Home Attualità In memoria di Vito Marchionma – di Guido MEMO ed Alessandro DISTANTE

In memoria di Vito Marchionma – di Guido MEMO ed Alessandro DISTANTE

da Redazione
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Onore a Vito MARCHIONNA,  benefattore, cittadino attivo, sostenitore delle fasce deboli, testimone del Volontariato, del Nonprofit e del Terzo  Settore, il cui fine ultimo è il bene comune.

La finitezza della condizione umana mette alla prova  la Comunità  mesagnese che dovrà accettare la morte, avvenuta il 10 Agosto2024, di un promotore delle buone pratiche che sono soltanto importanti ma anche necessarie ed essenziali, per indicare ai giovani che si può costruire un futuro più giusto e sostenibile, facendo insieme cose che sembrano piccole ma sono  invero grandi per il loro valore sociale. 

Vito è stato l’anima dell’AUSER di Mesagne, Organizzazione di Volontariato per l’invecchiamento attivo, costituita a livello nazionale nel 1989, per iniziativa dello SPI, Sindacato Pensionati Italiani e per impulso del Segretario nazionale CGIL di allora,Bruno TRENTIN.

Per conoscere il messaggio che viene dall’impegno sociale dell’AUSER e di Vito MARCHIONNA è bene riferirsi alla cultura sindacale di cui TRENTIN fu espressione.  Essa portò alla costituzione di questa organizzazione di volontariato che, in quel clima culturale e politico, esitò due anni dopo (1991) nella promulgazione della prima (e di certo  migliore!) Legge Quadro sul Volontariato, numero 266/91. 

Con alti e bassi, la storia del movimento dei lavoratori italiani, di ispirazione cattolica o laica (repubblicana, socialista e comunista)ha visto un impegno non solo nel difendere i salari e le condizioni di lavoro, ma anche per tutelare le condizioni di vita fuori dai luoghi di lavoro,  favorendo e sostenendo altresì la democrazia e la partecipazione.  Questo si ritrova in varie evidenze di rilievo storico:

– il Patto di Roma del 3 giugno 1944 che segnò la nascita della  CGIL  unitaria, voluta dal comunista Giuseppe Di VITTORIO, dal democristiano Achille GRANDI e dal socialista Bruno BUOZZI (barbaramente trucidato dai nazisti qualche giorno prima della firma del Patto);

– l’art. 3 della Costituzione italiana “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;

– le separazioni che indebolirono sia la cultura che la forza del sindacato. La CGIL unitaria resistette sino all’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948, ma nel clima della Guerra fredda, tra il ’48 e il ’50, ci furono separazioni così  nacquero  CISL e UIL. Bisognerà attendere gli anni Sessanta del ‘900 per rivedere delle iniziative unitarie tra i Metalmeccanici, che dopo il Movimento studentesco del ’68 e l’autunno caldo del ‘69 così definito per le lotte sindacali, giunsero ad un’unificazione sindacale, prima tra i metalmeccanici e poi coinvolgendo l’insieme di CGIL, CISL e UIL. 

– La fase del sindacato unitario si concluse nel 1984. Tuttavia, quegli anni – che la retorica pubblica dei media sbrigativamente liquida come Anni di piombo – dopo la Resistenza e la nascita della Repubblica, sono stati per il nostro Paese gli anni più innovativi, in quanto le conquiste sociali furono numerose: basti pensare, per quanto riguarda i luoghi di lavoro, alla nascita dello Statuto dei diritti dei lavoratori, al passaggio dalle Commissioni interne  (striminzite rappresentanze dei lavoratori) ai Consigli di fabbrica e di azienda, mentre nella Scuola si istituivano i Consigli di istituto e in Sanità si assisteva alla nascita del Sistema  Sanitario Nazionale e la Riforma Basaglia sanciva la chiusura deimanicomi, senza dimenticare l’avvio di un nuovo Diritto di famiglia con l’introduzione del divorzio.

 Il sindacato unitario in alcuni casi si batté a lungo direttamente per alcune di queste riforme (ad es. per la nascita del Sistema Sanitario nazionale), in altri favorì un clima di dialogo tra le diverse parti della società italiana che fu decisivo anche nel campo dei diritti civili.

Dopo quegli anni – che furono non caratterizzati, ma combattuti e interrotti dagli Anni di piombo e dalla Strategia della tensione che culminò, ma non terminò, con l’assassinio di Aldo Moro nel 1978- il sindacato si divise e l’Italia entrò in un lungo periodo di stagnazione economica e in parte anche sociale.

Le uniche novità socialmente importanti sono state appunto la nascita e la crescita del Volontariato, del Terzo Settore e del Non profit. AUSER è un pezzo di questa storia più recente, che Bruno TRENTIN (uno dei padri della Federazione sindacale) appoggiò. Dopo AUSER promossa dalla CGIL, nel 1990 nacquero le organizzazioni gemelle di ADA (promossa dalla UIL) e nel 1996 ANTEAS (promossa dalla CISL).

Queste organizzazioni hanno fatto una piccola rivoluzione in campo sindacale, portando i lavoratori pensionati, o almeno la parte più attiva e consapevole di essi, a non estraniarsi dalla società chiudendosi in casa, ma trasformandoli in cittadini attivi, sia nei centri metropolitani che nelle varie città, anche periferiche. 

Vito MARCHIONNA, formatosi come cittadino negli anni ‘70/’80, è figlio di quegli anni e non a caso per Mesagne è stato un esempio straordinario di cittadino che, con grande umiltà e senza clamore, ha generato vari circuiti virtuosi e operativi che costituiscono esempi da emulare. Ed ha fatto ciò, senza scoraggiarsi al cospetto di difficoltà incombenti, strutturali e/o contingenti, come testimonia la sua esperienza nel Banco Alimentare. Egli le ha sempre affrontate con grande impegno e con fiducia nei cittadini, nei buoni sentimenti e nelle istituzioni, elementi essenziali per riuscire a cambiare le cose senza perseguire scopi di lucro.

Che la terra gli sia lieve ma non impedisca di “indicare ed usare”il suo come esempio per giovani e senior che possono adottarlo,  emulando e consolidando il buono, nonché migliorando tutto quel che si può con l’innovazione sociale.

 A nome di tutti in ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo), del COMEPER  (Comitato Mesagne per la Ricerca) e del LabTS (Laboratorio Politico del Terzo Settore) formuliamo le più sentite condoglianze alla famiglia, ai parenti tutti e all’associazione AUSER di Mesagne che è stato lo strumento tanto virtuoso quanto straordinario con cui Vito MARCHIONNA ha esplicitato il suo amore per la Comunità, non solo mesagnese ma anche di altri centri, essendo AUSERun’organizzazione nazionale connessa ad una rete che non solo si occupa dei soggetti svantaggiati delle piccole comunità, ma che si proietta lontano con un insieme di nodi intrecciati e caparbiamente tesi tutti al bene comune. Guido MEMO ed Alessandro DISTANTE

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