Le mie estati si trascorrevano in campagna dove ci si trasferiva alla fine della scuola per poi rientrare in città ad ottobre, quando riprendevano le lezioni. Per noi ragazzi le vacanze trascorrevano collaborando nei lavori di campagna e a divertirci il sabato e la domenica con gli altri ragazzi delle contrade. La sera ci facevano luce le lampade a petrolio o le candele. Allora nelle campagne non vi era ancora l’elettricita’; si cenava in penombra, sotto la pergola.
Il piatto tipico era “l’acqua e sale” farcita con i prodotti del nostro orto: cetrioli, pomodori, sedano, peperoni, rucola, olio e pezzi di pane di grano raffermo inzuppato.
Una buona alternativa erano le frise cotte al nostro forno e condite con olio pomodoro e origano.
Per mantenere fresche le bevande o la frutta si compravano pezzi di ghiaccio oppure si calavano i prodotti con il secchio dentro la cisterna. Allora il ghiaccio era una passione per noi ragazzi. Ricordo quel signore, una volta a settimana, che vendeva i gelati trasportandoli con un carrettino in giro per la città.
Già sin dalle prime calure, nei nostri quartieri vi erano varie bancarelle che preparavano le ” granite di menta, di orzata, di limone e di fragola. 10 lire a granita!
Il lavoro agricolo in estate consisteva soprattutto nell’ irrigare gli ortaggi. L’acqua dal pozzo sorgivo veniva tirata grazie al lavoro incessante di un asino legato alla “‘ngegna” (vedi foto). Si tirava l’acqua dal pozzo con una catena cui erano attaccati tanti piccoli secchi. L’asino girava attorno al pozzo, a cui era legato un asse che faceva girare una ruota dentata che intersecava alla catena che girava continuamente e così si riempivano i secchi di acqua. L’acqua la si faceva versare dentro ad una grande vasca “pilone” e dopo veniva mandata nei filari degli ortaggi.
La nostra campagna era molto vicina a Mesagne, sulla provinciale per Sandonaci, in contrada Boschetto.
Agli inizi di settembre periodo della Fiera del Levante. Tutte le auto che provenivano dai vari comuni passavano dalle strade provinciali per raggiungere Bari.
La Fiera del Levante era un evento molto sentito e dai comuni partivano tante comitive per andare alla Campionaria. Noi ragazzi facevamo a gara a contare le auto che passavano e ci divertivamo ad evidenziare la provenienza. Allora le targhe erano ancora per provincia. Contavamo quante erano quelle targate Brindisi, oppure Lecce , oppure Taranto.
A nostro modo insomma, passavamo l’ intera stagione tra aiuto al lavoro in campagna e giochi e divertimento ed eravamo contenti e spensierati.
Una di quelle estati, però, fu diversa e ne ho un ricordo particolare.
Nell’ agosto del 1963, mio padre decise di farci un regalo.
Per la prima ed unica volta volle affittare 15 giorni una casa al mare a Santa Sabina, dall’ 1 al 15 agosto.
Era tanta la gioia per noi ragazzi quella di villeggiare al mare!
Però la notte tra il 9 e il 10 agosto del 1963, vi fu una violenta grandinata su Mesagne.
La mattina dopo mio padre avevendo saputo della grandinata ci disse con tono molto amareggiato che dovevamo rientrare a casa.
Alle nostre domande incalzanti sulle ragioni di tale decisione ci ribadì con fermezza che c’era stata la grandine ed era andato distrutto tutto il futuro raccolto. Non era più tempo di vacanze!
Ma le nostre estati in quegli anni erano anche le feste nelle contrade, con i primi mangiadischi, con i giochi di gruppo a mosca cieca, a nascondino o ad organizzare le prime cacce al tesoro. La foto mi è stata gentilmente inviata dal suo archivio fotografico da Alessandro Rodia. Lo ringrazio