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Ancora una volta l’Ortopedia dell’ospedale Perrino di Brindisi si conferma un’eccellenza per il territorio. L’Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia del Perrino, diretta da Gianfranco Corina, infatti, si è classificata al sesto posto in Italia su quasi 500 ospedali italiani, secondo le rilevazioni di Agenas, per la tempestività nell’esecuzione dell’intervento chirurgico per la frattura del collo del femore entro 48 ore dall’accesso in ospedale. Nell’ambito della valutazione 2024 (su strutture con più di 150 casi), il Perrino ha replicato le performance degli anni passati, confermandosi ai vertici nazionali per il trattamento di una tipologia di fratture particolarmente diffusa e pericolosa, come dimostrano i quasi 300 pazienti arrivati in reparto nel corso dell’anno.
Secondo l’indicatore elaborato da Agenas, l’Uoc di Ortopedia e Traumatologia del Perrino ha raggiunto una percentuale del 96,83% di interventi eseguiti entro il tempo critico delle 48 ore su 282 casi trattati. Questo dato posiziona l’ospedale di Brindisi tra i migliori presidi nazionali per la gestione di questa patologia, cruciale soprattutto per i pazienti anziani.
Corina ha sottolineato che “questo risultato eccezionale è la diretta conseguenza di un modello operativo basato sulla sinergia e sul lavoro di squadra che coinvolge diverse specialità. L’efficacia e la tempestività dell’intervento sono il frutto della stretta collaborazione tra l’équipe chirurgica di Ortopedia, il personale di sala operatoria, gli anestesisti, e tutto il reparto, garantendo la massima efficienza e sicurezza lungo l’intero percorso diagnostico e terapeutico”.
Questa performance attesta la capacità dell’ospedale Perrino di gestire il politrauma e le urgenze ortopediche con un approccio multidisciplinare e protocolli aggiornati, come la strategia di damage control (controllo del danno), a riprova di un’organizzazione eccellente. L’obiettivo resta quello di ottimizzare ulteriormente l’iter diagnostico e terapeutico per assicurare la migliore assistenza possibile al paziente.
“Spesso – ha spiegato Corina – nell’anziano la frattura del femore è legata a una condizione di fragilità causata dalla presenza di osteoporosi e di altre condizioni mediche generali che possono favorire il rischio di cadute. Si tratta di eventi che hanno un impatto drammatico sulla vita dei pazienti, con ripercussioni anche sulle famiglie, sulla società e in definitiva sul sistema sanitario nazionale, tenuto conto dell’aumento del numero di ospedalizzazioni”.
L’intervento chirurgico entro le 48 ore nella popolazione over 65 è considerato il trattamento standard ed è indicato nella maggior parte dei casi. Intervenire tempestivamente è fondamentale per ridurre le complicanze e migliorare la prognosi. L’operazione può essere di tipo diverso a seconda della frattura e delle condizioni del paziente e può variare dall’osteosintesi con chiodo, viti o posizionamento di una protesi. Questa pratica è importante perché permette al paziente di recuperare più velocemente la mobilità e l’autonomia, riducendo il rischio di complicanze come sindromi d’allettamento, infezioni e trombosi e di conseguenza riducendo il rischio di mortalità.
Questo riconoscimento nel Programma nazionale esiti di Agenas è un motivo di grande orgoglio per l’intera Asl Brindisi e per la sanità pugliese e conferma la qualità e l’impegno costante profuso da tutte le figure professionali coinvolte nel processo di cura.
“Siamo soddisfatti di come stiamo lavorando – prosegue il direttore – perché ci siamo dati una struttura che ci consente di intervenire tempestivamente nel rispetto del Pdta regionale. Inoltre, quando si fanno valutazioni sulle tempistiche e sulla piccola parte di pazienti non trattati nelle 48 ore – ha affermato Corina – bisogna tenere conto di diversi fattori: la presenza di eventi acuti concomitanti come infarti, eventi ischemici, insufficienza respiratoria, ad esempio, diventano prioritari e necessitano di altre procedure prima che i pazienti arrivino sul nostro tavolo operatorio. Ci sono poi i casi in cui i pazienti provengono da altre strutture, per i quali il trasferimento comporta un allungamento dei tempi di attesa per il trattamento chirurgico”.
Anche questi casi contribuiscono alla statistica e rendono ancor più significativa la valutazione positiva espressa da Agenas.








