Anche la nostra Mesagne sarà coinvolta nella canonizzazione di Madre Giuseppina Vannini, fondatrice della congregazione delle Figlie di San Camillo, che il prossimo 13 ottobre sarà proclamata Santa. La storia locale ci ricorda quel 12 novembre del 1894 quando Madre Giuseppina Vannini arrivò a Mesagne per aprire l’ospedale e continuare l’intensa missione con gli ammalati. Oggi la comunità delle suore camilliane è parte fondamentale della struttura sanitaria gestita dalla Cooperativa OSA – Operatori Sanitari Associati. Si deve al coraggio e alla generosità del presidente Giuseppe Milanese, del compianto padre Totò Milanese e dell’allora cappellano dell’ospedale, don Pietro Depunzio, che le suore non abbiano fatto ritorno nella casa madre dopo la chiusura della convenzione con la ASL di Brindisi. La casa delle Suore Camilliane a Mesagne è una delle prime aperte dalla congregazione. C’è una statua di San Camillo conservata dalle suore che fu portata a Mesagne proprio da Madre Giuseppina Vannini. Della presenza di Madre Giuseppina Vannini è anche intriso uno dei diari di mons. Antonio Epicoco (papa Ntunucciu) che ricevette da questa suora romana i primi insegnamenti della vita cristiana. Papa Ntunuccio, segna nella sua agenda, fu chiamato a testimoniare nella causa di beatificazione. Con madre Vannini, Papa Francesco domenica 13 ottobre porterà agli onori dell’altare altri quattro beati: il cardinale John Henry Newman, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, Dulce Lopes Pontes e Margarita Bays.
Madre Giuseppina, la ricerca della strada per la vocazione
Giuseppina Vannini nasce a Roma il 7 luglio 1859 da Angelo e Annunziata Papi e viene battezzata con il nome di Giuditta. A 4 anni perde il papà e tre anni dopo anche la mamma. Lei, la sorella e il fratello vengono separati: Augusto è accolto da uno zio materno, Giulia è affidata alle Suore di San Giuseppe e Giuditta di 7 anni è accolta nel Conservatorio Torlonia in Roma, ove le Figlie della Carità la educano alla fede cristiana e la preparano alla vita. Ottiene il diploma di maestra d’asilo e a 21 anni chiede di entrare nel noviziato delle Figlie della Carità a Siena. Ma poco dopo ritorna a Roma per motivi di salute e per un periodo di prova. Alla fine viene dimessa dall’Istituto perché ritenuta inadatta. Sente profondamente la chiamata verso la vita religiosa, e soffre e prega cercando la strada sulla quale indirizzare la sua vocazione.
Nascono le Figlie di San Camillo
Giuditta ha 32 anni, quando incontra il predicatore camilliano padre Luigi Tezza per chiedegli un consiglio. Il padre, che pochi mesi prima aveva avuto l’incarico in qualità di Procuratore generale di ripristinare le Terziarie Camilliane, pensa di affidare a lei la realizzazione di tate progetto. Giuditta accetta e padre Tezza scopre ben presto in lei la tempra della fondatrice, sicura di sé, donna di preghiera e di sacrificio. Con altre due giovani, preparate dal sacerdote, forma la prima comunità. Il 2 febbraio 1892, ricorrenza della conversione di San Camillo, nella stanza-santuario ove è morto il Santo, mediante l’imposizione dello scapolare con la croce rossa, nasce la nuova famiglia camilliana, Giuditta prende il nome di suor Giuseppina e viene nominata superiora. La finalità del nuovo istituto è l’assistenza delle malate anche a domicilio.
Il difficile avvio del nuovo Istituto
Le figlie di San Camillo crescono di numero, ma occorre ottenere l’approvazione definitiva dell’autorità ecclesiastica. Purtroppo il Papa Leone XIII aveva deciso di non permettere fondazioni di nuove comunità a Roma, e viene imposto al gruppo delle religiose di allontanarsi da Roma. Ma per l’ammirazione dell’attività di assistenza delle sorelle, anche da parte della stampa, e per l’appoggio del Cardinale Vicario si ottiene l’erezione in “Pia Associazione” dipendente dal cardinale e così l’opera può continuare. Fiduciosa nell’aiuto del Signore, madre Giuseppina riesce a diffondere l’Istituto in varie parti d’Italia e in Argentina. Nonostante una salute debole, la madre non si risparmia, visita ogni anno le case e si prodiga per le Figlie. Il 21 giugno 1909, riesce ad ottenere il Decreto di erezione dell’istituto in Congregazione religiosa sotto il titolo di “Figlie di S. Camillo”. Nel 1910, dopo l’ultima visita a tutte le case in Italia e in Francia, è colpita da una grave malattia di cuore, e il 23 febbraio 1911 rende serenamente l’anima a Dio. Lascia un Istituto con sedici case religiose in Europa e America e con 156 religiose professe. Il 16 ottobre 1994 Giovanni Paolo II la proclama beata.