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Il filosofo Giulio Cesare Vanini ricordato in un incontro nell’Auditorium del Castello di Mesagne

da Cosimo Saracino
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Interessante iniziativa presso l’Auditorium del Castello organizzata dall’Associazione International Cultural Association, il Liceo Fermi Monticelli Scuola Europea di Brindisi con il patrocinio del Comune di Mesagne.
Un incontro dibattito, che si è svolto lo scorso primo dicembre, sul filosofo Giulio Cesare Vanini e altri pensatori. All’evento hanno preso parte diversi studenti del nostro territorio e di altre nazioni che stanno svolgendo progetti di intercultura. Tanti gli ospiti illustri introdotti dalla preside del liceo Fermi Monticelli Scuola Europea di Brindisi, professoressa Stefania Metrangolo, con l’aiuto del prof di filosofia nonchè moderatore del dibattito Francesco Cardone.


Durante la conferenza è stata esposta una collezione di libri antichi e ritratti vaniniani unica al mondo presentata dallo storico, bibliofilo, collezionista Dario Acquaviva.
A portare i saluti del Comune di Mesagne è intervenuta l’assessora Annamaria Scalera che ha ringraziato la professoressa Donatella Derrico presidente dell’associazione internazionale per aver voluto questo incontro proprio nella nostra città.


Al dott. Mario Carparelli, filosofo, il compito di riscoprire Giulio Cesare Vanini, eroe dimenticato della filosofia. Nonostante la portata rivoluzionaria del suo pensiero (una forma di razionalismo radicale ateistico, proto-meccanicistico, antiteologico e antimetafisico) e la sua straordinaria fortuna internazionale (la sua bibliografia conta 10.000 titoli e abbraccia 50 lingue), il filosofo Giulio Cesare Vanini – l’ateo più celebre, più radicale e più maledetto del Seicento – è ancora poco conosciuto e studiato in Italia. Eppure, con le sue opere e con la sua testimonianza, ha segnato un punto di svolta nella storia della filosofia occidentale, gettando le basi per la nascita dell’Europa laica e moderna.


Brevi notizie su Giulio Cesare Vanini (Taurisano 1585 – Tolosa 1619)
Giulio Cesare Vanini nasce a Taurisano nel gennaio del 1585. Nel 1601 si trasferisce a Napoli per studiare Legge (nel 1606 consegue la laurea in diritto civile ed ecclesiastico). A Napoli, nel 1603, entra nell’Ordine dei Carmelitani, assumendo il nome di fra’ Gabriele. Nel 1610 si trasferisce a Padova per studiare teologia e filosofia. Qui, nel 1612, viene colpito da un improvviso e inaspettato provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei Carmelitani, per cause ancora poco chiare. In tutta risposta, fugge in Inghilterra, dove abiura il cattolicesimo e abbraccia la fede anglicana (luglio 1612). Dopo una prima accoglienza calorosa, in Inghilterra Vanini conosce l’isolamento, l’intolleranza e, nel febbraio 1614, il carcere. Lo fa arrestare il potente Arcivescovo di Canterbury George Abbot, colui che lo aveva voluto e ospitato a Londra per condurre una feroce propaganda anticattolica.
Nel 1614, dopo quasi due anni di permanenza, Vanini riesce a lasciare l’Inghilterra e, dopo varie peripezie, a raggiungere Lione, dove pubblica l’Amphitheatrum aeternae providentiae (1615), e soprattutto Parigi, dove dà alle stampe il De admirandis (1616), opera che lo rende famoso ma che gli attira le ire dell’Inquisizione per la sua carica ateistica.

Nascostosi a Tolosa, nell’agosto del 1618 viene arrestato e, dopo uno scandaloso processo durato sei mesi, condannato al rogo per “ateismo, bestemmia, empietà e altri eccessi”. Il 9 febbraio 1619 prima gli viene strappata la lingua e poi viene impiccato e gettato sul rogo. Al carceriere che lo va a prelevare per condurlo al patibolo dice: “andiamo allegramente a morire da filosofo”. Aveva 34 anni.
Nonostante la portata rivoluzionaria del suo pensiero (una forma di “razionalismo radicale” ateistico, proto-meccanicistico, antiteologico e antimetafisico) e la sua straordinaria fortuna internazionale (la bibliografia vaniniana conta 10.000 titoli e abbraccia 50 lingue), per un’ingiusta accusa di plagio formulata nel ‘600 ma documentata e sistematizzata dal suo conterraneo Luigi Corvaglia (Melissano 1892- Roma 1966), Vanini è stato ignorato o sminuito dalla “cultura ufficiale” del Novecento. Solo negli ultimi decenni la sua figura è stata riscoperta e rivalutata. Protagonisti della Vanini Renaissance sono stati soprattutto gli studiosi Antonio Corsano, Émile Namer, Andrzej Nowicki (che l’hanno avviata tra gli anni ’50 e ’70 del Novecento); Giovanni Papuli (che l’ha proseguita tra gli anni ’80 e ’90); Francesco Paolo Raimondi e Mario Carparelli (che l’hanno compiuta negli anni 2000).


Gli interventi dei relatori sono stati piacevolmente intervallati dalla lettura in lingua inglese di passi di tre opere del famoso drammaturgo – poeta William Shakespeare – contemporaneo del filosofo Giulio Cesare Vanini – KING LEAR – THE MERCHANT OF VENICE – JULIUS CAESAR – Si ringrazia il professore madrelingua Evan Artro Morris per la sua disponibilità a condividere con noi e il nostro territorio il suo preziosissimo sapere. Sponsor dell’evento: Ottica Bruno Marangio Via Tenente Ugo Granafei, 08 a Mesagne

Prof.ssa Donatella Derrico
Dott. Cosimo Saracino

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