La violenza sulle donne è una problema degli uomini. Questa affermazione si sta facendo sempre più strada nella società grazie ai femminismi e a piccoli gruppi di uomini che prendono coscienza di quanto le violenze sulle donne siano profondamente radicate nel modo di pensare e vivere il loro essere maschi, modo che non è un prodotto naturale bensì della educazione, della cultura e dei valori in cui siamo cresciuti.
Che la violenza sia un problema degli uomini vuol dire quindi che gli uomini devo cercare di rinunciare ai privilegi che la società patriarcale gli ha sempre concesso ed aprirsi ad una relazione paritaria ed alle novità di ruoli e di impegni che essa comporta. Se rinunciare ai privilegi maschili in un sistema che ne è radicalmente pervaso non è semplice, gli uomini possono utilizzarli per cambiare il sistema. La violenza di genere, infatti, ha a che fare con il potere.
È una violenza sistemica, che vuol dire che non ne è escluso neanche chi non è violento. Siamo tutti responsabili in quanto siamo parte di un sistema che supporta l’idea di supremazia, di possesso, di non parità.
Non si tratta però soltanto di essere uomini « più buoni », « più gentili » « più disponibili », si tratta di guadarsi intorno e di cogliere le discriminazioni e le ingiustizie nei riguardi della donna attivandosi per cambiare lo stato delle cose dal livello personale a quello sociale, economico e culturale: nelle case, nella scuola, sul lavoro, nelle città e nel mondo. Nella nostra regione 2 donne su 3 non lavorano, 1 su 3 rinuncia a cercare lavoro e 1/3 delle occupate lavora part-time. Privare una donna di una buona occupazione significa renderla meno indipendente ed esporla a violenze e abusi.
Questa è una situazione che non possiamo e non vogliamo accettare, nemmeno in quanto uomini, e quindi invitiamo tutti gli altri uomini a interrogarsi e attivarsi insieme per costruire una società e un futuro più paritari e liberi dalla violenza.
Uomini in Cammino della Provincia di
Brindisi
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