Home Cultura Il 2 maggio 1922 Madre Valeria Succi, Fondatrice delle Suore Oblate di S. Antonio di Padova, muore santamente a Mesagne

Il 2 maggio 1922 Madre Valeria Succi, Fondatrice delle Suore Oblate di S. Antonio di Padova, muore santamente a Mesagne

“Rallegratevi, la vostra Madre è in Paradiso. Io non ho mai visto una morte così edificante”. 

da Redazione
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MADRE VALERIA SUCCI (al secolo Augusta Costanza) nacque a Cesenatico, il 18 dicembre 1846 dai coniugi benestanti Nicola Succi e Cherubina Pescanti. Il 20 dicembre ricevette il Battesimo nella Parrocchia dei Santi Giacomo Apostolo e Cristoforo Martire per mano di don Natale Alberti. Le vengono dati nomi di: Augusta, Costanza, EdvigiaIl 15 maggio 1853 ricevette la Cresima per mano del Vescovo Enrico Orfei nella Cattedrale di Cesena.

Nel 1860 la fanciulla Augusta Succi è Collegiale presso il Collegio delle Religiose, Figlie del Sacro Cuore di Gesù a Recanati. Augusta Succi, in un anno indeterminato, sogna la Vergine-Madre, accompagnata da un eletto stuolo di Vergini. A Lei la giovinetta rivolge domanda ardita di far parte di quel coro… La Madre Santissima lascia intravedere una lunga attesa prima che si realizzi il desiderio.

Nel 1862 la drammatica morte del papà Nicola. Annega con la sua ciurma, nello stretto di Messina, per affondamento del proprio veliero. Nel 1862-64 si trasferisce con i fratellini, per volere della madre vedova a Rimini. È probabile che, anche inconsciamente, abbia nutrito ammirazione speciale per Sant’Antonio di Padova, veneratissimo nella città.

Nel 1864, all’età di 44 anni, muore, in giovane età la madre Cherubina, colta da morte precoce. Nel 1869 Augusta, già orfana da cinque anni e ormai guida dei fratelli minori, consegue il diploma di insegnante. Negli anni 70 la giovane Maestra si trasferisce in Francia, vive a Parigi, coltiva la lingua francese e gli ambienti aristocratici della Capitale.

Nel 1879 si trasferisce a Nizza e incontra il nobile Gaspero Paruglia dei Conti Palatini, che invaghendosene la congiunge a sé in matrimonio. Nel 1890 la morte del marito Gaspero Paruglia. Augusta Succi è vedova, a poco più di quarant’anni e rivive il dramma  di sua madre. Nel 1898 Augusta Succi vive a Roma in attesa di essere assunta nel campo dell’insegnamento.

Nei primi del 900 vive a Lecce come maestra educatrice, affiancando l’apostolato delle Suore Margheritine. Nel 1898-1901 a causa di un dissesto economico, le Suore sono costrette a lasciare la direzione del Conservatorio a Lecce. La pia Insegnante Succi, nonostante il contraccolpo, preferisce dimorare a Lecce e sempre più matura l’idea di formare un Istituto di Religiose.

Nel 1899, Augusta Succi è da tempo sorpresa dallo smarrimento interiore. È aiutata dal conforto spirituale del suo Padre Spirituale don Luigi Mariano ma anche da don Salvatore Persano.

La Maestra Succi aspirando alla fondazione di un Istituto di Religiose, si incontra alcune volte, nell’Episcopia di Oria, con il Vescovo Teodosio Gargiulo che benevolmente la incoraggia e le promette l’emissione del decreto scritto di approvazione della fondazione. Il 16 dicembre 1902 la morte improvvisa del Vescovo di Oria, per polmonite.

Nel 1904 non avendo abbandonato l’idea di fondare un Istituto di Religiose, la vedova Augusta Succi, invia una lettera storica all’Arcivescovo di Brindisi e Ostuni. Il 28 gennaio del 1905 l’Arcivescovo Salvatore Palmieri, dopo reiterati incontri con la Richiedente, concede il Decreto di fondazione dell’Istituto Religioso: Oblate di Sant’Antonio di Padova, dichiarando Fondatrice Augusta Succi, chiamatasi Suor Valeria di San Sebastiano.

Il 6 maggio nella Cappella dell’Episcopio di Brindisi, per delega dell’Arcivescovo, il Vicario generale, con la vestizione religiosa, accetta la prima discepola della Fondatrice: Giroloma Chisena, che assume il nome di Suor Francesca del Sangue Sparso. Il 7 agosto la morte dell’Arcivescovo Palmieri.

Nel 1906 il successivo Arcivescovo Monsignor Luigi Morando, trovate in Brindisi soltanto due Oblate, è propenso a sopprimere il minuscolo Istituto. Il Santo Padre Pio X invece, ricevendo in udienza il vescovo, è ispirato a rincorare il nascente Istituto, inviando anche la sua benedizione. Tra il 1914-18 la Fondatrice vive nella Casa Religiosa di San Pancrazio Salentino, dichiarata Casa Generalizia delle Oblate, da monsignor Valeri.

Il 10 Febbraio 1915, l’Arcivescovo Valeri emette il Decreto di approvazione delle Regole, ad experimentumNel 1921 Madre Valeria di San Sebastiano si stabilisce a Mesagne ove vive l’ultimo breve periodo della sua vita. Abitando nel Castello Normanno-Svevo.

Nel cuore della Fondatrice, che vive intensamente di preghiera, sofferenza e silenzio, si addensano preoccupazioni per i rivolgimenti politici che causano la chiusura di due Case Religiose delle Oblate. Marzo 1922, la Fondatrice inizia a trascorrere gli ultimi mesi di vita, tribolata e ammalata per cachessìa senile, accelerata dalle molte sofferenze morali e fisiche che la ridussero al sepolcro. Martedì 2 maggio 1922, Madre Valeria muore santamente a Mesagne, a settantasei anni, consolata dai conforti religiosi ricevuti da Padre Nicola Fortunato, Carmelitano dell’Antica Osservanza.

È significativa l’affermazione di padre Nicola Fortunato che, appena spirata la Fondatrice, per incoraggiare le Antoniane afflitte, esclamò: “Rallegratevi, la vostra Madre è in Paradiso. Io non ho mai visto una morte così edificante”.

Egli, che accolse gli ultimi ardenti palpiti, le estreme preghiere e le afflizioni per gli ostacoli all’espansione dell’Istituto delle Oblate, poteva esprimersi con chiarezza, ben conoscendo la vita interiore della Scomparsa. Perciò poté affermare che ella “morì santamente” assicurando che dal Cielo avrebbe continuato ad amare le sue Religiose, pregando per loro, perché il Signore fosse loro sostegno nelle eventuali lotte avvenire. Viene sepolta nella Cappella Funeraria Rini nel Cimitero di Mesagne.

Il 19 dicembre 1994 le sue spoglie mortali vengono esumate-traslate e reposte dal Cimitero di Mesagne alla cappella della Casa Generalizia delle Oblate di Sant’Antonio in Brindisi-Casale. I ricordi di una “vita santa” alimentano la fortezza dell’imitazione. Ecco perché le Oblate di Sant’Antonio vollero avere più vicino il segno di chi fu “seme evangelico”, desiderando in un luogo più dignitoso i Resti Mortali della Fondatrice. E ciò per crescere nella speranza della vita ineffabile.

È di rilievo tra l’altro, la nota della Curia Arcivescovile di Brindisi, rilasciata ai fini della procedura. Essa dice: “La personalità di questa Suora umile, ma dall’intelligenza aperta e dal cuore generoso, ha lasciato un’orma di illuminato e fecondo servizio per la promozione della nostra gente, non solo nella vita ecclesiale ma anche nella comunità civile. La Sua vibrante carità la spinse non solo a lasciare il mondo per una vita di maggiore perfezione, con la consacrazione a Dio nella Congregazione delle Religiose Antoniane, ma ne sollecitò la creatività nel campo sociale, portando l’attenzione premurosa ai più deboli ed emarginati, affidando alle Suore che riunì attorno a sé, quale fondatrice e prima generale, la formazione religiosa, morale, culturale e civile della gioventù”.

Nel corso dell’assemblea ordinaria della Conferenza Episcopale Pugliese, tenutasi a Molfetta presso il Seminario Regionale “Pio XI” dal 27 al 28 febbraio 2024, i vescovi pugliesi, accogliendo la richiesta di Mons. Giovanni Intini, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, hanno concesso il “Nulla osta” per la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Madre Valeria Succi, fondatrice dell’Istituto delle Suore Oblate di Sant’Antonio da Padova.

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