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L’Acanto, lettera alla città di Mesagne

da Cosimo Saracino

Cara Mesagne,
ti comunico che non mi troverai più nel tuo bellissimo centro storico, quel meraviglioso gioiello barocco che ha incorniciato anni di cultura e istruzione per tanti miei ospiti provenienti dai diversi angoli del mondo e alcuni di loro diventati anche tuoi concittadini.
Ora, dopo aver aiutato il tuo cuore a essere nuovamente pulsante nei primi anni del piano di riqualificazione urbana “ fai battere il cuore della tua città”, mi sono trasferita lì dove vi è bisogno, proprio come diciassette anni addietro, di contribuire a far rinascere vita.
Ci credo: la periferia ha un’anima che grida il suo desiderio di attenzione e io di questo desiderio voglio esserne parte, lo voglio raccogliere affinché diventi il mio nuovo cuore che batte.
Parco Potì e i graffiti di Millo costituiranno la mia nuova cornice, entro la quale continuerò il mio progetto: accogliere gente dal mondo per far conoscere loro, attraverso la nostra lingua italiana, il nostro patrimonio, i nostri usi e costumi, Mesagne e l’Italia.
E ancora, appassionare bambini e bambine a diventare gente del mondo attraverso l’apprendimento della lingua e della civiltà inglese.
Non ti nego che sento una strana sensazione, un misto di nostalgia e di entusiasmo. Ma la prima è ferma nei meravigliosi e indelebili ricordi delle tante persone conosciute, nelle risate condivise, umanità incontrate, convivialità vissute. E anche nelle attività svolte, come le visite ai centri storici del nostro territorio; le escursioni nelle nostre campagne, masserie, coste; le chiacchiere al bar intorno a una tazzina di caffè; le uscite ai mercatini; gli acquisti di prodotti locali nelle nostre botteghe… nei contatti rimasti nel tempo e sempre rinvigoriti da cartoline, messaggi e parole d’affetto da parte di chi è giunto ospite ed è andato via come amico.
E così, in una sorta di paradosso, la magia dell’insegnamento ha reso tutti i protagonisti di questa scuola reciprocamente docenti e discepoli: ognuno, divenendone parte, imparava e trasmetteva mondi e realtà nuovi.
Capisci, quindi, perché, cara Mesagne, dinanzi a questa nuova e, al contempo, vecchia avventura, l’entusiasmo si è moltiplicato e divampa di fronte alla prospettiva di poter continuare a fare di te, mia amata città, un piccolo centro del mondo?
Ti saluto, sai che ci sarò e sai dove trovarmi: tra un parco e dei disegni.

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