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La situazione dei Consorzi di Bonifica pugliesi sconta decenni di malagestione – di Mauro Vizzino

da Cosimo Saracino
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Il Consigliere Regionale Mauro Vizzino, invitato da Carmine Dimastrodonato all’incontro di oggi pomeriggio sulla problematica dell’Arneo, fa sapere di non avere la possibilità di parteciparvi. Ma non per questo vuole far mancare il suo contributo. Di seguito riportiamo integralmente l’intervento che avrebbe fatto nell’Auditorium:

La situazione dei Consorzi di Bonifica pugliesi sconta anni, decenni di malagestione. E’ talmente grave e complessa che persino l’apposita commissione d’inchiesta istituita dal consiglio regionale – e di cui ho fatto parte – non ha potuto svolgere un lavoro completo, soddisfacente, per carenza, in alcuni casi addirittura mancanza, di documentazione. Al 31 dicembre 2015 i quattro consuntivi, così come approvati da ognuno dei consorzi ora riuniti in un unico ente commissariato, (Arneo, Stornara e Tara, Ugento lì foggi e Terre d’Apulia raggruppati nel consorzio centro sud Puglia) registrano una massa debitoria complessiva di oltre 266 milioni di euro.

Nell’ultima audizione, il 20 novembre scorso, in Commissione Agricoltura, della quale pure faccio parte, l’assessore Di Gioia e il commissario Borzillo ci hanno fornito un quadro ancora più preoccupante. Le speranze di riattivare gli enti e affrontare il deficit si sono arenate: da maggio il nuovo consorzio di bonifica rischia di fallire per un pignoramento record da 17 milioni di euro tanto da non poter garantire stipendi a personale e operai stagionali.

Dall’assessore Di Gioia una promessa di impegno a cercare di risolvere il contenzioso mentre per il funzionamento dei consorzi nella manovra di variazioni al bilancio che il consiglio regionale si appresta a discutere e approvare e’ previsto un finanziamento di circa due milioni di euro. In tutto questo gli agricoltori sono i più penalizzati perché, ad esempio, sono costretti a subire costi elevati per il pagamento dell’acqua e soprattutto diversi da territorio a territorio. Il riattivato tributo 630 di cui si discute qui stasera – è bene ricordarlo – è’ un obbligo di legge e stando alle informazioni fornite dal commissario borzillo il 70% dei ricorsi relativi al 2014 sono stati respinti. A ruolo stanno per essere emanati i tributi relativi al 2015. Il problema in realtà è che il tributo 630 deve essere destinato per il 55 per cento dell’incasso all’esecuzione di lavori di manutenzione della rete di bonifica, lavori che da anni invece mancano.

Nella stessa relazione finale della commissione d’inchiesta si legge chiaramente che la puglia non ha un piano di ristrutturazione industriale per recuperare efficienza al sistema irriguo cosi’ come sono assenti le opere di manutenzione straordinaria e sono pressochè inesistenti quelle ordinarie. E ancora, l’assoluta mancanza di programmazione delle strutture e dotazioni organiche degli stessi consorzi. La questione di fondo e’ che la gestione ordinaria annuale continua a produrre un buco di non meno di 11 milioni di euro l’anno. Insomma, i consorzi di bonifica commissariati non sono nelle condizioni di azzerare il disavanzo economico corrente annuale e non sono in grado di procedere autonomamente alla copertura dell’enorme massa debitoria pregressa accumulata.

Per questo – nonostante la recente legge di riforma approvata con la creazione del consorzio di bonifica centro sud puglia – spetta ancora una volta all’istituzione regionale farsi carico della risoluzione di questo grave problema da cui pure dipende lo sviluppo del settore primario della nostra economica.

Soprattutto spetta al consiglio regionale decidere se e’ necessario, per mettere una volta per tutte a regime il funzionamento di questi enti, un ulteriore sforzo, anche a carico della fiscalità generale, per uscire da questa situazione per cui c’e’ chi non paga perché non riceve il servizio e chi dice che se non mi paghi non ti posso erogare il servizio.  Mentre nel frattempo gli agricoltori si impoveriscono sempre più e i lavoratori dei consorzi sono senza stipendio o comunque senza nemmeno i mezzi necessari per svolgere il proprio compito.

Tra le possibili iniziative da assumere nella commissione d’inchiesta abbiamo proposto al consiglio regionale la rinegoziazione della massa passiva, l’accorpamento di sedi e funzioni, la riorganizzazione del personale, l’adeguamento e il riallineamento delle tariffe, la riduzione dei costi di approvvigionamento e vettoriamento dell’acqua, programmi e progetti di investimento con l’obiettivo di riequilibrare la gestione corrente e raggiungere il pareggio annuale di bilancio. Ma per fare tutto questo occorre il senso di responsabilità, lo spirito di sacrificio e soprattutto di rinuncia alla demagogia e alla facile propaganda da parte di tutte le parti in causa, a cominciare da chi copre ruoli di responsabilità nella politica, nelle istituzioni, nei sindacati, negli stessi consorzi per finire a cittadini e agricoltori, perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità . Solo così possiamo pensare di cominciare a costruire le basi per un futuro diverso. E’ un dovere verso le nostre future comunità

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