Home Politica LA M: “EMILIANO, DOVE È FINITA LA PUGLIA DELLE COMPETENZE E DELLE BUONE IDEE? “

LA M: “EMILIANO, DOVE È FINITA LA PUGLIA DELLE COMPETENZE E DELLE BUONE IDEE? “

da Cosimo Saracino
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Comunicato stampa: Sembrano lontani i tempi della campagna elettorale di quattro anni fa, quando Michele Emiliano si candidava per governare la nostra Regione e prometteva che la politica sarebbe uscita fuori dalle nomine degli enti pubblici e che finalmente si sarebbe premiato il merito perché é solo con le competenze che una Regione può crescere davvero.

Se pensiamo a quelle parole e alle intercettazioni che si leggono in questi giorni su La Repubblica sembrerebbe di avere a che fare con due persone diverse, con Dr. Jekyll e Mr. Hyde.

Non esprimeremo sentenze sull’indagine a carico del Governatore perché in Italia abbiamo una magistratura che farà il suo lavoro e soprattutto crediamo nella presunzione di innocenza.

Quelle intercettazioni, però, danno spunti politici che dicono chiaramente come vengono gestite le nomine in Puglia e sulle quali non é possibile non esprimere giudizi politici.

Sia chiaro, nulla di nuovo.

Ricordate il competitor di Michele Emiliano alle prime comunali a Bari, quando sfidava con toni aspri il forzista Simeone Di Cagno Abbrescia, specie sui temi ambientali?

Bene, Di Cagno Abbrescia é stato nominato dallo stesso Emiliano presidente dell’Acquedotto Pugliese,uno dei più importanti enti pubblici in Italia.

Ricordate l’avversario Schittulli nelle ultime elezioni regionali?

Bene, é stato nominato come consulente della Sanità, tema delicato per tutti noi pugliesi.

Per non parlare della nomina in Giunta di Giovanni Stea, uomo di fiducia dell’ex forzista Massimo Cassano.

È davvero possibile credere che queste nomine avvengano perché questi uomini siano i migliori a gestire enti pubblici tanto importanti e non per sancire dei patti elettorali per vincere nuovamente le elezioni regionali?

Obiettivamente é molto complicato da credere.

Specie leggendo le intercettazioni pubblicate su La Repubblica, in cui l’assessore regionale al welfare Ruggeri, indagato, tranquillizzava Angelo e Napoleone Cera (padre e figlio, ex parlamentare dell’Udc e consigliere regionale dei Popolari), indagati anche loro, per una nomina sull’Asp “Castriota e Corroppoli” di Chieuti. In cambio i Cera, secondo la Procura, avrebbero sostenuto il centrosinistra a Foggia e San Severo, come chiesto dal governatore pugliese Michele Emiliano.

Nella intercettazione principe della Procura, i Cera ed Emiliano parlano in modo disinvolto dell’Asp di Chieuti e delle comunali di San Severo, cercando buone nuove anche su quelle di Foggia dove i Cera hanno maggiori difficoltà perché sostenitori di Iaccarino alle primarie del centrodestra. In una intercettazione tra Angelo Cera e Michele Emiliano, il Cera chiedeva all’ex sindaco di Bari se ci fossero novità sull’Asp di Chieuti e il governatore chiedeva ai Cera se si potesse fermare a Foggia il candidato alle primarie del centrodestra Iaccarino(vicino ad Angelo Cera) e portare quei voti al candidato sindaco di centrosinistra.

A San Severo Angelo Cera riuscì a sfilarsi dal centrodestra “con una giravolta di 384”.

Ma quando Emiliano chiese uno sforzo anche a Foggia la situazione era più complicata e Cera rispose:”No, non lo puoi fermare(Iaccarino, n.d.r.) perché si è già venduto ma io sono convinto che il candidato vostro vince a Foggia”.

È possibile discutere in questo modo di nomine di due istituti pubblici così importanti mettendo in mezzo elezioni comunali che nulla dovrebbero avere a che fare con quelle nomine?

È possibile che l’assessore Ruggeri rassicuri i Cera, parlando di un ente pubblico, dicendo: “Non c’è nessun problema, il nome là lo devo mettere io…”?

È possibile parlare con tanta naturalezza di politici “venduti”?

Noi riteniamo che la politica possa essere ancora altro.

Siamo convinti che si possa ancora sperare che la differenza la facciano le idee e non i pacchetti di voti. E continuiamo a credere che negli enti pubblici ci debba andare gente preparata e non i supporter delle campagne elettorali.

La Puglia merita di più

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