Molte famiglie mesagnesi si impegnano a raccogliere i tappi di plastica con l’auspicio che possano servire all’acquisto di carrozzine per disabili. La storia che vi raccontiamo è la concretizzazione di tanto impegno e solidarietà che ogni giorno si pratica nelle nostre case.
L’AGE Avetrana ha donato al piccolo mesagnese Samuele, otto anni, una carrozzina da basket acquistata con i fondi della raccolta di tappi di plastica. Samuele gioca a basket da qualche tempo e ricevere una carrozzina tutta sua, con la scritta “Samuele 2”, è stata una grande gioia.
A consegnare la sedia è stato Gianni Romito, il presidente della squadra “ASD HBari 2003” che gioca nel campionato nazionale di Serie B, nell’ambito di una grande festa di sport. La manifestazione si è tenuta (domenica 22 maggio), nel palazzetto dello sport di Avetrana, durante la seconda edizione della “Partita del cuore”, una partita di baskin con gli studenti della II A dell’Istituto Comprensivo “Morleo” di Avetrana e una formazione di baskin guidata da Nino Diana dell’ASH Taranto Onlus (Associazione Sport Handicap) di Taranto. Alla manifestazione sono intervenuti Anna Maria Leobono, presidente dell’associazione di volontariato AGE Avetrana (Associazione italiana GEnitori) Onlus, Antonio Minò, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Avetrana, Tommasino Nigro, vicepreside dell’I.C. “Morleo” e Gianni Romito, presidente della squadra di basket in carrozzina “ASD HBari 2003”.
La carrozzina donata a Samuele è la terza acquistata dall’AGE Avetrana grazie ai fondi dell’iniziativa “Raccogli un tappo… per un sogno!”, una raccolta di tappi di plastica di ogni tipo che poi vengono rivenduti; grazie al coinvolgimento di numerose comunità, anche di province diverse, dal 2012 ad oggi l’Age Avetrana ha realizzato una raccolta considerevole, tanto da riuscire ad acquistare ben tre carrozzine da mini basket.
Inventato una decina di anni fa a Cremona, il baskin è una nuova attività sportiva che, pur ispirandosi al basket in carrozzina, ha caratteristiche innovative; grazie a un regolamento e a dotazioni particolari, infatti, permette a ragazzi normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra, peraltro senza alcuna distinzione di sesso e con qualsiasi tipo di disabilità, fisica e/o mentale, purché consenta il tiro in un canestro.
Secondo Anna Maria Leobono «il baskin non è il fine, ma solo il mezzo per riuscire a far uscire i giovani disabili da casa facendoli integrare in un contesto sociale, in questo caso sportivo, e facendoli interagire con normodotati e altri disabili». Fonte Tarantoindiretta.it