Quella cinquecento bianca prestata per andare al mare, quando a 18 anni, squattrinato e appiedato, frequentavo il Cin Cin bar, in piazza Porta Grande, è uno di quei ricordi indelebili, scolpiti nella memoria, che ogni tanto mi facevano ricordare la generosità di Pino Distante.
Era un pomeriggio di giugno, quelli già abbastanza roventi, quando mi venne l’idea di raggiungere il mare con una ragazzina del paese conosciuta da poco. Volevo fare bella figura e, avendo solo un 125 un po’ scassato, mi venne l’idea di chiede l’utilitaria a Pino. Lui mi affidò le chiavi senza troppe raccomandazioni, guardandomi sornione.
Fu un pomeriggio indimenticabile. Ci eravamo conosciuti in quello che negli anni ’80 era il mondo virtuale locale. La city band, quei canali radio dove si comunicava con il “baracchino”. Poi spuntarono le radio locali e radio Boomerang, dove poi ci ritrovammo. Pino aveva un tratto signorile, un modo di porsi misurato, mai sopra le righe.
Si faceva apprezzare per la gentilezza e perché era sempre disponibile per gli amici. Insomma, aveva un gran cuore. Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo, quando aveva il negozio davanti al Castello.
La sua dipartita è per me la fine di un’epoca. Pensare di tornare a Mesagne, senza una chiacchierata con Pino, mi rattrista molto. E’ stata una delle poche amicizie rimaste immutate dopo più di 30 anni. I veri amici lo sono per sempre, recita un adagio, altrimenti non sarebbero veri amici.
Ciao Pino, mi mancherai. Ci mancherai. Un abbraccio alla moglie Giovanna e a tutti i parenti. Marco D’Errico