(di Giuseppe Florio) – Non so se potrà interessare qualcuno, ma questa notte non ho dormito granchè bene. Non per un incubo, ma per un sogno dal sapore amaro, sgradevole. Ho sognato – per quello che riesco a ricordare di buon mattino – che il Partito Democratico locale, per mezzo dei suoi rappresentanti consiliari, presentava un’interpellanza generale su un argomento che a me, pure mentre dormivo, sembrava poco opportuno. Anzi, poco acuto, poco (non me ne voglia nessuno) intelligente.
L’interpellanza riprendeva un argomento sul quale si era molto dibattuto nelle scorse settimane, e cioè la presenza al voto delle primarie democratiche di 4 assessori su 5 della giunta Molfetta. Un episodio su cui io stesso non avevo lesinato parole sprezzanti, perlomeno individuando una pesante caduta di stile da parte di persone normalmente avvedute. Quella vicenda, peraltro, era stata pesantemente stigmatizzata sia nella stessa sede del PD (i padroni di casa avevano saggiamente invitato quegli amministratori a desistere da un gesto tanto eclatante, quanto inutile ed autodistruttivo), sia a mezzo stampa, con rampogne argomentate che avrebbero dovuto convincere i rei – strigliati come bambini – alla quarantena. Storia conclusa, con abbondante soddisfazione dei «denuncianti», si poteva presumere. Ed invece, nel mio sogno, i democratici infilavano il dito nella piaga, presentando un pesante documento da discutere in assise comunale per chiedere, tra le altre cose, o che il sindaco procedesse con una verifica politica (riconoscendo un sovvertimento del segno della propria maggioranza), o che gli assessori ammettessero di aver dichiarato il falso nel momento in cui firmavano un’adesione morale ai principi statutari del PD, o che si dimettessero chiedendo scusa per il comportamento disonorevole. Insomma, un tentativo di spallata al governo della città che soltanto un brutto sogno potrebbe giustificare sul piano della credibilità e della autorevolezza.
Eppure, se il locale PD intendesse condurre una opposizione efficace potrebbe spiccare argomenti ben più solidi dal carnet a disposizione. Tutti afferenti alla grande questione della mancata visione della città, vale a dire di come programmare da qui ai prossimi 10 o 20 anni una città nei differenti settori strategici. Tema spinoso anche perchè assente da molte amministrazioni a questa parte, che quindi coinvolgerebbe sul piano delle responsabilità politico-amministrative la maggior parte degli uomini e delle donne che oggi agitano il PD.
Tuttavia, tralasciando la dimensione onirica, io sono convinto della qualità della classe dirigente democratica, per certi aspetti più articolata e culturalmente qualificata di quella al governo. Ed è proprio per questo che da quella parte mi aspetto di più, e non soltanto opposizione puntuale e penetrante, possibilmente sui deficit più seri di questa amministrazione, ma anche tessitura politica. La situazione nazionale è particolarmente fluida, gli scenari che si proporranno da qui a pochi mesi sembrano imperscrutabili. Niente vieta di prefigurare che, magari dopo le imminenti elezioni politiche, anche il quadro locale possa cambiare. Che lo stesso Pompeo Molfetta possa, nell’ottica di una fase emergenziale della storia (tema a lui carissimo, tanto da avergli permesso di superare pro tempore la fondamentale distinzione tra destra e sinistra), ricucire le relazioni diplomatiche con il PD, o almeno con quella parte non imbibita di renzismo. C’è classe dirigente buona da ambedue le parti, è bene considerarlo da entrambe le parti.
1 commento
“Bella senz’anzima” ossia il “Florio-Travaglio”
Sì è proprio così, questo para-giornalista, il Florio-Travaglio, che molti in città “accarezzano” perché ha una “Bella” scrittura, statene certi è “senz’anima”!
La sua di anima, per essere più chiari, l’ha venduta al Diavolo, già da molto tempo; prova ne sia che se oggi è con te, domani è contro di te… ma sempre pronto a buttare fango sugli altri. So perché ha il sonno travagliato, perché la sua coscienza non è affatto limpida!
Lucia
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