Home Attualità Il frigo, l’apetta e due modi di vivere Mesagne che si incrociano in un canneto

Il frigo, l’apetta e due modi di vivere Mesagne che si incrociano in un canneto

da Cosimo Saracino
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Le immagini che vi proponiamo fotografano due mondi, due “mesagne” che in questo momento storico nella nostra città sono – fortunatamente – in antitesi. Il primo è rappresentato da un uomo oltre la sessantina, con l’apetta verde a tre marce, che parte da casa, si affatica a caricare un vecchio frigorifero e si dirige verso le floride campagne mesagnesi. Arriva, lo scarica e sta per ripartire quando di fronte si presenta l’altra Mesagne. Questo nuovo mondo ha la fisionomia di un giovane trentenne che attraversa con la sua auto il territorio, innamorato della bellezza della natura. I due mondi si incrociano davanti ad un canneto, di quelli che vegetano solitari in mezzo agli inghiottitoi. E proprio in questi anfratti naturali che il mesagnese di vecchia generazione vuole smaltire il suo frigorifero dopo averne comprato uno nuovo in vista dell’estate. E sono proprio quegli arbusti che danno il coraggio al giovane mesagnese di fermarsi, rimproverarlo con garbo e invitarlo a rimettere l’elettrodomestico sull’apetta. Caricarlo di nuovo è una vergogna ma “l’ecocentro oggi era chiuso”, si giustifica. Sembra di rivedere lo spot contro l’abbandono dei rifiuti girato dai Boomdabash con Gianni Ciardo nei panni del nonno e Blazon e Biggie Bash in quelli del nostro giovane mesagnese. Per fortuna che l’apecar è ripartita verso nuove avventure. Alla fine della storia: telefonata ai vigili, targa consegnata e speriamo in una visita a casa della “vecchia mesagne”, ma solo per sapere se ha utilizzato l’Ecocentro per smaltire l’elettrodomestico.

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1 commento

Andrea domenica, 2 Aprile 2023 - 20:21

Questa storia sembra avere un lieto fine, ma non è affatto così. Lo sporcaccione deve essere multato con il massimo della sanzione e denunciato penalmente per crimine contro la natura. Se non si da il giusto valore all’ambiente si fa solo ipocrisia perché lo schifo che c’è nella campagne non si risolve con la romanzina bonaria verso certi individui.

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