Oggi ricorre l’anniversario della nascita al cielo del caro Don Saverio Martucci, sacerdote sempre all’ avanguardia. Ieri abbiamo inaugurato la riapertura della sala ricreativa a lui dedicata, grazie all’intuizione di Don Francesco, che ne ha capito il valore e che vuole continuare su quella strada. Papa Francesco invita ad aprire le porte della Chiesa, per permettere a chi bussa di entrare e sentirsi a suo agio, non in soggezione, libero.
Don Saverio lo aveva capito 70 anni fa e aveva spalancato le porte di Santa Maria a tutte e a tutti. L’ oratorio era porto sicuro per tanti ancora alla ricerca di un’ identità. Avvicinava i ragazzi attraverso lo sport a cui attribuiva una funzione educativa fondamentale nella crescita umana e cristiana. Come dimenticare le sue omelie/ interrogazione con lavagna e cartine geografiche alla mano e i premi in palio, il giornalino, il Piccolo Missionario, le immancabili caramelle. Il campo scuola dedicato al prof. ANTIMO SPORTELLI, le feste di carnevale nel salone parrocchiale, gli accesissimi incontri tematici del sabato pomeriggio, in cui si dibattevano temi sociali e politici.
Permetteva a tutti di esprimere le proprie opinioni, ascoltava, anche se diventava rosso fuoco quando considerava le nostre idee non in linea con i valori cristiani: “Ecco, l’ intellettuale…”. Quando per un motivo o per un altro non passavamo dall’oratorio per qualche giorno, il telefono di casa squillava: ” pronto, sono Don Saverio. La pecorella smarrita che ha deciso?”
I pellegrinaggi poi, che hanno permesso di conoscere l’ Italia a tanti mesagnesi, in cui trasferiva il suo amore per la cultura, per la storia, per l’ arte. La sua soddisfazione quando i parrocchiani si dimostravano generosi.” Raccolta la cifra di 2milioni” e i suoi occhi si spalancavano. Negli ultimi anni della sua vita non faceva mancare la sua vicinanza, era orgoglioso di ognuno di noi. Spesso, nei nostri incontri fortuiti, richiamava la parabola del buon samaritano e mi diceva ” Imparate da me. Sono mansueto ed umile di cuore” Matteo 11:29. Nell’ esercizio della mia funzione istituzionale cerco di non dimenticare questi insegnamenti e spesso ricordo il suo solito incitamento, ripetutomi in una delle mie ultime visite fatte a lui quando era in ospedale: ” SIATE FORTI, LIETI, LEALI E GENEROSI” nel nome di Dio e di Santa Maria in Betlem che vi ha visto crescere. Solo chi almeno una volta ha cantato “uno, uno il bambinello, bambino nella culla, la luna e il sol, chi ha creato il mondo è stato il Signor” alla novena di Natale o ” siam peccatori, ma figli tuoi. Addolorata prega per noi” di notte, dopo i Misteri, può capire fino in fondo le mie parole.