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Interpellanza del Pd sulle primarie e Controinterpellanza del Sindaco. Intervista a Molfetta

da Cosimo Saracino
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Arriva oggi pomeriggio in Consiglio Comunale la discussione politica su una interpellanza presentata dai consiglieri del Partito Democratico riferita alla vicenda del voto alle primarie da parte di quattro su cinque assessori della Giunta Molfetta. Si ipotizza una battaglia politica che manca oramai da tempo. Ieri abbiamo chiesto al segretario cittadino del Partito Democratico un intervento sulle argomentazioni che i consiglieri porteranno a sostegno della corposa interpellanza (cinque pagine), ma ancora stiamo aspettando. Nel frattempo abbiamo rivolto una serie di domande al primo cittadino Pompeo Molfetta che ci ha anticipato il senso del suo intervento. Vi proponiamo l’intervista:

Sindaco, il PD chiede in via preliminare se l’assessore Librato, residente a Monopoli, abbia votato alle primarie. Gliel’ho ha chiesto?

Non lo so, non gliel’ho chiesto, non conto di farlo così come non gli ho chiesto se ha fatto il precetto pasquale o se ha osservato il digiuno durante il ramadan, se è per le unioni civili o per quelle militari…..

Il Pd ha chiesto al sindaco se non ritiene che gli assessori Calo Marco, Pisanò Tecla Egle, Marotta Antonio e la ex assessora Catanzaro Antonella debbano essere espulsi dalla giunta per aver votato nelle primarie del PD in sintonia col maggior partito di opposizione del governo cittadino o se non ritiene di cacciarli per aver reso al seggio una dichiarazione mendace, falsa e tendenziosa in violazione dello statuto del PD al fine di inquinare, falsare, boicottare e piegare ad interessi particolare l’esito delle elezioni primarie in ciò violando la Costituzione che impone disciplina ed onore in chi esercita funzioni pubbliche.

Francamente non ci ho pensato; non ho letto lo statuto del PD che credo sia più noioso dell’elenco telefonico e non penso che un sindaco sia obbligato a sciropparselo. Non ho scelto i miei assessori per fedeltà o appartenenza ma per capacità e competenza. Non sono ne il loro censore ne il loro confessore possono esercitare in piena libertà il proprio ed inviolabile diritto di voto in qualsiasi circostanza dalle elezioni di condominio alle primarie del PD, dalle politiche nazionali alle europee ecc.., non avrei niente da dire neanche se decidessero di votare per il PD alle prossime elezioni politiche (un po mi dispiacerebbe –ma non glielo farei capire). Ai miei assessori chiedo di lavorare per realizzare il mio programma di governo a servizio e nell’interesse esclusivo della città. Non credo che abbiano violato la costituzione o che si siano macchiati dell’onta del disonore così da essere esposti al pubblico ludibrio per la lapidazione pubblica come ha inteso fare il PD pretendendo che questa interpellanza generale approdasse in Consiglio Comunale dopo aver imbrattato le pagine dei giornali. Pertanto non ho intenzione di infligger ai miei assessori alcuna pena corporale ne o di espellerli dalla società dei giusti. Non conto di avviare alcuna verifica politica, quello che servirebbe a tutti sarebbe piuttosto una verifica psico-analitica

Quale secondo Lei è stata l’anomalia delle primarie mesagnesi?

La presidente del seggio delle primarie di Mesagne a conclusione dello spoglio pretese che fosse messo a verbale, in nome del popolo italiano, che alla votazione avevano partecipato i quattro assessori su citati e che gli stessi, pur ammoniti sulle responsabilità che quell’atto comportava, avevano ugualmente sottoscritto la dichiarazione di appartenenza alla “lista degli elettori del PD” andando così incontro al loro destino. Ora io vorrei sapere che fine ha fatto quel verbale? E’ stato presentato al TAR per un ricorso amministrativo? Alla Procura della Repubblica per una denuncia penale? E’ stato inviato alla Corte Costituzionale, o alla suprema Corte di Strasburgo nell’ipotesi di violazione dei diritti umani. Vorrei sapere se quel verbale è stato validato dal collegio dei probiviri e dagli organismi di controllo del partito? Chiedo di sapere se tutti i voti validi sono stati conteggiati o se i quattro voti degli assessori sono stati annullati. Perché se quei 4/5 voti, su cui si vuol fare la cresta, sono stati regolarmente conteggiati nei due milioni di elettori del “meraviglioso popolo delle primarie”, se allo stesso modo sono stati computati gli altri 600 voti di falsi elettori PDessini mesagnesi e le altre migliaia e migliaia di voti “impuri” registrati in tutti i gazebo d’Italia, allora vuol dire che dell’apoteosi mediatica delle primarie fanno parte gli untori, i bugiardi, i voltagabbana e tutti coloro avrebbero voluto boicottare, falsare, asservire l’esito del voto e quindi le primarie andrebbero annullate. C’è una richiesta in tal senso promossa dalla sezione di Mesagne? Evidentemente no!! Vuol dire che i voti degli infedeli sono considerati buoni da tutti: dal PD provinciale, regionale e nazionale tranne che dai dirigenti della sezione di Mesagne che avrebbero preferito ricevere la metà degli elettori e magari scartare con il metal detector quelli contaminati da simpatie Emiliane.

Secondo lei le primarie del PD di Mesagne erano aperte o erano chiuse?

Erano aperte ma non troppo poiché il diritto di voto andava riservato, da statuto, ai soli iscritti al PD o agli “ elettori del PD”. Questi ultimi sono una nuova categoria del diritto in-costituzionale poiché trattasi di elettori straordinari che, a differenza di quelli ordinari, hanno l’obbligo di dichiarare anticipatamente, e almeno per un anno, le intenzioni di voto, hanno il dovere di seguire a prescindere la linea del partito, hanno l’obbligo di far eleggere i candidati del PD in ogni tipo di consultazione elettorale comprese quelle parrocchiali. Quindi per poter votare alle primarie del PD bisogna fare prima un atto di fede al Partito e sottoscrivere un atto notorio; bisogna fare cioè l’esatto contrario di ciò che è sancito dalla Costituzione che invece stabilisce che l’elettore è libero da qualsivoglia obbligazione e che la segretezza del voto è inviolabile. Vi pare questa una cosa normale in uno stato di diritto che libera finanche i parlamentari eletti dal vincolo di mandato?

Vuol dire che la dichiarazione pretesa dal seggio e resa dagli elettori vale poco?

Qual è il suo valore giuridico ed etico? E chi verifica se la dichiarazione resa sia falsa, contraddittoria, politicamente incoerente, immorale, infamante? Il presidente del seggio, i rappresentanti istituzionali del partito o quei cavalier serventi che grugnivano come cani antidroga sotto la porta della sezione al passaggio degli infedeli? E cosa rischia chi ha fornito una dichiarazione mendace? Cosa succederà a quei promessi elettori del PD che hanno affollato i gazebo se ad un certo punto dovessero decidere di non votare più per il PD perché magari il progetto delle larghe intese tradisce la loro identità politica. Che fate? anche questi li metterete alla gogna, li mettete nelle liste di proscrizione?.

Quindi la sua è una valutazione negativa complessiva sulle primarie?

Ma evidentemente grazie all’ambiguità delle regole incerte, allargando la platea degli elettori ben oltre il risicato numero di iscritti, non determinando sbarramenti giuridicamente validati si voleva esattamente raggiungere l’obiettivo di dimostrare la forza del popolo dei democratici e del neo segretario. Per me dunque le primarie del PD sono state una grande operazione mediatica per affermare il potere del capo e risollevarlo dalle avversità procurategli dal referendum costituzionale. Una operazione che si compie nella scia dei neo populismi ormai imperanti per cui il cittadino viene chiamato in varie forme a ratificare la volontà del capo, e che in questo Renzi Grillo e Berlusconi sono perfettamente sovrapponibili e interscambiabili. Peraltro gli atti politici più rilevanti del PD del nuovo corso vanno tutti in questa direzione, dalla composizione dell’ufficio di segreteria tinto del viola del giglio magico , dalla definizione dell’accordo/inciucio sulla legge elettorale, dalla prospettiva dello scioglimento anticipato delle camere, dall’ombra delle larghe intese tutto va nella direzione della costruzione del PDRenzi, un partito padronale in cui chi dissente è bene che stia fuori e chi invece resta dentro deve garantire fedeltà ed obbedienza a prescindere.

Cosimo Saracino

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