masi, nell’ambito del percorso interdisciplinare di Educazione Civica “Scenari di bellezza”, e Marzia Stridi, responsabile del progetto eTwinning, i ragazzi hanno potuto conversare con lui, ponendogli alcune domande, alcune delle quali elaborate dai partner degli altri Stati europei. Di seguito, l’intervista a Vito Dell’Aquila:
Antonio – Qual è stato il successo più grande nella sua carriera sportiva?
- Dell’Aquila – Per ora è stata l’Olimpiade di Tokyo, sia per il momento bellissimo che ho vissuto che per il valore che assumono queste gare. Spero di riuscire a vincere anche le Olimpiadi di Parigi, così da poter dire che è stato quello il successo più grande.
Roberto – Quanto tempo alla settimana dedica allo sport?
- Dell’Aquila – Trascorro tutta la settimana a fare sport perché, oltre ad essere la mia passione, è anche il mio lavoro, quindi mi alleno per quattro-cinque ore al giorno. L’unico giorno libero è la domenica. E ovviamente non c’è tempo per altri sport, dato che lo pratico a livello professionistico.
Daniele – Cosa le piace fare nel tempo libero?
- Dell’Aquila – Mi piace guardare serie Tv e film, e poi ascoltare tanta musica, come pop, hindi, rap.
Lorenzo – Ha affrontato momenti difficili nella sua carriera? Come li ha superati?
- Dell’Aquila – Si, ho affrontato molti momenti difficili, ma questo fa parte del percorso. Li ho affrontati anche grazie all’aiuto di altre persone che mi sono state vicine, ma soprattutto mettendoci il doppio della volontà che solitamente impiego, perché quando ci sono delle difficoltà bisogna cambiare in positivo e far uscire da sé qualcosa in più. Bisogna saper affrontare le difficoltà e non arrendersi, altrimenti difficilmente avrei potuto sostenere delle gare. È necessario rendersi conto della difficoltà per rendersi migliori.
Carlotta – Come si prepara, sia fisicamente che psicologicamente, per una gara sportiva importante?
- Dell’Aquila – Fisicamente, la mattina noi facciamo preparazione atletica, per essere al top della condizione fisica e al pomeriggio ci alleniamo con il taekwondo. Psicologicamente abbiamo anche il supporto di psicologi che aiutano ad affrontare lo stress quotidiano, perché ci vogliono sempre tanta volontà e tanta determinazione, e perché non è sempre facile superare i momenti di difficoltà. L’impegno maggiore, comunque, devi metterlo tu. Inoltre, essendo sportivi dobbiamo curare l’alimentazione, ma dato che per gareggiare rientriamo in determinate categorie di peso, siamo seguiti anche da un nutrizionista. Siamo fortunati perché siamo supportati a 360 gradi da vari professionisti per poter arrivare alle gare nelle condizioni migliori possibili.
Cristiano – Ha un gesto scaramantico prima di cominciare una gara?
- Dell’Aquila – Non ho gesti scaramantici particolari, penso che possano cambiare a seconda della gara e questo dimostra quanto non siano importanti: non è la fortuna o la sfortuna a determinare un risultato, anzi, mentalmente andrebbero a disturbare la concentrazione. Se una sfida andrà bene è perché ci hai messo tutto te stesso.
Alessandro – Abbiamo avuto modo di conoscere l’esperienza di Andre Agassi, un tennista diventato campione a livello internazionale, che aveva con lo sport che praticava un rapporto di amore-odio. Le è capitato di provare questi sentimenti nei confronti del taekwondo? È giusto sottoporre un ragazzo ad allenamenti estenuanti per farne un campione?
- Dell’Aquila – Io ho un rapporto d’amore molto forte con il taekwondo, quindi non mi è mai capitato di provare odio per questo sport perché mi ha dato tantissimo, sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda l’altra domanda, gli allenamenti estenuanti non vanno bene perché non si dovrebbe mai andare oltre il limite, anche se a volte bisogna fare dei sacrifici per alzare l’asticella, se si vuole fare un cambio di qualità. Gli allenamenti duri ci devono essere, ma devono comunque essere calibrati all’età, non si deve rischiare di bruciare un giovane troppo presto, con delle aspettative molto alte e quindi sottoporlo ad uno stress che è molto più grande della persona stessa, bisogna procedere gradualmente, senza farsi prendere troppo dal risultato.
Gianicola – A che età ha cominciato a praticare il taekwondo? Ha mai pensato di cambiare sport?
- Dell’Aquila – Ho cominciato a praticare questo sport nel 2008 e non ho mai pensato di cambiarlo perché fin da piccolo non ho mai avuto momenti di difficoltà, ero e sono molto contento e per me resta lo sport più bello. A Mesagne si respira aria di taekwondo. Grazie ai successi del Maestro Baglivo, si è diffuso in tutto il territorio ed è sicuramente lo sport più praticato nella nostra cittadina. È una disciplina speciale perché quando ho cominciato ero molto timido e ho tratto grandi benefici nel praticarlo, dal punto di vista comportamentale e caratteriale. È uno sport da combattimento, ma ha anche una componente tattica, di intelligenza.
Mirko – Ha mai combattuto contro un avversario che ha potenziato le sue prestazioni ricorrendo al doping?
- Dell’Aquila – Il taekwondo non è uno sport da prestazione, quindi, a differenza che in altri, il doping è molto marginale. A me non è mai capitato di incontrare avversari dopati.
Alfredo – Dopo il COVID 19 è cambiato qualcosa nella sua vita?
- Dell’Aquila – Il COVID è stato destabilizzante per tutti, per me in particolare, perché mi ero qualificato per le Olimpiadi di Tokyo e c’era tanta incertezza se si sarebbe svolta o meno, quindi è stato veramente faticoso. Ero in un momento di grande forma e mi era stata posticipata una gara così importante. Lì per lì mi ha dato molto fastidio, ad ora mi sembra che siano passati tanti anni da quel periodo. Abbiamo comunque continuato sempre ad allenarci.
Giorgia – I valori alla base dei Giochi Olimpici sono: rispetto, fratellanza, lealtà, promozione della pace, comprensione, solidarietà, fair play. Tali valori vengono realmente rispettati o talvolta prevale la competizione tra atleti?
- Dell’Aquila – Talvolta questi valori vengono un po’ messi da parte durante la competizione perché lo spirito competitivo degli atleti li porta allo scontro e, in questi casi, le regole non vengono rispettate, però ci sono anche grandissimi casi di fair play e comunque, in generale, lo sport dà questi valori.
Davide – Nel 2021 Lei ha ricevuto dal nostro Presidente Sergio Mattarella l’onorificenza di Commendatore per Ordine al merito della Repubblica Italiana. Cosa ha provato in quel momento? Cosa significa per lei?
- Dell’Aquila – È stata un’emozione unica perché questo titolo si riceve quando si vince una Olimpiade. Avevo già incontrato il Presidente della Repubblica Mattarella nei giorni precedenti ed ero riuscito a fare una foto con lui, ma stringergli la mano dopo aver vinto l’oro olimpico è stato uno dei momenti più belli vissuti quell’anno.
Giada – Ha altri obiettivi da raggiungere?
- Dell’Aquila – Si, primo tra tutti è quello di vincere anche alle Olimpiadi di Parigi. Ci sono anche altri obiettivi, al di là dei risultati, mi piacerebbe diventare sempre di più un riferimento per le nuove generazioni nell’ambito di questo sport. Sto lavorando duramente per conseguire tutti i miei obiettivi.
Marika – Considerando la sua esperienza, quali consigli si sente di dare a noi ragazzi che stiamo per progettare il nostro futuro?
- Dell’Aquila – Quello che sento di dirvi è che bisogna pensare innanzi tutto al presente, senza pensare ossessivamente al futuro e senza pretendere di aver subito una risposta chiara perché bisogna costruirsela giorno per giorno. Vi consiglio di fare quello che vi piace e che vi fa sentire voi stessi e, ovviamente, di dare il meglio di voi, senza snaturarvi, di impegnarvi al massimo, senza farvi distrarre da quello che non è importante, dalle cose inutili.
I ragazzi della 2C, grati all’atleta per tanta disponibilità, entusiasti dell’incontro e arricchiti da questa emozionante esperienza, hanno salutato Vito Dell’Aquila con il motto olimpico: “Citiius, Altius, Fortius”, augurandogli di conseguire tutti i successi che merita, convinti che il nostro campione sarà sempre più forte.